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Acqua/acque, come prevenire o affrontare le cicliche siccità, come governare il ciclo delle acque

I molteplici fenomeni sin qui analizzati connessi al consumo di suolo, oltre ad incidere negativamente sulla riduzione di terreni destinati ad uso agricolo, attraverso l’impermeabilizzazione dei terreni (soil sealing), contribuiscono ad aggravare il dissesto idrogeologico generale, il cambiamento climatico, la perdita della biodiversità e la rarefazione delle risorse idriche. Tutto ciò sembra infatti aver determinato un profondo mutamento nel trend delle precipitazioni atmosferiche caratterizzate da sempre più frequenti e duraturi periodi di siccità, alternati da brevi ma intense precipitazioni.

In base ai dati presentati il 6 febbraio 2013 a Roma, in occasione della Conferenza Nazionale sul Rischio idrogeologico, 5 milioni di cittadini italiani, 6.633 comuni, l’82% del totale, si trovano ogni giorno in zone esposte al pericolo di frane e alluvioni. L’esposizione al rischio aumenta soprattutto in specifiche aree del Paese: Calabria, Molise, Basilicata, Umbria, Valle d’Aosta e Provincia di Trento sono le regioni più colpite (dove il 100% dei comuni sono classificati a rischio), seguite da Marche, Liguria (99%), Lazio e Toscana (98%). Complessivamente il 9,8% del territorio nazionale è ad alta criticità geologica.

Tra i fattori che agiscono sul problema del dissesto idrogeologico, le precipitazioni (sia brevi e intense sia eccezionali/prolungate) costituiscono un fattore di innesco rispetto ad una instabilità dei versanti, fortemente compromessa dai fattori antropici ad azione diretta o indiretta: i primi includono tagli stradali, scavi, sovraccarichi (connessi anche all’urbanizzazione criminale del territorio); tra i secondi, la mancata manutenzione di opere volte alla difesa del suolo, un modello agricolo aggressivo caratterizzato dal sempre più frequente impiego di trattrici, e l’abbandono delle pratiche selvicolturali. Nel complesso si può individuare un modello di uso del territorio e delle risorse idriche disattento rispetto alle caratteristiche e agli equilibri esistenti.

Le risorse idriche hanno da sempre rappresentato un bene primario insostituibile, necessario tanto per la sopravvivenza delle specie viventi quanto per le potenzialità connesse ai diversi utilizzi: civili, volti a soddisfare esigenze igienico-sanitarie nonché legate ad attività produttive e di servizio richieste dalla società; irrigui, riconoscendo alla risorsa acqua il valore di fattore produttivo legato all’attività agricola; nonché industriali, energetici, ricreativi ed ambientali.

 

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Vincenza di Malta

Tanja Poli