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2 Dicembre 2022 – nota economica giornaliera

ITALIA – Ad ottobre il tasso dei senza lavoro è calato di un decimo al 7,8%.
Rispetto al mese precedente sono diminuite le persone in cerca di occupazione (-0,4%, -8 mila unità) e gli inattivi (-0,5%, -62 mila) mentre sono aumentati gli occupati (+0,4%, +82 mila unità), con il tasso di occupazione che ha toccato un massimo dall’inizio delle rilevazioni (almeno dal 1977) al 60,5%.
I dati confermano la tenuta del mercato del lavoro nonostante il rallentamento ciclico.
Difficilmente il tasso di disoccupazione potrà scendere ancora ma ci aspettiamo un aumento solo moderato nei prossimi mesi.

AREA EURO
 – Le stime finali dei PMI manifatturieri di novembre hanno registrato revisioni al ribasso in Francia (48,3 da 49,1) e Germania (46,2 da 46,7), pur confermandosi in entrambi in rialzo rispetto al mese precedente.
Le prime stime per Italia e Spagna hanno anch’esse riportato un miglioramento del morale: in Italia il PMI manifatturiero è salito a 48,4 da 46,5 mentre in Spagna è cresciuto di un punto a 45,7.
L’indice relativo al complesso dell’Eurozona è stato quindi limato a 47,1 da 47,3, comunque in crescita dal 46,4 di ottobre ma su livelli ancora coerenti con una contrazione dell’attività nel settore.
– Ieri nell’Eurozona il tasso di disoccupazione è sceso per il terzo mese consecutivo ad ottobre, toccando un nuovo minimo storico al 6,5% da un precedente 6,6%.

GERMANIA – Poco fa, i prezzi all’import sono calati per il secondo mese a ottobre, di -1,2% m/m, rallentando a 23,5% da 29,8% precedente su base annua.
I dati sul commercio estero nello stesso mese hanno mostrato un calo molto più marcato per l’import (-3,7% m/m) che per l’export (-0,6% m/m), con un conseguente miglioramento del saldo commerciale destagionalizzato a 6,9 miliardi da 2,8 mld il mese precedente.

STATI UNITI
– Ieri, nel complesso i dati hanno segnalato consumi ancora in crescita solida, a fronte di segnali di indebolimento dell’attività e della domanda delle imprese, con indicazioni positive per il 4° trimestre ma decisamente fragili per i trimestri successivi.
A ottobre, la spesa personale ha sorpreso verso l’alto con un incremento di 0,8% m/m (0,5% m/m in termini reali), spinta in prevalenza dai beni (1,4% m/m), soprattutto durevoli, ma anche dai servizi (0,5% m/m).
I dati preliminari delle vendite di novembre segnalano però significativa debolezza in arrivo.
Il reddito personale è cresciuto di 0,7% m/m, più di quanto atteso dal consenso (0,4% m/m), in parte per via dell’effetto una tantum di crediti d’imposta statali.
Il reddito disponibile reale è cresciuto di 0,4% m/m sulla scia di questo effetto temporaneo, ma il tasso di risparmio è calato ancora, a 2,3%, sui minimi da metà 2005, confermando l’esaurimento del risparmio in eccesso accumulato durante la pandemia.
Il deflatore dei consumi e l’indice core hanno sorpreso verso il basso, con variazioni di 0,3% m/m (6% a/a) e 0,2% m/m (5% a/a) rispettivamente, confermando il rallentamento della dinamica dei prezzi, anche se i dati dei mesi precedenti sono stati rivisti verso l’alto (in particolare nei comparti della sanità e della finanza).
La mediana è in rialzo di 0,3% m/m (5,7% a/a).
– L’ISM manifatturiero a novembre è sceso sotto 50 per la prima volta da metà 2020, calando a 49 da 50,2 di ottobre.
L’indagine è omogeneamente debole e dà supporto allo scenario di recessione nel 2023, con ordini a 47,2 e occupazione a 48,4.
La produzione è ancora in territorio espansivo, grazie alla fine delle strozzature all’offerta, e i tempi di consegna si accorciano, grazie alla combinazione di domanda più debole e offerta non più vincolata.
L’indice dei prezzi conferma la fase disinflazionistica, calando ulteriormente a 43, da 46,6.
– La spesa in costruzioni a ottobre ha corretto di -0,3% m/m, con una contrazione significativa nel settore privato (-0,5% m/m), con contributi negativi sia del comparto residenziale, sia di quello non residenziale.
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione al 26 novembre sono calati a 225 mila, tornando sui livelli di due settimane fa, dopo l’aumento della settimana scorsa.

MONDO – Malgrado il miglioramento degli indici europei, il PMI manifatturiero globale è calato nettamente in novembre a 48,8, il livello più basso dal giugno 2020.
Il dettaglio evidenza debolezza del flusso di nuovi ordini, con ulteriore impoverimento del portafoglio di ordini da evadere (46,86) e ripercussioni sulla produzione (47,8).
L’indagine mostra un nuovo allentamento delle pressioni sui costi (59,2) e sui prezzi di vendita (56,2).

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – Oggi, i prezzi alla produzione nell’industria ad ottobre potrebbero essere calati per la prima volta da oltre due anni, di -2,7% m/m, per via della correzione dei prezzi energetici.
Rispetto allo scorso anno la crescita del PPI è attesa rallentare al 31% da un precedente 41,9%.
– In calendario anche il dato di produzione industriale di ottobre in Francia, vista in calo di -0,7% m/m.

STATI UNITI – Il principale focus della giornata di oggi sarà sui dati sul mercato del lavoro di novembre.
Gli occupati non agricoli dovrebbero aumentare di 190 mila unità, proseguendo sul sentiero di rallentamento della dinamica occupazionale generato da una domanda più contenuta.
I dati dovrebbero mostrare debolezza non solo nel manifatturiero e nelle costruzioni, come evidenziato dalla stima ADP degli occupati non agricoli privati a novembre e dalla riduzione delle posizioni aperte di ottobre, ma anche in alcuni comparti del settore dei servizi.
Il tasso di disoccupazione dovrebbe essere stabile a 3,7%, con un modesto aumento della forza lavoro.
I salari orari sono previsti in rialzo di 0,3% m/m, con variazioni più ampie nei comparti della fascia bassa delle retribuzioni orarie, dove è concentrata anche la maggior crescita occupazionale.
I dati oggi dovrebbero quindi continuare a mostrare un mercato del lavoro al pieno impiego, ma anche segnalare una domanda in costante rallentamento.
Il trend verso il basso dei nuovi occupati dovrebbe proseguire alla luce dei dati delle indagini, con il consueto ritardo rispetto ai tempi degli indicatori di attività.
Il Challenger Report di novembre riporta annunci di riduzione di manodopera pari a 76.835, in aumento di 127% m/m e 417% a/a, sui livelli di inizio 2021.