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BCE obbligata dai dati ad annunciare nuove misure di stimolo

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a cura di Luca Mezzomo


ABSTRACT

La riunione del Consiglio Direttivo BCE del 12 settembre si preannuncia molto delicata.
I dati economici non hanno fornito alcuna evidenza di quel miglioramento significativo che sarebbe stato necessario per evitare nuove misure di stimolo. Riteniamo probabili nuove limature delle previsioni ufficiali di crescita e inflazione, ora più alte delle nostre e del consenso. Quindi, non c’è dubbio che dovranno essere annunciate nuove misure. Ma quali?
I verbali della riunione di luglio hanno rafforzato le attese di un pacchetto di misure che includa sia tagli dei tassi ufficiali (del depo rate, non del refi), sia la ripresa degli acquisti netti dell’APP. I vertici della BCE non hanno fatto nulla per smentire tali attese, il che suggerisce che sono piuttosto fondate.
Un taglio dei tassi anche di 20pb non dovrebbe incontrare grande opposizione. Né ci dovrebbe essere troppa resistenza a confermare uneasing bias sui tassi, magari potenziato dalla prospettiva di misure di mitigazione del costo delle riserve.
Tuttavia, riprendere gli acquisti senza che vi sia una minaccia di deflazione, e con l’economia ancora in crescita, rappresenta un rilevante cambiamento della strategia di politica monetaria, e operato alla scadenza del mandato del presidente. Alcune voci critiche si sono alzate a fine agosto, ma non è chiaro quanto siano condivise nel Consiglio.
Qualora sia necessario raggiungere un compromesso, la ripresa degli acquisti netti potrebbe essere rinviata e resa condizionale ai dati, magari potenziando il taglio dei tassi.
A fronte dell’attivismo della BCE, monta anche in Europa lo scetticismo riguardo l’efficacia della politica monetaria nel controllare l’inflazione.

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