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04 Settembre 2019 – nota economica giornaliera

STATI UNITI
– La spesa in costruzioni a luglio aumenta di 0,1% m/m, mentre il dato di giugno è rivisto verso l’alto da -1,3% m/m a -0,7% m/m. I dati segnalano un modesto miglioramento per la spesa residenziale, con indicazioni per una ripresa degli investimenti residenziali nel 3° trimestre.
– L’ISM manifatturiero è tornato al di sotto di 50 per la prima volta da metà 2016, scendendo ad agosto da 51,2 a 49,1. L’intera indagine segnala contrazione, particolarmente marcata per gli ordini, in calo da 50,8 a 47,2 trainati verso il basso dal crollo degli ordini dall’estero (da 48,1 a 43,3).
Anche le altre componenti sono sotto la soglia di 50: produzione da 50,8 a 49,5, occupazione da 51,7 a 47,4, ordini inevasi a 46,3, importazioni a 46, prezzi pagati a 46.
L’indagine segnala contrazione della domanda delle imprese (ordini) e dell’utilizzo delle risorse (produzione e occupazione), in linea con calo degli input (consegne, scorte, importazioni).
L’aggiustamento delle scorte a fronte dei nuovi ordini indica che le imprese stanno rispondendo all’indebolimento della domanda in tempi rapidi, e che in caso di miglioramento/stabilizzazione ci potrebbe essere una ripresa dell’attività. Le imprese riportano che la preoccupazione maggiore è la politica commerciale, mentre si attivano a spostare la loro catena produttiva via dalla Cina.
In generale, i commenti dei partecipanti all’indagine sono misti, con alcuni settori che registrano rallentamento e altri che indicano stabilizzazione. Secondo il direttore dell’indagine, un livello dell’indice a 49,1 in base alla relazione con il PIL è associato a crescita dell’1,8%.
La correzione dell’ISM manifatturiero sotto 50 non è di per sé indice di recessione, dato che il settore dei servizi resta in territorio espansivo.
Il segnale preoccupante è la sincronizzazione globale del calo di attività nel manifatturiero e il rischio che anche i servizi possano rallentare, sulla scia dell’incertezza collegata alla guerra dei dazi.
Il dato dell’ISM dà ulteriore supporto (di cui comunque non c’era bisogno) per la previsione di un taglio dei fed funds alla riunione del FOMC di settembre, e mette le basi per prevedere un possibile ulteriore taglio nel corso dell’autunno, per contrastare l’escalation di tensioni commerciali e i segnali deboli per la domanda globale.
Rimaniamo dell’opinione che lo stimolo monetario sarà quasi del tutto inefficace per sostenere la domanda di investimenti e potrebbe aumentare i rischi di bolle sui mercati obbligazionari.
Tuttavia, la Fed di fronte a indicazioni di rallentamento a nostro avviso è disposta a dare stimolo con gli strumenti disponibili (anche se poco efficaci).

CINA – Il PMI dei servizi rilevato da Caixin è salito in agosto da 51,6 a 52,1, superando le aspettative (consenso Bloomberg 51,7), grazie a un miglioramento degli ordini, che restano in territorio espansivo, della produzione e dell’occupazione.
Le aspettative sono salite a 57, tornando sui livelli di inizio anno dopo i minimi di maggio.
L’aumento dell’indice, insieme a quello del PMI manifatturiero pubblicato ieri, ha portato l’indice composito in agosto da 50,9 a 51,6, superando di poco il livello di maggio e segnalando un miglioramento dell’attività economica rispetto ai minimi di giugno (50,6).

 

COMMENTI:

ITALIA – L’attesa votazione online degli iscritti al Movimento 5 Stelle sull’accordo di governo con il Partito Democratico si è conclusa con un risultato positivo molto ampio: ha detto sì il 79,3% dei votanti, pari a oltre 63 mila voti su 79 mila partecipanti e su circa 117 mila iscritti (si tratta di un record per le consultazioni sulla piattaforma Rousseau: il precedente di maggio 2018 era di circa 56 mila votanti).
Intanto prosegue la trattativa tra i partiti per la formazione della squadra di governo e per il completamento del programma (ieri è stata diffusa una bozza contenente 26 punti, che enuncia come primo obiettivo quello di varare una Legge di Bilancio “espansiva”, per neutralizzare l’aumento dell’IVA e rilanciare la crescita, ma “senza compromettere l’equilibrio di finanza pubblica”).
Conte potrebbe salire al Quirinale per sciogliere la riserva e presentare la lista dei ministri già oggi, o più probabilmente domani. È ancora possibile che il nuovo governo si insedi entro la settimana (giuramento tra domani e dopodomani, votazione di fiducia tra venerdì e sabato).

REGNO UNITO – Il Governo Johnson ha subito ieri una doppia sconfitta: un deputato ha abbandonato il partito, spostandosi fra i liberal-democratici, e successivamente il Parlamento ha tolto all’esecutivo il controllo dell’agenda con una maggioranza più ampia del previsto, grazie al sostegno di diversi deputati conservatori.
L’obiettivo di opposizioni e ribelli conservatori è approvare un provvedimento che impegni il governo a richiedere una nuova estensione dell’art. 50, questa volta fino al 31 gennaio 2020.
La reazione di Johnson è stata duplice: primo, i ribelli sono stati sostanzialmente espulsi dal partito; secondo, è stata preannunciata una mozione per sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni il 15 ottobre.
Il problema è che serve una maggioranza di 2/3 per sciogliere il Parlamento, e i laburisti, per quanto favorevoli, non approveranno la mozione senza garanzie che la scadenza per l’uscita del Regno Unito è stata prorogata. Il timore, infatti, è che dopo aver ottenuto l’approvazione delle elezioni il governo le sposti a dopo il 31 ottobre, in modo da rendere inevitabile l’uscita senza accordo dall’UE.
Per obbligare il Governo a richiedere l’estensione non basta una mozione, ma serve un provvedimento di legge: l’approvazione da parte della Camera dei Comuni dovrebbe avvenire oggi, ma poi il provvedimento dovrà essere esaminato dalla Camera dei Lord, dove servirà far approvare una mozione specifica per garantirne il passaggio entro venerdì. La situazione torna quindi a essere molto confusa, anche se appare sempre più probabile un voto che diventerà una sorta di referendum finale sulla Brexit.

STATI UNITIRosengren (Boston Fed) ha detto che a suo avviso non è opportuno tagliare ulteriormente i tassi, dato che il quadro dell’economia è positivo, nonostante i rischi collegati alla debolezza della domanda globale e alla politica commerciale.
Rosengren ritiene che se i rischi per lo scenario si materializzeranno, allora la Fed dovrà fornire stimolo in modo aggressivo, segnalando di essere restio a usare la leva dei tassi in modo preventivo.
Per il momento Rosengren ritiene che i dati siano da monitorare attentamente per capire se sia o meno necessario un aggiustamento di policy.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro, che ieri aveva aperto in ulteriore rialzo sui mercati asiatici, ha poi corretto nel pomeriggio sull’ISM manifatturiero, che ha deluso mostrando un calo contro attese per una sostanziale stabilizzazione. Il calo rileva anche perché per la prima volta dal 2016 torna a mostrare l’indice sotto quota 50, la soglia che separa espansione da contrazione dell’attività.
Anche il Beige Book in uscita questa sera registrerà probabilmente i rischi che gravano sul settore manifatturiero, evidenziando la divergente dinamica dei consumi che ad ora invece rimangono solidi. Oggi vi saranno anche vari discorsi Fed. Se non emergerà una linea comune a favore di nuovo stimolo in tempi brevi da considerarsi però come un aggiustamento di metà percorso e non come avvio di un nuovo ciclo espansivo il dollaro potrebbe riuscire a stabilizzarsi ma non, per ora, a salire ulteriormente.

EURL’euro, dopo aver aperto al ribasso inaugurando un nuovo minimo a 1,0924 EUR/USD, è risalito sull’ISM statunitense, fino a un massimo di 1,0978 EUR/USD. Anche se il recupero sul dato USA è stato rapido, il fatto che il cambio non sia riuscito a ripristinare quota 1,10 EUR/USD suggerisce una certa debolezza propria della moneta unica, coerente con le indicazioni che giungono dai dati dell’area e con la prospettiva di un allentamento monetario da parte della BCE alla riunione della prossima settimana (12 settembre). A meno di delusioni dai PMI servizi e composito finali in uscita stamani, o di un messaggio “ottimista” dai vari discorsi Fed, l’euro potrebbe consolidare.
Dalla BCE in programma oggi un discorso di Lane.

GBPIeri la sterlina, dopo aver aperto al ribasso su nuovi minimi sia contro dollaro a 1,1957 GBP/USD sia contro euro a 0,9148 EUR/GBP, si è ripresa nel corso della giornata, raggiungendo massimi rispettivamente in area 1,21 GBP/USD e 0,90 EUR/GBP. La crisi politica domestica però si è accentuata. In serata infatti la mozione contro il governo per bloccare un’uscita senza accordo è passata con una maggioranza superiore alle attese di 328 contro 301 deputati e il premier Boris Johnson ha annunciato elezioni anticipate il 14 o 15 ottobre.
Oggi il Parlamento cercherà di approvare una legge per rinviare di tre mesi, al 31 gennaio 2020, l’uscita dall’UE, a meno che Johnson non riesca a concordare un accordo che venga approvato dal parlamento stesso. Il leader dell’opposizione laburista Jeremy Corbyn si è detto favorevole ad elezioni anticipate ma non prima che venga approvata la legge per il rinvio di Brexit. La sterlina questa mattina ha aperto al rialzo sia contro dollaro sia contro euro, in quanto la sconfitta di Johnson ieri in parlamento riapre almeno teoricamente uno spiraglio all’eventualità – per quanto attualmente ancora estremamente incerta – di un’uscita con accordo dall’UE. La valuta britannica rimane tuttavia ancora a rischio di ulteriore debolezza se gli sviluppi su Brexit dovessero essere negativi.
Sul fronte dati intanto questa mattina uscirà il PMI servizi atteso in calo: a meno di sorprese favorevoli questo potrebbe parzialmente indebolire la sterlina.

JPYSull’ISM statunitense anche lo yen si è rafforzato, portandosi contro dollaro da 106,38 a 105,72 USD/JPY e contro euro da 116,56 a 115,84 EUR/JPY. Questa notte ha in parte ritrattato sulle dichiarazioni di Kataoka, che si è espresso a favore di ulteriore allentamento monetario da parte della BoJ data la persistente distanza dell’inflazione dal target, acuita dalla dinamica del cambio.
Nel breve tuttavia la debolezza e le incertezze della congiuntura globale mantengono un contesto favorevole allo yen.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
– L’indice PMI dei servizi è atteso a 53,4 da 53,2. Di riflesso il PMI composito dovrebbe essere confermato a 51,8 da 51,5. Nel trimestre in corso il livello medio dei PMI si sta stabilizzando attorno al livello del trimestre precedente.
– Le vendite al dettaglio sono viste in calo di -0,7% m/m a luglio, dopo il +1,1% m/m precedente, per effetto della vistosa diminuzione registrata in Germania. Il contributo dei consumi francesi nel mese è stato invece positivo. La variazione annua calerebbe a 1,8% (da 2,3%).
Le vendite sarebbero in rotta per un aumento di 0,2% t/t nel trimestre estivo, in rallentamento dallo 0,4% t/t dei mesi primaverili.

GERMANIA – La stima finale del PMI servizi dovrebbe confermare il calo della fiducia nel settore dei servizi nel mese di agosto. Per ora, i servizi continuano a crescere, compensando la recessione nel settore manifatturiero. Questo però non dovrebbe durare a lungo. Secondo la stima flash, il PMI dei servizi è sceso ulteriormente da un decimo a 54,4, minimo degli ultimi 7 mesi. L’indice PMI composito finale per agosto dovrebbe cambiare solo di poco rispetto alla stima flash di 51,4 pubblicata due settimane fa.

STATI UNITI
– La Fed pubblica il Beige Book, in preparazione per la riunione del FOMC del 17-18 settembre. Il rapporto dovrebbe confermare lo scenario già evidente dai dati, caratterizzato da consumi in crescita solida e manifatturiero frenato dalle tensioni commerciali. Per il mercato del lavoro, le imprese dovrebbero ancora riportare scarsità di offerta e difficoltà a reperire manodopera.
Il quadro del Beige Book dovrebbe essere in linea con le aspettative della Fed, senza modificare le probabilità di un taglio dei fed funds alla riunione del FOMC di settembre.
– Le vendite di autoveicoli ad agosto dovrebbero riprendersi dopo il calo di luglio, salendo a 16,9 mln di unità ann., da 16,8 mln, senza però toccare i livelli di maggio e giugno (17,3 mln).