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Ambiente, ciclo illecito del cemento, progressiva riduzione del suolo, demolizioni di manufatti abusivi

Il suolo costituisce un bene ambientale limitato e definito il cui utilizzo, diversamente dalle altre risorse naturali, non è compensato da processi di reintegrazione o rigenerazione da parte dei cicli naturali, se non lungo ere geologiche: per questo, ogni scelta che determina una sua trasformazione in qualcosa di totalmente diverso da un suolo ne causa la perdita irreversibile.

Dal 2002 l’Unione europea dedica particolare attenzione ai fenomeni connessi al problema: l’impermeabilizzazione del suolo (Soil sealing), infatti, assieme ad erosione, diminuzione della materia organica, contaminazione locale e diffusa, compattazione, diminuzione della biodiversità, salinizzazione, inondazioni e smottamenti, rientra nelle otto minacce identificate dalla Comunità Europea, oggetto della Soil Thematic Strategy (EC, 2006) e dell’analisi di best practices (EAA-FOEN, 2011).

Il “consumo di suolo” è un concetto multidimensionale che identifica molteplici significati: l’uso del suolo (Land Use) concernente la destinazione d’uso prevalente delle aree considerate; la copertura (Land Cover) descrittiva delle componenti bio-fisiche che ricoprono l’area; la frammentazione (Landscape Fragmentation) intesa come rottura della continuità delle aree omogenee e degli ecosistemi ospitati; l’impermeabilizzazione (Soil Sealing) riferita al cambiamento della natura del suolo originato dal compattamento e dalla sua copertura con materiali impermeabili; la dispersione dell’urbanizzato (Urban Sprawl) identificativa, invece, del risultato di un modello insediativo a bassa densità ed, infine, il consumo del suolo (Land Take), inteso come processo dinamico di alterazione delle caratteristiche di naturalità del territorio che produce come risultato una superficie artificiale, non finalizzata alla produzione ed alla raccolta di biomassa.

L’Italia, con il 7,3% di territorio nazionale coperto da superfici artificiali, è il terzo paese europeo per consumo di suolo, dopo Olanda e Belgio, in base ai dati del progetto LUCAS dell’Ue (Land/use cover frame survey) che si occupa del monitoraggio della copertura ed uso del suolo.

Dal dopoguerra si è assistito ad un vorticoso aumento del consumo di suolo a danno soprattutto di terreni agricoli ed aree boscate: secondo l’Istat, il Sud Italia consuma più aree agricole rispetto al Nord, dove invece la quota del consumo di area boscata risulta superiore, sebbene sempre secondaria rispetto al terreno agricolo (Ferrara, 2012).

 

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Vincenza di Malta

Tanja Poli