Seguci su twitter

Categorie

La combustione degli scarti agricoli: novità legislative

Cass. Sez. III Pen. 7 gennaio 2015, n. 76

La sentenza in commento mira a far chiarezza sull’assetto normativo attualmente vigente, così come modificato, interpolato e ridisegnato dall’intervento di provvedimenti recenti, tra cui, su tutti, il d.l. 24 giugno 2014, n. 91, così come convertito con modificazioni dalla l. 11 agosto 2014, n. 116.

L’intervento della Suprema Corte ci permette di ripercorrere i vari passaggi, sia normativi che giurisprudenziali, che hanno modificato il profilo di alcuni aspetti della complessa materia ambientale.

Nello specifico, la questione riguarda la combustione di quei residui vegetali prodotti nell’ambito di un’attività agricola e che poi vengono bruciati nel luogo stesso e utilizzati come concime (pratica, tra l’altro, da sempre effettuata).

Il susseguirsi di norme e la convivenza tra quelle vigenti, apparentemente riguardanti lo stesso ambito, ma opposte nella regolamentazione [si pensi all’apparente contrasto tra l’art. 184, comma 3, lett. a), T.U. sui rifiuti speciali che ricomprende i rifiuti da attività agricole e l’art. 185, comma 1, lett. f) sulle esclusioni di paglia sfalci e potature dal libro IV del T.U.], hanno determinato una confusione tradottasi in un’incertezza nell’applicazione della giusta disciplina: in altre parole, si sentiva l’esigenza di un autorevole intervento per indicare la giusta via!

Il reato ipotizzato è quello relativo allo smaltimento di rifiuti non autorizzati di cui all’art. 256, comma 1, lett. a), T.U.: l’imputato aveva bruciato scarti vegetali sul suo terreno.

leggi o scarica l’articolo completo

Simone Marascialli