Seguci su twitter

Categorie

3 Agosto 2023 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Questa mattina le esportazioni sono risultate poco più che stagnanti a giugno (+0,1% m/m come nel mese precedente).
Il dato è sintesi di un aumento delle vendite verso i Paesi dell’Eurozona a fronte di un calo verso il resto del mondo (soprattutto Cina e Russia, ma correggono anche le esportazioni verso Usa e Regno Unito).
Le importazioni sono calate di un più marcato -3,4% m/m da un precedente +1,4% (rivisto da +1,7%).
L’avanzo commerciale è quindi salito a 18,7 miliardi da 14,6 miliardi di maggio, un massimo da gennaio 2021.
In questa fase il recupero del saldo commerciale continua a beneficiare della normalizzazione dei prezzi dell’import, ma nei prossimi mesi sarà il rallentamento dell’export, in scia ad un minor vigore della domanda globale, a prevalere.

STATI UNITI – Ieri il rapporto ADP di luglio ha sorpreso al rialzo registrando una crescita degli occupati privati non agricoli di 324 mila unità, in rallentamento solo moderato dalle 455 mila del mese precedente (dato rivisto al ribasso da 497 mila).
Come nei mesi precedenti, sono stati i settori legati ad ospitalità e ricreazione a trainare le assunzioni, mentre si conferma la debolezza della manifattura, dove gli occupati sono calati per il quinto mese.
Le rilevazioni sulle retribuzioni offrono infine ulteriori segnali di attenuazione delle pressioni salariali diffuse a jobstayers e job-changers.
Al netto della consueta cautela nel trarre implicazioni per l’employment report del BLS, i dati ADP, congiuntamente alle rilevazioni sui job openings di giugno, paiono compatibili con un contesto occupazionale ancora robusto, dove il rallentamento della crescita del costo del lavoro si sta realizzando ad un costo limitato in termini di occupati.

CINA – Il PMI dei servizi rilevato da Caixin è salito da 53,9 in giugno a 54,1 in luglio, contrariamente alle attese (consenso Bloomberg: 52,4) e al PMI dei servizi rilevato dal NBS (sceso da 52,8 in giugno a 51,5 in luglio).
L’aumento del ritmo di espansione dell’attività è stato supportato soprattutto dall’incremento dei nuovi ordini e, in misura minore, dell’occupazione, mentre è marginalmente rallentata l’inflazione dei prezzi sia di acquisto sia di vendita.
Le imprese, tuttavia, hanno espresso minor ottimismo sulle prospettive a un anno del settore: la relativa componente è scesa di oltre tre punti rispetto a giugno, portandosi a 61,7, il livello più basso da novembre 2022.
Il PMI composito è sceso da 52,5 in giugno a 51, 9 in luglio, trainato al ribasso dal calo del PMI manifatturiero.

 

COMMENTI:     

REGNO UNITO – In calendario per oggi anche la riunione di politica monetaria della Bank of England: ci aspettiamo un rialzo dei tassi da 25pb che porterebbe il bank rate al 5,25%.
Da monitorare con attenzione le nuove previsioni di crescita e inflazione.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato ulteriormente ieri sui dati degli occupati ADP che hanno sorpreso positivamente aumentando più delle attese.
Se oggi anche i sussidi di disoccupazione e l’ISM non-manifatturiero, previsti in indebolimento, dovessero invece offrire altre sorprese favorevoli, il rafforzamento del dollaro proseguirebbe.
L’altro test importante sarà domani l’employment report.

EURL’euro invece è in calo continuativo da inizio settimana da 1,10 a 1,09 EUR/USD, complice anche il generalizzato rafforzamento del dollaro.
I dati dell’area di questa mattina si sono rivelati più deboli delle attese (PMI servizi italiano e dell’area) e la probabilità attea di mercato di un altro rialzo BCE ha continuato a scendere, attestandosi marginalmente sopra il 55%.
Eventuali sorprese positive dai dati USA potrebbero farlo scendere ancora (supporti chiave in area 1,08 EURUSD).

GBPAnche la sterlina è scesa sul rafforzamento del dollaro da 1,28 a 1,26 GBP/USD e più dell’euro rispetto al quale si è indebolita da 0,85 a 0,86 EUR/GBP, complice l’incertezza sull’esito della riunione BoE di oggi.
Le attese sono per un rialzo dei tassi di 25 pb, con rischio che la mossa sia di 50 pb.
Tuttavia, più importanti saranno le indicazioni sul sentiero di rialzi successivi che dipenderanno anche dalle proiezioni aggiornate di crescita e inflazione che verranno pubblicate nel nuovo MPR.
È possibile che per quest’anno la crescita venga rivista leggermente al rialzo e l’inflazione marginalmente al ribasso, ma ancora più importante sarà la previsione di inflazione a due anni, attualmente sotto target.
Se questa verrà rivista al rialzo verso il target la sterlina dovrebbe almeno in parte beneficiarne, perché avvalorerebbe l’ipotesi di maggiori rialzi dei tassi nel breve e una posticipazione dell’avvio del successivo ciclo di tagli dei tassi.

JPYLo yen mostra una dinamica contrastata: inizialmente in calo questa mattina contro dollaro in area 143 USD/JPY inoltrata sulla scia del generalizzato rafforzamento del biglietto verde, ora invece è in recupero fino in area 142 USD/JPY, sorretto sia dall’aumento della risk aversion dopo il downgrade USA di Fitch sia dalla tendenziale salita dei rendimenti a lunga giapponesi.
Tra oggi e domani comunque saranno ancora i dati USA a fare da driver: se dovessero sorprendere positivamente lo yen tornerebbe a indebolirsi.
Yen in rafforzamento anche contro euro da 157 a 155 EUR/JPY.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
– Oggi in Italia stimiamo un PMI servizi poco variato su livelli ancora espansivi a luglio: a 52,3 da 52,2 di giugno; l’indice composito dovrebbe quindi salire di un decimo a 49,8, sostenuto anche dal lieve miglioramento dell’indicatore manifatturiero.
In Spagna, il PMI servizi potrebbe rallentare a 53 da 53,4.
– Nell’Eurozona l’indice PPI dovrebbe calare per il sesto mese a giugno, stimiamo di -0,4% m/m.
Come nei mesi precedenti, saranno ancora l’energia e i beni intermedi a guidare la diminuzione dei costi di produzione.
La variazione annua è vista accelerare al ribasso a -3,4% da un precedente -1,6%: si tratterebbe di un nuovo minimo da giugno 2020.
L’inflazione dei prezzi alla produzione calerà ancora nei prossimi mesi, per toccare un minimo verso la fine dell’estate.

STATI UNITI – L’ISM dei servizi a luglio dovrebbe calare moderatamente, a 53,1, dopo il forte balzo a 53,9 di giugno.
I segnali dalle prime indagini nei servizi sono misti: il PMI flash ha registrato una riduzione a 52,4, mentre sia l’indice della Business Leaders Survey della NY Fed sia quello della Philadelphia Fed hanno rilevato modesti miglioramenti rispetto al mese precedente.
L’indice ISM dovrebbe confermare il proseguimento dell’espansione dell’attività, degli ordini e dell’occupazione, seppure a ritmi meno solidi.
L’indebolimento atteso del mercato del lavoro e l’esaurimento del risparmio in eccesso dovrebbero contribuire a ridurre la crescita della domanda di servizi, generando una quasi stagnazione della domanda aggregata nella parte finale dell’anno.