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03 Settembre 2019 – nota economica giornaliera

AREA EUROIl PMI manifatturiero si è collocato in agosto a 47,0, in rialzo di 0,5 punti da luglio. Il miglioramento, già anticipato dalla stima flash, riflette miglioramenti soprattutto degli ordini esteri e della produzione, per quanto ambedue restino in area di contrazione.
Il miglioramento è stato marginale in Italia (da 48,5 a 48,7) e modesto in Spagna (da 48,2 a 48,8). La situazione del comparto manifatturiero tedesco si conferma peggiore rispetto alle altre grandi economie dell’area, mentre la Francia continua a registrare la migliore performance: il PMI manifatturiero è balzato da 49,7 a 51,1, con miglioramenti degli ordinativi totali (+1,9 punti a 51,65) ed esteri (+1,6 punti a 50,63). Un altro paese che registra ancora espansione del settore manifatturiero è l’Olanda, dove il PMI è stato di 51,6.
Tuttavia, anche se i nuovi ordini crescono, diversamente che in Francia il libro ordini registra un diffuso calo (45,22), il che potrebbe indicare che la crescita non è al momento sostenibile.

 

COMMENTI:

ITALIA – Si tiene oggi entro le h. 18:00 la consultazione interna del Movimento Cinque Stelle sull’opportunità di avviare l’esperienza di governo con il PD. Il movimento è diviso sulla questione.
In caso di approvazione, Conte presenterà la lista dei ministri; il governo giurerebbe davanti al Presidente della Repubblica probabilmente giovedì.
In caso di bocciatura, lo statuto del movimento prevede la possibilità di ripeterla; tuttavia, lo scenario più probabile sarebbe il ricorso a elezioni anticipate, e il ritorno del rischio porterebbe molto probabilmente a una ricaduta dei corsi dei BTP.
Ieri il capo politico del M5S Di Maio ha rinunciato alla carica di vicepremier, come proposto dal PD. Resta invece ampia incertezza sui principali punti programmatici del nuovo esecutivo, che verosimilmente saranno chiariti solo in sede di discorso di insediamento alle camere da parte del Presidente del Consiglio (forse già venerdì).

REGNO UNITO – Oggi si potrebbe assistere a un nuovo tentativo parlamentare di imporre al governo una nuova proroga della scadenza per l’uscita dall’UE fino al 31 gennaio 2020. Tuttavia, il primo ministro ha minacciato che, in caso di successo dell’iniziativa, potrebbe indire nuove elezioni il 14 ottobre, avvisando che l’uscita dall’UE avverrebbe comunque il 31 ottobre di quest’anno.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha aperto la settimana al rialzo rivedendo massimi abbandonati a maggio 2017. Il rafforzamento non è ascrivibile a sviluppi favorevoli negli Stati Uniti, anche perché ieri i mercati USA erano chiusi per il Labor Day, quanto soprattutto alla debolezza dell’euroe, anche se in misura inferiore, della sterlina (v. sotto).
Il vero banco di prova per la capacità di tenuta del biglietto verde si avrà pertanto a partire da oggi, con i dati dell’ISM manifatturiero in uscita nel pomeriggio e un discorso Fed (Rosengren) in serata.
L’ISM è atteso circa stabile, ma sarà un dato da seguire per misurare l’impatto dell’escalation nelle tensioni commerciali USA-Cina: un’eventuale delusione dovrebbe incidere negativamente sul dollaro.

EURL’euro ha aperto la settimana al ribasso, aggiornando i minimi di venerdì (nuovo minimo a 1,0929 EUR/USD) per rivedere così livelli abbandonati a maggio 2017.
Il movimento è risultato enfatizzato per via della chiusura dei mercati USA. In assenza di spunti nuovi dagli Stati Uniti a finire sotto la luce dei riflettori è stata infatti la debolezza della congiuntura area euro, in occasione della pubblicazione del PMI manifatturiero finale dell’area, che ha confermato la lettura preliminare di 47,0, al di sotto della soglia di 50 che separa espansione da contrazione dell’attività. Le politiche commerciali di USA e Cina nonché l’incertezza sul fronte Brexit appesantiscono ulteriormente il quadro dell’area euro.
Oggi l’attenzione tornerà sugli sviluppi USA: un’eventuale delusione dall’ISM potrebbe offrire almeno una breve tregua all’euro, dopo sei giorni consecutivi di calo. Tuttavia, sviluppi negativi su Brexit potrebbero produrre una correlazione positiva tra euro e sterlina penalizzando anche la moneta unica. Primi supporti a 1,0900-1,0890 EUR/USD.

JPYLo yen ha aperto la settimana al rialzo sia contro dollaro da 106,40 a 105,92 USD/JPY (dove però si è mantenuto sui livelli della settimana scorsa) sia contro euro da 116,82 a 116,17 EUR/JPY (dove invece ha inaugurato nuovi massimi, rivedendo livelli abbandonati nell’aprile del 2017).
La debolezza e le incertezze della congiuntura internazionale rimangono fattori favorevoli alla valuta nipponica, che trarrebbe ulteriore vantaggio oggi da un’eventuale delusione sui dati USA e dall’acuirsi dello scontro politico britannico su Brexit.

GBPLa sterlina ha aperto la settimana con un’ampia correzione sia contro dollaro da 1,2174 a 1,1991 GBP/USD (minimo da gennaio 2017) sia contro euro da 0,9024 a 0,9117 EUR/GBP. Ieri infatti il premier Boris Johnson, dopo aver convocato il governo in una riunione d’emergenza, ha lasciato intendere che potrebbe indire elezioni anticipate per il 14 ottobre se oggi, alla riapertura dei lavori dopo la pausa estiva, il Parlamento dovesse approvare il provvedimento di legge proposto dai partiti di opposizione contrari a un’hard Brexit per impedire un’uscita senza accordo dall’UE (il testo prevede un rinvio di Brexit di tre mesi rispetto alla data del 31 ottobre programmata dal Governo).
La sterlina rischia dunque di indebolirsi ulteriormente, soprattutto se la mozione dovesse effettivamente essere approvata. Il downside potrebbe estendersi a 1,19-1,18 GBP/USD contro dollaro e 0,92-0,93 EUR/GBP contro euro. Intanto, anche sul fronte dati ieri le notizie sono state negative, con il PMI manifatturiero che ha deluso, scendendo da 48,0 a 47,4 contro attese per un aumento a 48,4, a indicare che l’incertezza di Brexit incide negativamente sulle decisioni di investimento delle imprese.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI
– L’ISM manifatturiero ad agosto dovrebbe essere circa stabile a 51,2 sui livelli di luglio.
Le indagini regionali di agosto sono state miste, con l’Empire circa stabile, il Philly Fed in calo dopo un rimbalzo inatteso a luglio e l’indice della Richmond Fed in rialzo.
Gli sviluppi sul fronte dei dazi sono stati negativi nelle ultime settimane e mettono a rischio la tenuta al di sopra di 50 per l’indice composito. L’indagine dovrebbe riportare crescente preoccupazione da parte delle imprese per l’aumento delle barriere al commercio.
– La spesa in costruzioni a luglio dovrebbe essere in rialzo di 0,3% m/m, dopo due correzioni consecutive (-1,3% m/m a giugno). A giugno, il calo era stato particolarmente marcato per via della debolezza della componente pubblica, che dovrebbe invertirsi a luglio. I segnali per la spesa nel segmento privato sono misti. Gli occupati nelle costruzioni a luglio hanno segnato un modesto aumento (+4 mila), mentre i nuovi cantieri residenziali sono calati.
Sul fronte della spesa non residenziale, il continuo calo delle trivelle in attività e le tensioni commerciali mantengono indicazioni deboli, tuttavia la fiducia dei costruttori di case è su un chiaro trend verso l’alto e segnala un miglioramento atteso degli investimenti residenziali, che si dovrebbe già vedere nei dati del PIL del 3° trimestre.