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1 Dicembre 2021 – nota economica giornaliera

ITALIA – La seconda stima del PIL ha confermato una crescita di 2,6% t/t nel 3° trimestre (la variazione tendenziale è stata rivista al rialzo di un decimo al 3,9%) guidata dalla domanda interna ma anche le esportazioni nette hanno fornito un apporto positivo.

AREA EURO – L’inflazione a novembre ha toccato un nuovo massimo storico dall’inizio delle rilevazioni nel 1997: a 4,9% a/a da 4,1%.
È ancora l’energia a trainare l’inflazione ma si registrano anche accelerazioni per la crescita dei prezzi di beni industriali e servizi.
La misura core BCE, al netto di alimentari freschi ed energia, è infatti salita al 2,6% a/a da 2,1% precedente, anche se l’aumento risente anche di effetti base favorevoli legati all’indice tedesco.
Tra le principali economie dopo il record tedesco di lunedì l’inflazione ha accelerato anche in Francia (a 3,4% a/a da 3,2%) e in Italia (4,0% a/a da 3,2% a/a).

FRANCIA – La crescita del PIL nel 3° trimestre è stata confermata al 3,0% t/t (3,3% a/a) mentre i consumi di beni sono calati di -0,4% m/m ad ottobre dopo l’incremento di +0,2% m/m di settembre (rivisto al rialzo da -0,2% m/m).

GERMANIA
 – Le vendite al dettaglio di ottobre sono calate di -0,3% m/m (- 2,9% a/a), dopo la precedente flessione di -1,9% m/m (rivista da -2,5% m/m); il calo è imputabile in parte a problemi nel trasporto delle merci.
– Il tasso di disoccupazione è sceso al 5,3% in novembre, un decimo in meno rispetto al mese precedente.

CINA – Il PMI del settore manifatturiero rilevato da Caixin è sceso da 50,6 in ottobre a 49,9 in novembre, contrariamente alle attese (Consenso Bloomberg 50,6) e alla rilevazione dell’Ufficio Statistico pubblicata ieri.
Alla flessione ha contribuito un calo degli ordini sia totali, scesi nuovamente poco sotto 50, sia esteri, dove si registra però un rallentamento della contrazione (da 48,1 in ottobre a 49,9 in novembre).
A questi fattori si sono aggiunti un ulteriore calo della componente occupazione, che rimane in territorio di flessione da quattro mesi, e un lieve aumento dei tempi di consegna.
La produzione ha invece superato di poco quota 50, portandosi a 50,1 in novembre da 48,8 in ottobre, grazie al miglioramento delle forniture di energia elettrica.
Similmente a quanto accaduto nella rilevazione dell’Ufficio Statistico, le componenti dei prezzi hanno registrato una forte discesa, ritornando sui livelli di ottobre 2020.
Nel complesso l’indice segnala condizioni generalmente stabili per il settore manifatturiero dopo il miglioramento di ottobre.

 

COMMENTI:

STATI UNITI – Oggi, Powell e Yellen testimonieranno nuovamente in Congresso.
L’audizione di Powell dovrebbe ricalcare quella di ieri al Senato, con segnali di volontà di accelerare il tapering per contrastare le crescenti pressioni inflazionistiche, più persistenti del previsto.
Ieri Powell ha chiaramente spostato la comunicazione in direzione hawkish, affermando che non è più appropriato definire come “transitoria” l’inflazione elevata.
Secondo Powell, il focus della Banca centrale ora è sul controllo della dinamica dei prezzi, necessario anche per il raggiungimento della massima occupazione.
Con l’economia forte e le pressioni inflazionistiche elevate, è appropriato chiudere il programma di acquisti con qualche mese di anticipo, dato che “ogni dollaro (di acquisti) aggiunge stimolo”.
A nostro avviso, il FOMC annuncerà il raddoppio del ritmo di tapering, a 30 mld al mese, per concludere il programma a marzo e avere le mani libere per un possibile rialzo dei tassi già a giugno, se necessario.
La decisione sul tapering è ancora condizionata alla pubblicazione dell’employment report il 3/12 e del CPI il 10/12, ma riteniamo che i dati in uscita non modificheranno il quadro di inflazione in rialzo e mercato del lavoro in sotto pressione.
Contrariamente al passato, dal fronte politico Powell ha avuto supporto per intervenire con misure di contenimento dell’inflazione.
Durante l’audizione, Yellen ha ripetuto che è urgente un intervento sul fronte del limite del debito: in assenza di un rialzo o di una sospensione del limite attuale, il Tesoro potrebbe non essere in grado di far fronte ai propri impegni già a partire dal 15 dicembre.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato ieri dopo la testimonianza di Powell, ma non è riuscito a mantenere i guadagni e alla fine ha chiuso la sessione in calo.
Powell ha dichiarato che non è più appropriato definire l’inflazione come “transitoria” spiegando che alla luce dei rischi inflazionistici è invece opportuno chiudere il programma di acquisti con qualche mese di anticipo, veicolando un messaggio hawkish.
Tuttavia, le nuove incertezze sulla crescita dovute alla variante Omicron inducono alla cautela ed è sostanzialmente questo che ha impedito al dollaro di mantenere i rialzi post-testimonianza di Powell.
I dati di oggi, occupati ADP e ISM, sono attesi positivi e a meno di delusioni dovrebbero poter agevolare almeno una stabilizzazione se non un leggero rafforzamento del biglietto verde.

EUR – L’euro è sceso ieri da 1,13 a 1,12 EUR/USD sulle parole di Powell ma di riflesso al ripiegamento del dollaro è poi risalito chiudendo ancora al rialzo.
Di supporto era stato in mattinata anche il dato di inflazione risultato più alto delle attese.
Tuttavia, fino a che la retorica della BCE rimane cauta, l’upside dell’euro dovrebbe restare contenuto (entro 1,14 EUR/USD) lasciando spazio per una nuova discesa quando il dollaro tornerà a rafforzarsi in vista di una probabile accelerazione del tapering Fed a breve.

GBPAnche la sterlina ha corretto ieri contro dollaro sulle dichiarazioni di Powell da 1,33 a 1,31 GBP/USD, ma diversamente dall’euro, pur riprendendosi successivamente, ha chiuso comunque al ribasso. Contro euro infatti è scesa da 0,84 a 0,85 EUR/GBP.
La valuta britannica mostra una maggior sensitivity negativa ai rischi dovuti ad Omicron, ma ieri hanno pesato anche le parole di Mann che ha dichiarato che è prematuro parlare di timing dei rialzi dei tassi BoE, aggiungendo che la valutazione dei rischi associati alla nuova variante richiede ulteriore cautela.
Il mercato ha rivisto al ribasso la probabilità attesa di un rialzo a dicembre, mentre rimane a nostro avviso “garantito” un rialzo a febbraio, prospettiva che al di là del breve dovrebbe tornare a favorire la sterlina, soprattutto contro euro.
Oggi intanto è in programma un discorso del governatore della BoE Bailey, anche se non è detto che affronti i temi di politica monetaria.

JPYAnche lo yen è sceso ieri contro dollaro da 112 a 113 USD/JPY sulle parole di Powell ma poi è risalito chiudendo in rafforzamento.
Fino a che la risk aversion non rientra stabilmente e i rendimenti USA non risalgono significativamente, la valuta nipponica rimane supportata.
Successivamente la divergenza di policy tra BoJ e Fed dovrebbe invece favorirne ulteriore debolezza.
Contro euro ha prevalso invece la salita dell’EUR/USD per cui lo yen si è indebolito tra ieri e oggi da 127 a 128 EUR/JPY.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – La stima finale dell’indice PMI manifatturiero di novembre dovrebbe confermare la lettura flash di 58,6, in lieve incremento da 58,3 di ottobre.
L’indice italiano potrebbe invece correggere leggermente.
Verrà pubblicato oggi l’Economic Outlook dell’OCSE.

STATI UNITI
– Fra i dati in uscita oggi, il focus sarà sulla stima ADP dei nuovi occupati non agricoli privati di novembre, prevista dal consenso a 525mila, con indicazioni di solida crescita occupazionale.
– L’ISM manifatturiero a novembre dovrebbe essere poco variato, a 61 da 60,8 di ottobre, con indicazioni di proseguimento dell’espansione nonostante i persistenti colli di bottiglia e le crescenti pressioni sui prezzi.
– La spesa in costruzioni dovrebbe essere in ripresa a ottobre, con una variazione attesa di 0,4% m/m, dopo la contrazione di settembre causata dagli effetti degli uragani.
– La Fed pubblica il Beige Book preparato per la riunione del FOMC di metà dicembre. Il rapporto dovrebbe dare un quadro di attività in espansione e di continue strozzature all’offerta che limitano la crescita della domanda e spingono verso l’alto prezzi e salari.