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INTERVISTA A GIAN CARLO CASELLI. AGROMAFIE, LEGALITÀ E COSCIENZA DEL “PATRIMONIO ALIMENTARE” ITALIANO

Come si evince leggendo le pagine del numero del Giornale di Storia, Dall’orto alla tavola.
Per una storia dell’evoluzione dei prodotti e dei gusti alimentari tra XVI e XXI secolo, le frodi
e le adulterazioni a danno di alimenti pregiati e bevande, quali il vino, hanno da sempre
costituito un argomento tristemente ricorrente là dove si intravedeva la possibilità di
guadagnare e lucrare, manipolando la genuinità e le peculiarità di un prodotto.
Gian Carlo Caselli, ex magistrato oggi in pensione, a lungo in prima linea nella lotta contro
la mafia e la criminalità, ci spiega in queste pagine come l’interesse dell’economia mafiosa
verso i prodotti della terra si sia gradualmente accentuato, arrivando a radicalizzarsi sul
territorio e sull’industria infettando così l’intera filiera alimentare.
Il messaggio di auspicio e di speranza oggi è che il cibo non sia più da considerarsi come un
bene da spremere, finalizzato alla mercificazione e al profitto, ma sia elevato a “patrimonio
alimentare”, tutelandolo nella sua specificità e proteggendo così, di conseguenza, i consumatori che di questi beni dispongono.intervista-caselli-rev-3-9-18