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1 Dicembre 2022 – nota economica giornaliera

ITALIA – L’inflazione calcolata sull’indice nazionale è risultata stabile all’11,8%, mentre l’indice armonizzato UE è calato al 12,5% dal 12,6% di ottobre.
Nel mese i prezzi sono cresciuti di 0,5% m/m sul NIC e di 0,6% m/m sull’IPCA.
Il rallentamento tendenziale dell’energia (da 71,1% a 67,3%; +2,3% m/m) è stato compensato dall’accelerazione di alimentari e beni manufatti al netto dell’energia; sono rimasti stabili al 4,3% i servizi.
L’inflazione di fondo è salita al 5,7% a/a da un precedente 5,3%; ci aspettiamo ulteriori rialzi nei prossimi mesi.

ITALIA – La seconda stima ha confermato che nel 3° trimestre il PIL è cresciuto di 0,5% t/t (2,6% a/a).
La crescita è trainata dai consumi privati, che hanno confermato l’ampio rialzo di 2,5% t/t visto nei tre mesi precedenti, mentre sono calati per il secondo trimestre i consumi pubblici (-0,2% t/t da -1,2%).
In decelerazione gli investimenti fissi (0,8% t/t da 1,5%), frenati dalla contrazione delle costruzioni (-1,3% t/t da 0,8%) a fronte di una riaccelerazione per la spesa in macchinari (2% t/t da 1,9%) e in mezzi di trasporto (10,1% t/t da 4,5%).
La domanda interna ha contribuito positivamente alla crescita per +1,6% t/t mentre le scorte hanno fornito un apporto positivo di due decimi.
Ampiamente negativo invece il contributo degli scambi con l’estero (-1,3% t/t), per via di un ritmo di crescita ancora molto sostenuto per l’import (4,2% t/t) a fronte di un export sostanzialmente stagnante.

AREA EURO – Ieri l’inflazione è calata per la prima volta da giugno 2021, al 10% da 10,6% di ottobre, mentre l’indice core è cresciuto ancora, al 6,6% dal 6,4%.
I prezzi al consumo hanno segnato una flessione di -0,1% m/m, ma sono saliti di 0,2% m/m al netto di food & energy.
La flessione congiunturale è dovuta alle componenti energia (-1,9% m/m) e servizi (-0,3%), mentre crescono i prezzi di alimentari (+0,9% m/m) e beni industriali non energetici (+0,4%).

FRANCIA
– L’inflazione è risultata stabile al 6,2% sull’indice nazionale e al 7,1% sull’armonizzato. L’accelerazione di alimentari (12,2% da 12% precedente) e beni manufatti (4,4% da 4,2% di ottobre) è stata compensata dal rallentamento di energia (18,5% da 19,1%) e servizi (3% da 3,1%).
– Sempre ieri, la spesa per consumi è calata di -2,8% m/m ad ottobre da un precedente 1,3% m/m.
È probabile che il crollo dei consumi di energia, oltre a dipendere da condizioni climatiche migliori della media stagionale, rifletta anche problematiche di contabilizzazione dovute agli scioperi nelle raffinerie che hanno aperto un divario tra le quantità consegnate (su cui viene calcolato il dato) e quelle effettivamente acquistate.
Tuttavia, la flessione riguarda anche tutte le altre componenti di spesa e segnala un generale indebolimento dei consumi privati a fine 2022.
– Confermata a 0,2% t/t (1% a/a) la crescita del PIL francese durante l’estate.

GERMANIA
– Il tasso di disoccupazione è cresciuto di un decimo in novembre, portandosi così al 5,6%.
– Questa mattina le vendite al dettaglio sono calate più delle attese ad ottobre, di -2,8% m/m (-5% a/a) dopo che il dato del mese precedente è stato rivisto al rialzo di tre decimi a 1,2% m/m.
La più ampia flessione mensile da dicembre 2021 conferma il progressivo indebolimento della domanda tedesca e punta verso una contrazione dei consumi privati a fine 2022.

BELGIO – La crescita del PIL nel 3° trimestre è stata rivista al rialzo a 0,2% t/t (1,9% a/a) da un precedente -0,1% t/t.
La crescita dei consumi privati (0,7% t/t da 1,2% del 2° trimestre) ha compensato la seconda contrazione consecutiva degli investimenti fissi (-0,5% t/t da -1,6%), mentre sono rimasti stagnanti i consumi pubblici.
Anche le scorte hanno contribuito positivamente, mentre le esportazioni nette hanno frenato la crescita.
Dopo sette trimestri di espansione ci aspettiamo una contrazione del PIL tra l’autunno e l’inverno: dopo il 3% stimato per il 2022, ci attendiamo una crescita nulla in media annua nel 2023.
Dopo la revisione del dato belga di ieri e tedesco della scorsa settimana, è possibile che la crescita relativa al complesso dell’Eurozona (in calendario la prossima settimana) venga rivista al rialzo di un decimo allo 0,3% t/t.

STATI UNITI
 – La seconda stima del PIL del 3° trimestre è stata più solida delle attese, con una variazione di 2,9% t/t ann.
– Il Beige Book riporta attività stabile o in crescita modesta, frenata dai rialzi dei tassi e dall’inflazione.
Le imprese riportano incertezza e pessimismo sullo scenario in aumento.
La domanda è in rallentamento in tutti i settori.
Sul mercato del lavoro, le assunzioni sono poco variate e anche qui la domanda è in calo, anche se le imprese sono riluttanti a licenziare alla luce della difficoltà a trovare manodopera, se necessario. Le pressioni sui salari stanno diminuendo.
I prezzi sono in aumento, ma a ritmi più moderati per via della fine delle strozzature all’offerta e della domanda più debole.
– I dati hanno segnalato una graduale riduzione delle pressioni sul mercato del lavoro.
La stima ADP degli occupati non agricoli privati di novembre ha registrato un incremento di solo 127 mila unità, con segnali di svolta nel manifatturiero (-100 mila) e nelle costruzioni (-2 mila), a fronte di crescita solida per i servizi (213 mila) e l’estrattivo (16 mila).
Nei servizi si riscontra ampia variabilità, con contrazioni nella finanza ( -34 mila), nell’IT (-23 mila), nei servizi alle imprese (-77 mila), e rialzi concentrati nel tempo libero e ricreazione (224 mila) e in sanità/istruzione (55 mila).
Per quanto riguarda i salari, l’indagine riporta ulteriore moderazione, anche se la dinamica rimane forte: per i “job-stayers” i salari sono in aumento di 7,6% a/a, per i “job switchers” la variazione è di 15,1% a/a.
La chief economist di ADP rileva che la restrizione monetaria sta generando una riduzione della dinamica occupazionale e salariale e il numero di dimissioni volontarie.
La Job Openings and Labor Turnover Survey di ottobre mostra un ulteriore calo delle posizioni aperte, a 10,3 mln (-353 mila), guidate soprattutto da costruzioni e manifatturiero e una modesta riduzione delle dimissioni volontarie.
Il job openings rate, il quits rate e il rapporto posizioni vacanti/disoccupati (su un livello sempre elevato, ma in calo a 1,7) sono ora sui minimi da metà 2021.

CINA – Il PMI manifatturiero rilevato da Caixin-Markit, contrariamente a quello del NBS e alle aspettative di consenso (Bloomberg: 48,9), è lievemente salito da 49,2 in ottobre a 49,4 in novembre, segnalando comunque che l’attività economica rimane debole.
La flessione è imputabile soprattutto alla diminuzione della componente occupazione (da 48,7 in ottobre a 47,6 in novembre), della produzione, degli acquisti e delle scorte.
Si registra una modesta accelerazione dell’inflazione dei prezzi degli input e una lieve contrazione dei prezzi di vendita.
Gli ordini sono rimasti in territorio di contrazione, con un lieve aumento per gli ordinativi totali e un marginale calo per le commesse dall’estero, segnalando che la domanda rimane debole.

 

COMMENTI:

STATI UNITI – Ieri, Powell ha dato supporto alla previsione di un rialzo di 50pb alla prossima riunione, affermando che “il momento per ridurre il ritmo degli aumenti potrebbe venire già a dicembre”.
Powell ha sottolineato i progressi recenti sul fronte dell’inflazione e l’aspettativa di un ridimensionamento della dinamica dei prezzi dei beni e dei settori sensibili ai tassi di interesse, come l’abitazione.
Tuttavia, Powell ha notato che la strada verso la stabilità dei prezzi è ancora lunga e deve passare attraverso una riduzione della domanda di lavoro, dato il mercato è ancora in fase di surriscaldamento e l’offerta è insufficiente, con crescita salariale incompatibile con l’obiettivo di inflazione.
Sui tassi, Powell ha ripetuto che probabilmente il punto di arrivo nel 2023 sarà più alto rispetto alle proiezioni di settembre.

 

PREVISIONI:

ITALIA – Il tasso di disoccupazione è atteso in aumento di un decimo all’8%.

ITALIA – Il PMI manifatturiero è atteso salire a 47,5 a novembre da 46,5 di ottobre, in linea con quanto emerso dall’indagine Istat sulle imprese industriali.

AREA EURO
– Oggi il tasso di disoccupazione dovrebbe essere rimasto invariato al 6,6% ad ottobre.
Ci aspettiamo un moderato aumento nei prossimi mesi, ma per il momento il mercato del lavoro ha dimostrato una buona tenuta.
La crescita delle assunzioni sta rallentando ma le indagini di fiducia non sono ancora coerenti con un calo degli occupati, mentre le posizioni vacanti si stanno stabilizzando su livelli elevati.
– Anche le stime finali dei PMI manifatturieri in Germania, Francia ed eurozona dovrebbero confermare il minor pessimismo delle aziende a novembre.

STATI UNITI
– Oggi ci sono molti dati in uscita.
L’ISM manifatturiero di novembre dovrebbe scendere a 49,5, marginalmente sotto la soglia di 50, con indicazioni di stagnazione dell’attività in presenza di un miglioramento dal lato dell’offerta (fine delle strozzature) ma anche di un indebolimento della domanda.
Il risultato potrebbe essere un aumento delle scorte, insieme a una riduzione dei tempi di consegna.
Questi due elementi contribuiranno nei prossimi mesi a sostenere l’indice, pur essendo associati a un deterioramento dello scenario.
L’indice dei prezzi dovrebbe proseguire sul trend in calo.
– Fra i dati di ottobre, il deflatore core dovrebbe essere in aumento di 0,3% m/m, come il CPI.
La spesa personale dovrebbe mostre una variazione solida anche in termini reali, diffusa sia ai beni sia ai servizi, mentre il reddito dovrebbe registrare un rialzo di 0,3% m/m, generando un nuovo calo del tasso di risparmio.