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BCE: Draghi sorprende ancora. Ma la portata delle mosse di marzo è nei dettagli che verranno

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a cura di Anna Maria Grimaldi


ABSTRACT

Draghi colpisce ancora e sorprende con un pacchetto di misure che va ben oltre le attese.
Il Consiglio ha valutato all’unanimità di dover intervenire per contrastare “la pervasiva incertezza” che circonda uno scenario di crescita ben più debole delle attese della stessa BCE di dicembre scorso.
Gli ambiti di intervento sono i tassi di interesse e le misure di credit easing.
Altresì il Consiglio non ha discuso una riapertura dell’APP.
Per quanto riguarda i tassi, il Consiglio, sulla base dei dati sinora disponibili, e preso atto delle revisioni al ribasso delle stime di crescita e inflazione, ha deciso di spostare in avanti, a fine 2019, la data in cui i tassi resteranno sui livelli attuali riducendo, quindi, il gap con le attese di mercato.
Rivediamo le nostre attese sul primo rialzo dei tassi tra marzo e giugno 2020 e non più nell’autunno del 2019; riconosciamo che lo scenario rimane assai incerto.
La vera sorpresa riguarda le misure di sostegno al credito.
La BCE ha annunciato che 7 nuove operazioni di rifinanziamento, ciascuna con la durata di due anni, saranno condotte con cadenza trimestrale tra settembre 2019 e marzo 2021, ciascuna al tasso Refi prevalente nella vita dell’operazione.
I dettagli sono ancora da definire ma dovrebbero includere incentivi per mantenere condizioni al credito favorevoli.
La BCE ha inoltre esteso l’assegnazione piena nelle aste di finanziamento fino a marzo 2021 ovvero fino alla data dell’ultima asta a due anni.
Le decisioni prese alla riunione di marzo 2019 mirano a estendere condizioni ultra accomodanti fino al 2021 e oltre.
Nell’evitare “una congestione del funding per le banche, per effetto del venire a scadenza delle obbligazioni in essere e delle precedenti TLTRO II”, la BCE sta cercando di stimolare l’erogazione di credito e quindi ancora una volta di potenziare la trasmissione dell’impulso di politica monetaria all’economia reale.

 


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