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Il motore tedesco perde giri, ma non si ferma

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a cura di Anna Grimaldi


ABSTRACT

La Germania ha guidato la ripresa dell’Eurozona a partire dalla metà del 2014, crescendo di quasi un punto al di sopra del potenziale grazie al revival della domanda interna e dell’export.
Poi da inizio 2018 l’economia tedesca ha cominciato a rallentare, e più delle attese.
Nei mesi estivi, il PIL ha registrato un’anomala contrazione di -0,2% t/t. Il crollo di ordini e produzione di auto per effetto dell’entrata in vigore di restrizioni sui veicoli diesel spiega parte della debolezza dei mesi estivi.
Il clima eccezionalmente secco ha depresso i consumi e le costruzioni sono cresciute meno rispetto ai trimestri precedenti.
Il consenso e la nostra previsione sono per un rimbalzo dell’economia tedesca a fine anno e per una stabilizzazione appena al di sopra del trend (0,4% t/t) dall’inizio del prossimo. Le nostre stime per il 2018 scendono all’1,6% da un precedente 1,9% e la previsione per il 2019 è di crescita, in linea con il potenziale 1,4%. Tuttavia, riconosciamo che i rischi per l’economia tedesca sono verso il basso e sono principalmente legati al quadro internazionale.
Al di là di fattori temporanei che certamente hanno giocato a sfavore nei mesi estivi, l’export è rimasto debole anche a settembre e i segnali per i mesi finali dell’anno sono ancora misti. Il rischio di nuovi dazi sulle auto potrebbe pesare sulla produzione di output.
Il quadro di fondo resta solido, dati i fondamentali di ampio supporto: crescita sostenuta di salari e occupazione, elevato utilizzo della capacità produttiva, dinamica del credito sotto controllo e ampio margine dalla politica fiscale per sostenere l’economia in caso di shock avversi.
Ma i prossimi anni rischiano di essere meno brillanti dell’ultimo quadriennio. Il quadro politico si complicherà con l’uscita di scena della Cancelliera che ha guidato il paese e la zona euro in questi anni di profonda crisi. Il congresso della CDU del prossimo 7-8 dicembre vedrà la nomina del successore. L’esito ha implicazioni chiave per la Germania ma anche per l’Europa. Il rischio che questo governo non arrivi a fine mandato (2021) non è trascurabile.

 


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