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03 Ottobre 2019 – nota economica giornaliera

STATI UNITI – La stima ADP registra un aumento di occupati non agricoli privati di 135 mila, con variazioni positive per i servizi, 127 mila, per le costruzioni, 9 mila, e per il manifatturiero. Il settore estrattivo perde invece 3 mila posti. Le informazioni del rapporto ADP sono in linea con le aspettative per la dinamica dei nonfarm payrolls in uscita il 4 ottobre.

 

COMMENTI:

BREXIT – Il Governo britannico ha inviato alla Commissione Europea una lettera in cui propone di sostituire il backstop sull’Irlanda con la creazione di un’area normativa che copre l’intera isola, garantendo che la normativa sulle merci (incluse quelle agricole) sia la stessa dell’UE. Tuttavia, la proposta assoggetta il meccanismo all’approvazione periodica (ogni 4 anni) da parte dell’assemblea nord-irlandese; questo ci pare un problema, perché va contro le caratteristiche che deve avere un meccanismo di salvaguardia, il quale per sua natura deve esser permanente. In effetti, stamane The Guardian riferisce che Barnier avrebbe espresso proprio questa preoccupazione in una riunione interna.
Inoltre, la proposta britannica prevede che l’Irlanda del Nord faccia parte dell’unione doganale UK dopo il periodo transitorio. Ciò rende necessari controlli doganali, che il governo britannico vuole attuare in forma decentrata, “elettronicamente mentre le merci si spostano fra i due paesi, e con il piccolissimo numero di verifiche fisiche necessarie condotto nei magazzini degli spedizionieri”.
Questo tipo di soluzione pare identica a quella già respinta più volte dall’UE, a meno che non vi siano novità svelate nei colloqui tecnici.
A prima vista, a motivo dei problemi citati, non pare che la risposta dell’UE possa essere positiva; sembra anche dubbio che la proposta possa consentire una vera riapertura del negoziato.

STATI UNITI
– La WTO ha ufficializzato la prevista decisione di autorizzare gli Stati Uniti ad attuare misure compensative per 7,5 miliardi di dollari contro l’Unione Europea per i sussidi ad Airbus. La vertenza era in corso da un decennio. Lo US Trade Representative ha diffuso un comunicato stampa nel quale si prospetta una riunione della WTO il 14 ottobre per autorizzare dazi di rappresaglia, ai quali l’UE non potrà replicare. Il comunicato indica che gran parte dei dazi colpiranno le importazioni americane da Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. La misura sarà inizialmente del 10% sugli aeromobili civili di grandi dimensioni e del 25% sui prodotti agricoli, anche se potrebbero teoricamente essere innalzati fino al 100%. L’export italiano viene colpito su liquori, prodotti caseari e salumi.
La WTO sta valutando il caso aperto dall’UE per sussidi impropri a Boeing da parte degli Stati Uniti, ma la decisione riguardo a possibili dazi dovrebbe essere raggiunta non prima del 2° trimestre 2020. L’UE aveva presentato la propria denuncia al WTO 9 mesi dopo la presentazione del caso Airbus da parte degli Stati Uniti. Come gli USA, anche l’UE ha già predisposto una lista di prodotti che potrebbero essere soggetti a dazi non appena il verdetto della WTO sarà pubblico. L’esito della valutazione è praticamente scontata, dato che era già stato determinato dalla WTO che sia Airbus sia Boeing hanno ricevuto sussidi illegali. L’UE ha richiesto agli USA di concordare livelli di sussidi all’industria aeronautica civile in modo da evitare una guerra dei dazi.
I nuovi dazi per il caso Airbus dovrebbero entrare in vigore a partire dal 18 ottobre e aggiungono incertezza al quadro del commercio internazionale alla vigilia dell’apertura ufficiale della questione relativa al settore auto. Il 13 novembre infatti l’amministrazione USA dovrà rendere pubblico il rapporto dell’US Trade Representative sul settore. Il rapporto stilato sulla base della sezione 301 del Trade Act, dovrebbe indicare che gli USA possono adottare misure di restrizione alle importazioni di auto e componenti sulla base di rischi per la sicurezza nazionale. I principali partner degli USA nel settore sono UE, Giappone, Canada, Messico e Corea del Sud.
– Il presidente della NY Fed, Williams, ha detto che l’economia e in buona forma, e che i tagli dei tassi attuati finora sono stati mirati a mantenerla nella posizione attuale, vicina a entrambi gli obiettivi della Fed su occupazione e stabilita dei prezzi. Williams non ha dato indicazioni riguardo a possibili nuovi interventi, sottolineando che lo scenario ha molti rischi e incertezze a cui la Fed continua a rispondere. Il presidente della Richmond Fed, Barkin, ha detto che sta valutando con attenzione gli effetti dell’incertezza sulla spesa delle famiglie, a suo avviso centrale per gli sviluppi del ciclo in misura anche maggiore rispetto alla recente correzione vista nel settore manifatturiero. Secondo Barkin i tagli dei tassi attuati finora sono stati attuati come assicurazione contro i rischi legati al quadro di incertezza e la sua posizione resta equilibrata anche per il futuro.

 

PREVISIONI:

ITALIA – Il PMI servizi è visto in recupero a settembre, a 51,1 dopo il calo a 50,6 di agosto. L’indagine Istat ha fatto segnare nel mese un miglioramento dei giudizi sia sugli ordini sia sull’andamento degli affari (ma un lieve peggioramento delle attese sugli ordini). I servizi restano in una fase di moderata espansione, che controbilancia la debolezza del manifatturiero, con il risultato di una sostanziale stagnazione dell’attività economia nel suo complesso.

GERMANIA – La stima finale del PMI dei servizi di settembre dovrebbe confermare il dato preliminare, a 52,5, con indicazioni di attività in rallentamento rispetto ad agosto quando l’indice era a 54,8, minimo del 2019. La stima finale del PMI composito dovrebbe mantenersi al di sotto della soglia di 50, con ulteriore evidenza di probabile contrazione del PIL anche nel 3° trimestre e segnali di recessione tecnica.

AREA EURO
La stima finale di settembre dovrebbe confermare il calo del PMI composito dell’Eurozona a 50,4 da 51,9 per effetto del calo registrato nel manifatturiero e nei servizi: anche l’indice PMI per i servizi è visto infatti essere confermato in calo a 52,0 da 53,5 con l’indice tedesco a 52,5 da 54,8 e quello francese a 51,6 da 53,4. Sebbene in indebolimento rispetto alla prima metà dell’anno, il PMI composito rimane al di sopra del livello di espansione nel terzo trimestre.
– Le vendite al dettaglio ad agosto sono viste in aumento di 0,3% m/m recuperando in parte il tonfo di -0,6% m/m di luglio, grazie ai contributi positivi provenienti da Germania e, in particolare, Francia. Se confermato, la variazione annua passerebbe a 2,1% da 2,3%, lasciando i consumi in rotta per un avanzamento marginale di 0,2% t/t nel terzo trimestre da 0,6% t/t del secondo.

STATI UNITI – L’ISM non-manifatturiero dovrebbe correggere a 54,9 da 56,4 di agosto. L’indagine, il mese scorso, aveva registrato un miglioramento sorprendente alla luce dei segnali di moderazione della crescita e a settembre ci dovrebbe essere un ridimensionamento di tutte le componenti, che dovrebbero comunque restare in territorio chiaramente espansivo.
L’indagine della NY Fed sul settore dei servizi a settembre mostra correzioni degli indicatori coincidenti e delle aspettative, con segnali di espansione modesta. La previsione è che il differenziale fra ISM manifatturiero e non-manifatturiero, in ampliamento negli ultimi mesi, inizi a ridursi, con un ritracciamento nel non-manifatturiero e un marginale miglioramento nel manifatturiero.