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3 Febbraio 2022 – nota economica giornaliera

ITALIA – La stima preliminare dei prezzi al consumo di gennaio ha sorpreso al rialzo, spingendo l’inflazione calcolata sulla base dell’indice NIC al 4,8% a/a da 3,9% di dicembre, e quella armonizzata al 5,3% a/a (massimo da quando esiste la serie storica) da 4,2% precedente.
Un contributo decisivo è venuto dagli aumenti delle tariffe di luce e gas: i beni energetici regolamentati hanno fatto segnare un record storico a +42,9% m/m e +93,5% a/a; la componente di fondo (sul NIC) è rimasta stabile all’1,5% a/a.

AREA EURO – L’inflazione è cresciuta di un decimo, a 5,1% a/a (vs. 4,4% della stima di consenso); si tratta di un nuovo massimo storico da quando esistono dati comparabili ovvero almeno dal 1998. Nel mese i prezzi sono saliti di +0,3% m/m.

STATI UNITI – La stima ADP dei nuovi occupati non agricoli privati ha dato una scossa transitoria al quadro USA, con un calo di -301 mila, spinto principalmente dai servizi (-274 mila) e in particolare dal comparto ricreazione e ospitalità (-154 mila), ma diffuso indistintamente a tutti i settori, eccetto l’estrattivo.
Il crollo degli occupati è causato dalle assenze per Covid che dovrebbe invertirsi a febbraio, con il miglioramento del quadro pandemico.
I dati segnalano che i nonfarm payrolls in uscita domani potrebbero essere anche più deboli di quanto riportato da ADP, dato che l’indagine del BLS non conta come occupati i dipendenti assenti dal lavoro, al contrario della metodologia ADP che registra tutti i dipendenti.
L’aspettativa di una svolta dei tassi a marzo non è modificata dai dati ADP di gennaio, che però riducono ulteriormente la probabilità di una mossa di 50 pb, a favore di una possibile sequenza di rialzi consecutivi in primavera.

 

COMMENTI:

ITALIA – Oggi è in calendario il giuramento e il discorso di insediamento in Parlamento del Presidente della Repubblica rieletto Sergio Mattarella.
Ieri il Governo ha approvato un nuovo decreto che prevede un allentamento delle misure sulla didattica a distanza nella scuola, l’estensione delle certificazioni verdi COVID-19 rilasciate dopo la terza dose (o a chi ha contratto il COVID ed è guarito dopo il completamento del ciclo vaccinale primario) e l’eliminazione delle restrizioni previste nelle zone rosse per coloro che sono in possesso del Green Pass Rafforzato.
I ministri della Lega non hanno votato il provvedimento.

BCE – Oggi la riunione della Banca Centrale Europea dovrebbe concludersi senza modifiche al quadro di politica monetaria.
Nei prossimi mesi, il programma di riduzione dello stimolo monetario annunciato in dicembre sarà modificato soltanto a fronte di deviazioni significative dallo scenario dello staff (calo più lento dell’inflazione o tensioni salariali inaspettatamente forti).
La forward guidance sarà confermata e, ovviamente, i tassi ufficiali resteranno invariati.
Anche l’analisi economica resterà quasi immutata: rischi al rialzo in parte per l’inflazione, che però la BCE dichiarerà di vedere ancora in calo nel corso dei prossimi mesi, rischi simmetrici per la crescita (anche se nel breve prevalgono i rischi al ribasso per fattori geopolitici).
I dati di ieri obbligheranno la BCE a una nuova revisione al rialzo delle proiezioni di inflazione, in marzo, ma non escludono che lo scenario di base (discesa verso il 2% in assenza di nuovi shock sull’energia) sia corretto.

REGNO UNITO – In calendario per oggi anche la riunione di politica monetaria della Bank of England: prevediamo un rialzo del tasso ufficiale di 25pb a 0,50%.
Il MPC dovrebbe inoltre decidere di iniziare a ridurre lo stock di acquisti interrompendo i reinvestimenti dei titoli in scadenza.
Da monitorare anche l’evoluzione delle previsioni di crescita e inflazione, importanti per valutare.

STATI UNITI – Alla commissione bancaria del Senato ci saranno le audizioni di Raskin, Cook e Jefferson, candidati da Biden per le posizioni vacanti nel Board of Governors della Fed.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è sceso ulteriormente ieri, penalizzato dal calo degli occupati ADP che hanno registrato un decremento, contro attese per un incremento, seppure più blando rispetto al mese precedente.
Il dato è dovuto a Omicron e si tratta di una situazione temporanea, di cui il dollaro può comunque provvisoriamente risentire.
Questa mattina è in leggero recupero, ma le attese oggi sono di calo anche per l’ISM non-manifatturiero, il che potrebbe contribuire a mantenerlo sulla difensiva.
Il dollaro comunque si muoverà anche di riflesso alla reazione di euro e sterlina dopo le riunioni di BCE e BoE.

EURL’euro si è rafforzato ulteriormente ieri da 1,1265 a 1,1330 EUR/USD, anche grazie al dato sull’inflazione dell’area che ha sorpreso verso l’alto mostrando un nuovo aumento contro attese di calo, favorendo la salita dei rendimenti dell’area e il restringimento dei differenziali rispetto agli USA.
Questa mattina è in lieve arretramento, ma importante oggi sarà la riunione BCE, dalla quale non ci si attendono sostanziali novità rispetto al messaggio già trasmesso a dicembre.
Tuttavia, sarà comunque da verificare se/come la BCE stia guardando all’evoluzione dello scenario di inflazione, soprattutto alla luce dei dati più recenti e della corrispondente reazione di mercato.
Eventuali commenti che aprissero all’ipotesi di una velocizzazione del processo di normalizzazione della politica monetaria favorirebbero ulteriormente l’euro.
In assenza invece di segnali in tal senso il cambio potrebbe arretrare, ma in misura probabilmente modesta, sia per via della generalizzata debolezza del dollaro in questi giorni, sia perché comunque la BCE dovrà affrontare presto, forse già a marzo (quando pubblicherà l’aggiornamento delle previsioni di inflazione e di crescita), il tema dell’inflazione e la conseguente strategia di policy.
Il cambio dovrebbe pertanto mantenersi ancora all’interno del range in atto da tre mesi tra 1,11 e 1,14 EUR/USD.

GBPLa sterlina si è rafforzata ancora ieri sulla debolezza del dollaro, mantenendosi comunque in area 1,35 GBP/USD.
Il rafforzamento si è esteso anche contro euro, ma i movimenti sono rimasi contenuti in area 0,83 EUR/GBP.
Questa mattina è in lieve calo su entrambi i fronti, ma cruciale oggi sarà l’esito della riunione BoE, non tanto per la decisione immediata, dato che un secondo rialzo dei tassi da 0,25% a 0,50% dopo quello di dicembre è considerato pressoché scontato, quanto per le indicazioni sul sentiero di normalizzazione successivo.
L’ampia salita dell’inflazione e la persistenza delle pressioni verso l’alto sui prezzi, in un contesto dove le condizioni del mercato del lavoro sono innegabilmente “tese”, dovrebbe giustificare un ciclo di complessivi tre-quattro rialzi quest’anno (il mercato ne sconta quattro).
Il dubbio (se tre o quattro) è dovuto principalmente alla strategia che verrà adottata per la riduzione del QE che sarà avviata già quest’anno.
La BoE potrebbe infatti fare una breve pausa nella sequenza dei rialzi quando deciderà di iniziare a ridurre il QE per valutare la reazione di mercato, onde evitare il rischio di una restrizione eccessiva.
La BoE aveva infatti indicato che una volta che il bank rate fosse salito a 0,50% avrebbe smesso di re-investire i titoli che giungevano a scadenza nell’ambito del programma di acquisto.
Su questo la BoE dovrebbe dare indicazioni già oggi, prospettando la fine dei reinvestimenti a breve, probabilmente già da marzo.
La graduale riduzione del bilancio partirà invece solo dopo che il bank rate sarà salito a 1,0%, ma non in modo meccanico, nel senso che potrebbe partire anche a livelli del bank rate superiori all’1,0%.
E su questo non è detto che giungano indicazioni più dettagliate già alla riunione odierna.
L’altro tema chiave sarà però il sentiero atteso dei tassi anche al di là di quest’anno, in particolare l’anno prossimo, su cui permane elevata incertezza.
E a questo proposito importanti saranno le nuove previsioni non solo di inflazione ma anche di crescita che verranno pubblicate oggi nel MPR aggiornato.
Nel MPR di novembre infatti emergeva una previsione di ripresa economica ancora molto robusta quest’anno, ma un forte rallentamento nel prossimo biennio, una volta venute meno le politiche espansive adottate per fronteggiare la crisi pandemica, aspetto che poteva giustificare un ciclo di rialzi dei tassi relativamente modesto.
Se le nuove previsioni macro saranno coerenti con l’avvio di un processo di normalizzazione/restrizione più consistente rispetto a quanto atteso attualmente dal mercato, la sterlina potrà apprezzarsi sia contro dollaro sia contro euro (rispetto a quest’ultimo anche aggiornando i massimi da 0,83 a 0,82 EUR/GBP).

JPYLo yen si è rafforzato ancora ieri sul calo del dollaro, ma in misura modesta, mantenendosi in area 114 USD/JPY.
Contro euro è rimasto pressoché stabile in area 129 EUR/JPY.
Questa mattina è in lieve calo su entrambi i fronti.
L’upside della valuta nipponica contro dollaro dovrebbe restare contenuto entro quota 113 USD/JPY. Ulteriore indebolimento si avrà invece quando i rendimenti a lunga USA torneranno a salire.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Sul fronte dei dati la stima finale del PMI dei servizi dovrebbe confermare il calo a 51,2 da 53,1 precedente, in Italia vediamo un calo di almeno due punti dal 53 di dicembre.

STATI UNITI – L’ISM dei servizi a gennaio dovrebbe correggere a 61,5 da 62,3 di dicembre per via del deterioramento del quadro sanitario e dell’aumento dei contagi.
L’attività dovrebbe essere stata rallentata dall’assenza dei lavoratori contagiati (istruzione, sanità, ospitalità).
Le imprese dovrebbero riportare che gli effetti di Omicron sono probabilmente temporanei, ma continuare a segnalare estrema difficoltà a reperire manodopera.