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3 Dicembre 2021 – nota economica giornaliera

AREA EURO
 – Ieri le rilevazioni di ottobre sul mercato del lavoro hanno riportato un calo del tasso di disoccupazione in area euro (7,3% da 7,4%) ed un incremento in Italia (9,4% da 9,2%).
L’incremento del tasso dei senza lavoro in Italia è spiegato da un ampio calo degli inattivi che non si è tradotto interamente in nuovi posti di lavoro (la crescita delle persone in cerca di occupazione è risultata infatti superiore a quella degli occupati).
– Il PPI è cresciuto del 5,4% m/m ad ottobre che ha portato l’inflazione dei prezzi alla produzione al 21,9%.
Il dato conferma la presenza di forti pressioni inflattive a monte della catena produttiva dei beni manufatti e segnala la presenza di un forte potenziale di trasferimento dei maggiori costi produttivi agli utilizzatori finali nei prossimi mesi.

STATI UNITI – Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione hanno mostrato un aumento a 222 mila a fine novembre, probabilmente dovuto a problemi di destagionalizzazione intorno a Thanksgiving, ma comunque su un livello in linea con la media 2019 (a 218 mila) e con un mercato del lavoro sotto pressione.

CINA – Il PMI dei servizi rilevato da Caixin Markit è sceso da 53,8 in ottobre a 52,1 in novembre spinto al ribasso da un netto rallentamento degli ordini (da 54,1 in ottobre a 50,7 in novembre) e, in misura minore, della produzione mentre sono lievemente salite sia la componente dell’occupazione, che a 50,7 rimane in territorio di moderata espansione, sia quella delle aspettative.
Il calo del PMI sia dei servizi sia del settore manifatturiero ha determinato una modesta discesa del PMI composito da 51,5 in ottobre a 52,1 in novembre.

 

COMMENTI:

GERMANIA – Ieri il Governo tedesco ha approvato misure restrittive più severe per frenare i contagi da COVID-19.
In particolare, l’accesso a ristoranti, luoghi di intrattenimento e negozi non essenziali sarà possibile nel rispetto della regola “2G”; ai non vaccinati, invece, sarà concesso solamente di incontrarsi con non più di due persone esterne al nucleo familiare.
Saranno previste ulteriori limitazioni per gli eventi sportivi e culturali e la chiusura di club e discoteche nelle zone dove si superano i 350 contagi su 100 mila abitanti in sette giorni.

STATI UNITI
 – Dalla Fed sono arrivati nuovi messaggi super-hawkish.
Quarles (Board Fed, dimissionario a fine 2021) ha detto che la Fed deve prepararsi ad alzare i tassi, alla luce del nuovo scenario di inflazione persistentemente elevata.
Secondo Quarles, le pressioni sui prezzi derivano soprattutto da un livello della domanda molto superiore a quello pre-Covid.
A suo avviso la Fed deve intervenire per rallentare la domanda, perciò è opportuno accelerare il ritmo del tapering.
Bostic (Atlanta Fed) ha detto che in base ai dati recenti sarebbe appropriato per la Fed anticipare la svolta dei tassi, pertanto il tapering dovrebbe essere concluso “prima piuttosto che dopo”.
Anche Daly (San Francisco Fed), pur con sfumature più dovish, si è detta favorevole ad accelerare il tapering perché la Fed dovrebbe essere pronta ad anticipare la svolta dei tassi se necessario.
Bullard (St Louis Fed) ha detto che la Fed ha un approccio di gestione del rischio.
L’anticipo e accelerazione del tapering permetteranno alla politica monetaria di rispondere in modo appropriato allo scenario di inflazione che si realizzerà, con un possibile anticipo della svolta dei tassi se l‘inflazione resterà elevata o con maggiore pazienza se l’inflazione scenderà autonomamente.
– Ieri, Camera e Senato hanno approvato un’estensione fino a febbraio 2022 delle leggi di spesa in scadenza oggi, evitando una possibile chiusura degli uffici federali.

OPEC – L’OPEC+ ha confermato ieri l’aumento della produzione di greggio per 400mila barili al giorno da gennaio.
Contemporaneamente, tuttavia, ha avvisato che il cartello potrebbe riunirsi anche prima del 4 gennaio se la domanda iniziasse a risentire negativamente per l’impatto dei contagi legati alla nuova variante virale Omicron.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato ulteriormente tra ieri e oggi, favorito dalla salita dei rendimenti sia a breve che a lunga, in linea con il messaggio di altri discorsi Fed che hanno convalidato lo scenario di accelerazione del tapering già questo mese e con i dati sui sussidi di disoccupazione, saliti meno del previsto su base settimanale.
Oggi i riflettori saranno sull’employment report, atteso positivo.
La prospettiva che la Fed possa anticipare l’anno prossimo l’avvio del ciclo di rialzi dei tassi dovrebbe favorire un rafforzamento di fondo del dollaro, al di là di eventuali nuovi cedimenti transitori, soprattutto nel breve.

EURL’euro ha proseguito il calo da 1,13 a 1,12 EUR/USD sul recupero del dollaro, penalizzato anche dal ri-allargamento dei differenziali di rendimento.
L’annuncio ieri in Germania di misure più restrittive per frenare i contagi tiene tra l’altro i riflettori puntati sul perdurante rischio pandemico, pesando negativamente sulla moneta unica.
Dalla BCE Lagarde questa mattina si è detta fiduciosa che il PEPP verrà concluso a marzo, ripetendo che i tassi non saranno alzati l’anno prossimo ma aggiungendo che quando si realizzeranno le condizioni della forward guidance la BCE non esiterà ad agire.
Maggiore sarà l’enfasi che la BCE metterà sul rischio inflazione alla riunione di questo mese, minore sarà il downside dell’euro, ma nel breve la tempestività d’azione della Fed dovrebbe favorire ancora il dollaro, spingendo il cambio EUR/USD verso una nuova discesa tra 1,12 e 1,10.

GBPLa sterlina si è temporaneamente rafforzata ieri sia contro dollaro da 1,32 a 1,33 GBP/USD sia contro euro da 0,85 a 0,84 EUR/GBP aiutata in parte dalla notizia dell’approvazione nel Regno Unito di un farmaco che parrebbe essere efficace contro la variante Omicron.
Oggi però è di nuovo in calo, complice sia la generalizzata forza del dollaro sia il ridursi della probabilità che la BoE alzi i tassi già questo mese.
E non emergono per ora spiragli nemmeno sul fronte dei contrasti con l’UE sul protocollo nordirlandese.
Oggi saranno le dinamiche di dollaro a dominare, in relazione all’employment report: se non deluderà, la sterlina dovrebbe rimanere sulla difensiva soprattutto contro dollaro.

JPYAnche lo yen è sceso contro dollaro da 112 a 113 USD/JPY sulla risalita dei rendimenti USA, calando anche contro euro da 127 a 128 EUR/JPY, ma in misura più contenuta per via del contestuale calo dell’EUR/USD.
A meno di un nuovo significativo aumento della risk aversion lo yen dovrebbe indebolirsi ulteriormente in vista del FOMC di dicembre.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – Le stime finali degli indici PMI dei servizi di novembre potrebbero subire una revisione verso il basso a 56,4 da 56,6 dopo l’inatteso rialzo registrato dalla lettura preliminare per via del recente deterioramento della situazione sanitaria non rilevato dalla lettura flash.
La limatura più ampia dovrebbe quindi riguardare la Germania (53,0 da 53,4) ma è comunque probabile che solo le indagini di dicembre risentano pienamente dei più recenti sviluppi.
– Le vendite al dettaglio in ottobre potrebbero rimbalzare di +0,2% m/m dopo la flessione di -0,3% m/m di settembre.

FRANCIA – La produzione industriale dovrebbe essere rimasta stagnante dopo la contrazione di -1,3% m/m registrata nel mese precedente.
L’industria francese continua ad essere penalizzata dalle strozzature all’offerta ma iniziano ad emergere i primi segnali di ridimensionamento.

STATI UNITI
– Oggi è il giorno dell’employment report, che a novembre dovrebbe registrare una variazione di 600 mila occupati.
Nel settore privato la crescita occupazionale dovrebbe essere solida in tutti i comparti, con un’accelerazione nel manifatturiero e nelle costruzioni, oltre che un’ulteriore ripresa nei servizi, spinti a novembre dalla riapertura del periodo dei viaggi e delle riunioni familiari.
In tutti i settori, ma in particolare nei servizi (istruzione, sanità e ristorazione) la scarsità di manodopera dovrebbe continuare a frenare la dinamica occupazionale.
Il focus sarà sulla partecipazione, attesa circa stabile sui livelli dei mesi precedenti, e sui salari orari, previsti in rialzo di 0,4% m/m.
Il tasso di disoccupazione dovrebbe calare a 4,4% per via del mancato rialzo della forza lavoro a fronte del persistente aumento della domanda.
I dati dovrebbero dare supporto alla previsione di un annuncio di raddoppio del ritmo del tapering alla riunione del FOMC di metà dicembre.
– L’ISM non manifatturiero di novembre dovrebbe correggere a 65,6 da 66,7 di ottobre, mantenendosi in territorio ampiamente espansivo, con indicazioni positive per la crescita e una possibile stabilizzazione dell’indice dei prezzi, su livelli record ma almeno non più in aumento.