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04 Maggio 2021 – nota economica giornaliera

AREA EURO – La stima finale del PMI manifatturiero di aprile ha subito una modesta revisione verso il basso a 62,9 da 63,3 preliminare, ma l’indice risulta comunque in rialzo da 62,5 di marzo e su livelli mai toccati dall’inizio delle rilevazioni nel 1997.
Tra le principali economie la limatura risente delle revisioni tedesca (66,2; 66,6 a marzo) e francese (58,9; 59,3 a marzo), che restano comunque su livelli ampiamente espansivi.
In miglioramento rispetto al mese precedente invece le stime uniche degli indici spagnolo (da 56,9 a 57,7) e domestico, con il PMI manifatturiero italiano che sale da 59,8 a 60,7, un nuovo massimo storico.
Nel complesso dell’Eurozona l’indagine è quindi coerente con una solida ripresa manifatturiera sostenuta dal robusto aumento degli ordinativi, sia interni che esterni all’area euro, sull’onda del progressivo allentamento delle restrizioni e del miglioramento delle aspettative.
A fronte di solide condizioni di domanda però emergono evidenti segnali di strozzature sul lato dell’offerta che potrebbero limitare la ripresa dell’attività produttiva, almeno nel breve termine.
Le imprese segnalano infatti rallentamenti record dei tempi di consegna, incrementi degli ordinativi inevasi, cali delle scorte e difficoltà nel reperire materie prime.
Tali fattori si riflettono dunque in un significativo aumento dei prezzi degli input che spinge le aziende a trasferire i maggiori costi ai consumatori finali, dinamica che potrebbe generare temporanee pressioni al rialzo sul sentiero d’inflazione dei beni nei prossimi mesi.

STATI UNITI
 – L’ISM manifatturiero ad aprile sorprende con una correzione di 4 punti, a 60,7 da 64,7 di marzo.
L’indice composito e le principali componenti restano in territorio ampiamente espansivo, ma segnalano la presenza di colli di bottiglia al lato dell’offerta sempre più rilevanti per l’attività nel settore: nuovi ordini a 64,3 (-3,7), produzione a 62,5 (-5,6), occupazione a 55,1 (-4,5), scorte a 46,5 (-4,3).
Gli ordini inevasi aumentano a 68,2 (+0,7) e i prezzi pagati segnano un ulteriore balzo a 85,6 (+4). Le imprese riportano persistenti difficoltà a soddisfare la domanda in crescita per via dei vincoli creati da Covid all’approvvigionamento di parti e materiali.
L’estensione dei tempi di consegna di input essenziali, l’aumento dei prezzi e le difficoltà dei trasporti colpiscono tutti i settori. Anche dal lato della manodopera ci sono problemi di reperimento di personale che frenano l’output.
In generale i commenti sono ottimistici con indicazioni di domanda in crescita, con tutti i segmenti in espansione frenati solo da problemi di offerta straordinari.
Il livello dell’indice composito di aprile sarebbe coerente con una crescita del PIL di 5%.
I dati dell’ISM danno qualche preoccupazione per il sentiero dell’inflazione, con il segnale che l’eccesso di domanda potrebbe essere tale da frenare l’output e scaricarsi sui prezzi.
– La spesa in costruzioni a marzo aumenta di solo 0,2% m/m (consenso: 2% m/m), dopo -0,6% m/m di febbraio, spinta da un solido rimbalzo nel segmento residenziale (1,7% m/m), ma frenata dal calo del segmento non residenziale (-0,9% m/m) e del settore pubblico (-1,5% m/m).
A partire da fine 2021 queste ultime due componenti dovrebbero essere sostenute dagli effetti dell’American Jobs Act.

 

COMMENTI:

STATI UNITIPowell, in un intervento su temi regolamentari, ha anche fatto alcuni commenti sulla situazione congiunturale, sottolineando che lo scenario economico è migliorato, ma “non siamo ancora fuori pericolo”.
Powell ha portato l’attenzione sulla disparità di distribuzione della ripresa, che rimane più lenta per le fasce di lavoratori a basso reddito.
Secondo Powell, Covid ha pesato in modo più che proporzionale su alcuni gruppi demografici, in particolare sulle popolazioni nera e ispanica.
Powell ha ribadito che la Fed è concentrata su queste diseguaglianze per via dei loro effetti sulla performance complessiva dell’economia. Il supporto di policy rimane indispensabile per arrivare a ridurre queste disparità.
Williams (NY Fed) ha detto che la ripresa quest’anno sarà probabilmente la più solida dai primi anni ’80, ma ha sottolineato che l’economia rimane lontana dagli obiettivi di massima occupazione e stabilità dei prezzi, e ha “enfatizzato che i dati e le condizioni che vediamo ora non sono ancora lontanamente sufficienti perché il FOMC cambi la propria stance di politica monetaria”.
Williams prevede una crescita intorno al 7% quest’anno e l’inflazioneun po’al di sopra del 2%, e ha sottolineato che occorre non reagire in modo eccessivo di fronte alla volatilità dei prezzi attesa in seguito agli effetti della pandemia: ciò che conta sono i trend sottostanti.
Williams ha toccato il tema dell’aumento dei prezzi degli asset, attualmente spinto dall’ottimismo sulla crescita, sottolineando che di fronte a problemi sui mercati finanziari lo strumento da utilizzare è la regolamentazione prudenziale.
Barkin (Richmond Fed) ha detto che un indicatore importante per decidere l’eventuale riduzione degli acquisti è, a suo avviso, il tasso di occupazione che perora ha registrato “modesto progresso”.
Al contrario, a suo avviso il tasso di disoccupazione che non rappresenta adeguatamente lo stato del mercato del lavoro.

STATI UNITI-Covid19 – La Food and Drug Administration all’inizio della prossima settimana potrebbe autorizzare l’utilizzo del vaccino Pfizer per le fasce di età comprese fra 12 e 15 anni, ampliando in misura significativa la possibile copertura vaccinale della popolazione.
Attualmente il vaccino di Pfizer è autorizzato per gli individui al di sopra dei 16 anni, quello di Moderna per quelli al di sopra dei 18 anni.
Anche Moderna sta per concludere uno studio per l’utilizzo del proprio vaccino sulle fasce più giovani della popolazione.
Attualmente il trend dei contagi ha ripreso a calare, con una media di nuovi casi ieri a 49 mila (-26% rispetto alla media di due settimane fa).
Sul fronte delle vaccinazioni, il 44% della popolazione ha ricevuto almeno una dose e il 32% è pienamente immunizzato.
Il ritmo delle somministrazioni è in calo da metà aprile, e si attesta ora a 2,3 mln al giorno (dal picco di 3,5 mln), allontanando la previsione del raggiungimento dell’immunità di gregge verso metà estate.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha aperto la settimana cedendo parte dei guadagni di venerdì ieri, penalizzato dall’arretramento dei rendimenti in seguito all’ISM manifatturiero che è sceso contro attese di aumento. Oggi apre però in risalita.
Il singolo dato non compromette infatti la tendenza complessiva già in atto dell’economia USA.
Dalla Fed anche Powell ha detto che anche se l’economia non è ancora fuori dal guado, tuttavia si stanno facendo reali progressi e lo scenario è chiaramente migliorato.
Se l’ISM non-manifatturiero e l’employment report non deluderanno, il dollaro dovrebbe riuscire a recuperare ulteriormente.

EURL’euro ha aperto la settimana recuperando parte del calo di venerdì, risalendo ieri da 1,2011 a 1,2075 EUR/USD, di riflesso all’arretramento del dollaro e in parte sorretto anche dalle dichiarazioni di de Guindos (BCE).
Questi ha detto infatti che se si riesce a vaccinare il 70% degli adulti in Europa entro l’estate e nel frattempo la ripresa accelera, allora si potrà anche iniziare a pensare al processo di normalizzazione della politica monetaria.
In questi giorni l’euro potrà tornare a scendere se i dati USA non deluderanno. Oggi apre in calo sul recupero del dollaro.

GBPAnche la sterlina ha aperto la settimana al rialzo ieri sull’arretramento del dollaro da 1,38 a 1,39 GBP/USD, rafforzandosi anche contro euro da 0,87 a 0,86 EUR/GBP – e potrà salire ancora se alla riunione di giovedì la BoE rivedrà ulteriormente al rialzo le previsioni di crescita.
L’upside potrebbe però venire ridimensionato in caso di vittoria schiacciante dell’SNP in Scozia, per l’associato rischio di un altro referendum per l’indipendenza della Scozia.
Oggi intanto apre in calo contro dollaro sul recupero di quest’ultimo.

JPYAnche lo yen ha aperto la settimana in recupero contro dollaro ieri da 109 a 108 USD/JPY, mostrando una dinamica più contrastata contro euro, ma ancora nel range 131-132 EUR/JPY. Oggi apre in calo contro dollaro. Il calo potrebbe proseguire se i dati USA non deluderanno.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI – La bilancia commerciale a marzo dovrebbe registrare un aumento del deficit da -71,1 a -74,5 mld, sulla scia di una ripresa dei flussi commerciali.
La bilancia dei beni per marzo ha evidenziato un ampliamento del deficit da -87,1 a -90,6 mld, con un incremento di 8,7% m/m dell’export insufficiente a controbilanciare l’effetto di +6,8% m/m delle importazioni sul saldo complessivo.