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Focus BCE: mano ferma sul pilota automatico

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a cura di Anna Maria Grimaldi


ABSTRACT

I dati di agosto hanno convalidato lo scenario BCE di giugno scorso: crescita moderatamente al di sopra del potenziale, diffusa a tutta l’area, e graduale aumento dei prezzi interni. Le nuove stime dello staff dovrebbero rivedere la previsione 2018 di uno/due decimi al 2,0% per effetto dell’andamento del PIL leggermente più debole delle attese nel 2° trimestre.
I rischi per lo scenario dovrebbero essere valutati ancora come circa bilanciati. Nonostante siano aumentate le tensioni sulle politiche commerciali, la domanda interna rimane solida. Il nervosismo sui mercati legato alla crisi turca e le preoccupazioni per altre economie emergenti hanno avuto sinora effetti limitati sulle condizioni finanziarie all’interno dell’area euro.
L’accelerazione dei salari nel 1° trimestre di quest’anno e l’andamento recente delle attese di prezzo offrono supporto alla previsione BCE di rialzo dell’inflazione core verso l’1,6% in media nel 2019. Secondo il Consiglio, a luglio l’incertezza sul rialzo dei prezzi interni si era ridotta.
Per ora, il Consiglio confermerà la guidance sui tassi e solo in caso di sorprese dalla dinamica dell’inflazione core nei primi mesi del 2019 potrebbe ripensare il timing dei rialzi. L’APP è ormai storia, il focus è su quanto rapidamente la BCE alzerà i tassi. Le vecchie regole di politica monetaria suggeriscono che per tornare alla neutralità la BCE dovrebbe alzare i tassi di circa 100 punti base. Le vecchie regole di politica monetaria suggeriscono che per tornare alla neutralità la BCE dovrebbe alzare i tassi di circa 100 punti base. Pensiamo vi siano ragioni valide per deviare dalla regola. Ciò detto il sentiero di rialzi incorporato negli Euribor futures ci sembra un po’ cauto.

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