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01 Dicembre 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – I dati preliminari su prezzi al consumo di novembre sono stati superiori alle attese: l’inflazione annua è passata da -0,3% a -0,2% secondo l’indice NIC e da -0,6% a -0,3% in termini armonizzati UE; nel mese i prezzi sono diminuiti di un decimo sull’indice domestico e sono rimasti stabili sull’IPCA.
La sorpresa al rialzo, come in occasione del primo lockdown la scorsa primavera, è arrivata dagli alimentari (+1% m/m), mentre i prezzi sono diminuiti per hotel, bar e ristoranti (-1,4% m/m), trasporti (-0,5% m/m)e comunicazioni (-0,9% m/m).
L’inflazione “di fondo(esclusa energia e alimentari non trasformati) è salita dallo 0,2% di ottobre a 0,5%, quella al netto della sola energia è stata pari a 0,6% (da 0,5% precedente).
Come avvenuto la scorsa primavera, la chiusura di molti esercizi commerciali in importanti regioni durante il mese potrebbe aver causato problemi nella raccolta dei dati, in particolare nel settore dell’abbigliamento e dei mobili; ciò potrebbe aver causato una distorsione al rialzo sulla stima dei prezzi al consumo.
Questo effetto, così come i rincari sugli alimentari, potrebbe almeno in parte venir meno una volta che le restrizioni saranno via via allentate.
In prospettiva, continuiamo a ritenere che l’inflazione possa restare in territorio negativo fino alla prossima primavera, e assestarsi, in media nel 2021, solo marginalmente al di sopra dello zero (a 0,2% da -0,1% nel 2020).
Gli effetti della debolezza della domanda dovrebbero continuare a prevalere sui vincoli di offerta, lasciando il trend di fondo dell’inflazione su livelli contenuti per lungo tempo, almeno finché i timori sanitari manterranno le aziende ei consumatori in un atteggiamento di grande cautela (come presumibilmente avverrà fino alla diffusione su larga scala di un vaccino).

GERMANIA – La stima flash dai Länder ha indicato che a novembre i prezzi al consumo dovrebbero essere calati di -0,8% m/m sull’indice nazionale e di -1,0% sull’indice armonizzato.
L’inflazione di riflesso è rallentata di un decimo a -0,3% sulla misura nazionale e di due decimi a -0,7% su quella armonizzata.

GIAPPONE – Il tasso di disoccupazione a ottobre aumenta a 3,1% da 3% di settembre, con una variazione di soli 7 decimi da febbraio, confermando che il mercato del lavoro giapponese è stato protetto in modo quasi totale dalla recessione del 2019-20.
Le misure fiscali di sovvenzione ai posti di lavoro sono state estremamente generose, con sussidi pari al 100% del monte salari per le piccole/medie imprese e del 75% per quelle di grandi dimensioni, e hanno agito in presenza di una cultura di forti legami fra impresa e dipendenti.
Gli occupati aumentano di 3mila unità, a fronte di un rialzo della forza lavoro di 13 mila e dei disoccupati di 8 mila, con un tasso di partecipazione a 62,4%.
Il job openings to applicant ratio aumenta a 1,04, da 1,03 di settembre, e torna sul livello di agosto. Il rapporto era stato in calo ininterrotto da 1,57 di dicembre.
Il mercato del lavoro dovrebbe indebolirsi nei prossimi mesi sulla scia dell’aumento dei contagi e delle probabili nuove limitazioni alla campagna “Go To Travel” di sussidi al turismo nelle aree più colpite dalla nuova ondata, l’aspettativa è che il tasso di disoccupazione tocchi un picco intorno a 3,5% nei primi mesi del 2021, per poi tornare a scendere con la diffusione dei vaccini e l’introduzione di un nuovo pacchetto di stimolo fiscale a inizio 2021.

CINA – L’indice PMI Caixin per il settore manifatturiero è salito in novembre a 54,9. L’incremento rispetto a ottobre è di 1,3 punti e porta l’indice al massimo dal 2010. Tutte le componenti dell’indagine sono migliorate, inclusi gli ordini esteri (53,3).
Le scorte risultano in crescita, ma l’incremento riguarda soprattutto gli input produttivi e potrebbe riflettere aspettative di ulteriore espansione della domanda e della produzione.
L’indagine segnala che l’attività industriale cinese continuerà a essere brillante in questo scorcio finale di 2020.

 

COMMENTI:

AREA EURO – L’Eurogruppo ha dato il via libera a una riforma del MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) che introduce la possibilità di fornire al Single Resolution Fund (SRF)una linea di credito che copra tutti i possibili usi dello SRF come previsti dalla normativa europea.
Il nuovo trattato MES dovrebbe essere firmato il prossimo gennaio, e in seguito si svolgerà il processo di ratifica dello stesso secondo le procedure nazionali.
Il backstop del SRF dovrebbe essere introdotto all’inizio del 2022. Altri punti inclusi nella riforma sono l’introduzione delle  single-limb CACs, per facilitare i processi di ristrutturazione del debito, l’obbligo di esaminare la capacità di rimborso dei crediti da parte dei paesi beneficiari di aiuti, e una semplificazione dei criteri di accesso alle linee di credito precauzionali (PCCL), che non richiederanno più di firmare un Memorandum of Understanding e che avranno uno screening basato su criteri oggettivi (sebbene, a prima vista, piuttosto difficili che siano soddisfatti da un paese che sia sotto la pressione dei mercati, in particolare per quanto riguarda la velocità di riduzione del debito nei due anni precedenti).

BREXIT – Secondo una fonte europea citata da Reuters, i colloqui dell’ultimo weekend sono stati “piuttosto difficili” e sono rimaste “enormi differenzesu tre aspetti dell’accordo. Anche le fonti britanniche parlano di residue divergenze e dell’intenzione di non modificare la propria posizione negoziale.

STATI UNITI
– La Fed ha pubblicato il testo dell’audizione di Powell sul CARES Act che si terrà oggi di fronte alla commissione bancaria del Senato.
Nel testo, Powell sottolinea che la Fed, insieme ad altre aree di governo, ha adottato “misure forti per offrire sollievo e stabilità e per garantire la ripresa più robusta possibile”.
Secondo Powell, l’intervento congiunto della Fed e del Tesoro è stato in grado di liberare quasi 2 tln di dollari in finanziamenti per sostenerne imprese di tutte le dimensioni e governi statali e locali, permettendo di evitare la chiusura di esercizi commerciali e di riassumere i dipendenti con la riapertura delle attività.
L’intervento afferma che dopo un forte rimbalzo nel 3° trimestre, l’attività economica è in crescita più moderata e porta l’attenzione sul fatto che la dinamica dei consumi è stata spinta dai pagamenti federali e dall’espansione dei sussidi di disoccupazione.
Secondo Powell, le notizie sull’arrivo di vaccini efficaci sono molto positive per il medio termine, ma su un orizzonte più vicino lo scenario è ancora estremamente incerto e frenato dalle limitazioni all’attività nei servizi.
Powell nota che molti dei programmi di prestiti di emergenza hanno ricevuto finanziamenti e autorizzazioni da parte del Tesoro e con l’annuncio da parte del Tesoro del blocco dei prestiti in tali programmi, la Fed restituirà i fondi entro fine anno.
Powell segnala che, come notata da Mnuchin, sono disponibili i fondi dell’Exchange Stabilization Fund per eventuali nuove necessità.
Il testo conclude riaffermando l’impegno della Fed ad agire con tutti gli strumenti disponibili per sostenere la ripresa.
È probabile che nel dibattito in commissione, Powell ribadisca l’importanza dell’estensione di molte misure del CARES Act già scadute o in scadenza a fine anno, in particolare quelle relative al supporto dei disoccupati.
In un annuncio separato, la Fed ha comunicato l’estensione fino a marzo 2021 dei programmi di prestiti di emergenza non collegati alla sezione 13(3) del Federal Reserve Act (cioè quelli che non prevedono l’assunzione di rischio di credito da parte della banca centrale), cioè quelli per la carta commerciale, i fondi di mercato monetario, i primary dealer e il Paycheck Protection Program
– Il Government Accountability Office (GAO) ha riportato che la gestione dei programmi federali di sussidio alla disoccupazione è stata caratterizzata da significativi errori di stima dei dati e di erogazione del sussidi.
Secondo il GAO, il Labor Department ha stimato in modo errato il numero di sussidi erogati nel corso della pandemia, dando un quadro in molte occasioni non affidabile riguardo all’andamento dei sussidi.
La difficoltà di raccolta dati ha portato a erogare in una stessa settimana anche sussidi relativi alle settimane precedenti per lo stesso individuo, e rendendo non univoca la relazione fra il numero di sussidi erogati e percettori.
Inoltre, l’ammontare dei sussidi pagato alle categorie di disoccupati aggiunte con il CARES Act al programma (individui che erano in precedenza occupati part-time o lavoratori indipendenti) è stato regolarmente inferiore al livello previsto dalla legge in quasi tutti gli stati.
Al momento, secondo il GAO non ci sono informazioni attendibili su quanti stati abbiano iniziato a rimborsare le somme dovute.
Il Labor Dept rivedrà il comunicato stampa con cui annuncia i dati settimanali dei sussidi sottolineando che i dati pubblicati non si riferiscono al numero degli individui che percepiscono i sussidi, ma il numero di sussidi erogati, e ad accertarsi che i dati statali siano accurati.
Arizona e Wisconsin hanno certificato la vittoria di Biden, gli ultimi stati chiave a confermare i risultati favorevoli a Biden, dopo Georgia, Michigan, Pennsylvania e Nevada.
La campagna di Trump ha detto che sta considerando nuovi ricorsi, legalmente possibili in Arizona e Wisconsin anche dopo la certificazione.

 

PREVISIONI:

ITALIA – La seconda stima potrebbe confermare l’ampio rimbalzo del PIL nel trimestre estivo (+16,1% t/t), dopo il crollo dei mesi primaverili (-13% t/t).
L’apporto principale dovrebbe venire dalla domanda interna e in particolare dai consumi (specie di durevoli), ma anche gli investimenti dovrebbero aver messo a segno un recupero a due cifre, trainati dalle costruzioni.
Il commercio estero dovrebbe aver anch’esso contribuito, grazie a un rimbalzo più marcato per l’export che per l’import.
Per il 4° trimestre, ci aspettiamo una nuova contrazione dell’attività, la cui entità dipenderà dall’ampiezza e dalla durata delle nuove restrizioni; ci aspettiamo ad oggi un calo dell’ordine di almeno tre punti percentuali.

AREA EURO
– La stima finale del PMI manifatturiero è attesa confermare il calo del dato flash, da 54,8 a 53,6.
Ci attendiamo in particolare un rallentamento dei nuovi ordini; i prezzi sono visti in lieve crescita.
Lo spaccato per Paese dovrebbe vedere la Germania confermare il dato della stima preliminare (57,9 punti), come anche il PMI manifatturiero francese (49,1 punti).
La prima lettura del PMI manifatturiero per l’Italia è attesa mostrare un peggioramento da 53,8 di ottobre a 51,8.
– La stima flash di novembre dovrebbe indicare un’inflazione a -0,2% a/a, dopo il -0,3% a/a registrato ad ottobre. L’indice core BCE (al netto di alimentari ed energia) è visto stabile a 0,4% a/a (-0,4% m/m).
Sul mese, i prezzi sono attesi in calo di -0,3% m/m dopo il +0,2% m/m precedente, nonostante un rincaro dei listini energetici (+0,2% m/m e -8,1% a/a).
L’inflazione è attesa risalire solo molto gradualmente nel corso del 2021.

STATI UNITI
 – L’ISM manifatturiero a novembre è previsto in modesto calo da 59,3 di ottobre a 58,8.
Le indagini preliminari di novembre hanno dato segnali misti: a livello regionale (NY Fed, Philadelphia Fed, Richmond Fed) i dati hanno mostrato moderati ripiegamenti, pur rimanendo in territorio espansivo.
Il PMI Markit preliminare invece ha segnato un netto (e sorprendente) rialzo, a 56,7 da 53,4, con indicazioni positive da produzione e ordini.
La previsione è che l’ISM, che recentemente era stato più positivo del PMI, si stabilizzi su livelli elevati, senza ulteriori incrementi, con conferme di attività in espansione solida nel 4° trimestre.
Gli indicatori settimanali (produzione di acciaio e traffico merci) restano su trend in rialzo e danno segnali di continua crescita nel manifatturiero.
– La spesa in costruzioni a novembre dovrebbe aumentare di 1% m/m, dopo 0,3% m/m di ottobre, sostenuta ancora dal forte rialzo nel comparto residenziale e da una ripresa in quello non residenziale.