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Verso un nuovo allentamento monetario. Che cosa annuncerà la BCE il 25 luglio?

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a cura di Luca Mezzomo


ABSTRACT

La BCE ha segnalato, con il discorso del presidente Draghi del 18 giugno e con i verbali della riunione del 6 giugno, che il 25 luglio potrebbero essere annunciate nuove misure espansive, se non vi saranno stati miglioramenti significativi delle prospettive economiche. Ricordiamo che a marzo era già stato annunciato un nuovo programma TLTRO III, la cui prima asta biennale si svolgerà a settembre, e che a giugno la forward guidance è già stata estesa fino a tutta la prima metà del 2020 (sebbene segnalando tassi stabili).
La situazione economica non sembrerebbe richiedere un ulteriore allentamento della politica monetaria.
Si sono visti i primi segnali coerenti con un superamento del minimo di attività reale dal terzo trimestre, e la crescita del PIL coerente con le indagini congiunturali resta positiva. La stessa BCE valuta basso il rischio di recessione.
L’export si sta riprendendo, la dinamica occupazionale rimane positiva. Sul fronte dell’inflazione, il costo del lavoro sta aumentando, anche se la trasmissione ai prezzi è annullata dall’aumento della produttività e dalle pressioni competitive sui margini delle imprese.
La dinamica del credito è stabile e positiva. Non c’è evidenza di restrizione delle condizioni del credito, e le condizioni finanziarie si sono allentate rispetto al 6 giugno.
Tuttavia, non c’è neppure il miglioramento significativo richiesto per evitare nuove azioni: quindi, la BCE dovrà sicuramente annunciare qualcosa. Ma che cosa?
Riteniamo probabile l’adozione di un orientamento espansivo nella forward guidance, che potrebbe preludere a un taglio del tasso sui depositi a -0,5% a settembre. Un taglio immediato è possibile, ma potrebbe avere ripercussioni negative sulla credibilità della Banca centrale. Una parte del Consiglio direttivo sta iniziando a preoccuparsi per il rischio di apparire al traino delle valutazioni di mercato.
Probabili, e auspicabili, anche misure sull’APP. In particolare, un allontanamento dal principio di neutralità nei reinvestimenti e forse un aumento dei limiti per emittente.

 


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