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I processi di semplificazione nel settore agrituristico. Osservazioni sul caso toscano

1. – Introduzione. Le tendenze generali riscontrabili in materia di semplificazione nella normativa nazionale e regionale trovano nella disciplina riguardante gli agriturismi un terreno particolarmente fecondo di applicazione e sviluppi ulteriori1. Trattasi, infatti, di un settore piuttosto «sensibile» alla semplificazione per molteplici ragioni. Da un lato, l’attività agrituristica è stata pensata sino dal suo inquadramento legislativo come un’attività di supporto all’agricoltura e quindi all’imprenditore agricolo che veniva incoraggiato a intraprendere l’attività rendendo il proprio lavoro, e quello della propria famiglia, maggiormente complesso e diversificato in termini di offerta.

La «multifunzionalizzazione» dell’impresa agricola consente all’agricoltore di diversificare la propria attività e introdurre accanto all’attività agricola primaria, attività secondarie e terziarie, aggiungendo una prospettiva di incremento del proprio reddito.

Da un altro punto di vista, l’attività agrituristica nasce già di per sé come attività «multifunzionale». Rientrano fra le attività agrituristiche, infatti, un ventaglio di attività: somministrazione di pasti e bevande secondo le regole previste in materia, organizzazione di degustazioni, organizzazione di attività ricreative, culturali, didattiche, di pratica sportiva, escursionistiche e di ippoturismo, finalizzate a valorizzare il territorio e il patrimonio rurale2. Il fenomeno agrituristico possiede, infatti, una struttura originaria peculiare poiché l’attività agrituristica nasce come connessa all’agricoltura3, ma già per sua natura si sviluppa su una base di multidimensionalità che causa il generarsi, e per alcuni aspetti il moltiplicarsi, di adempimenti amministrativi molteplici e complessi.

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Caterina Di Costanzo