3 Marzo 2022 – nota economica giornaliera
AREA EURO – Ieri l’inflazione ha toccato un nuovo massimo da quando esistono dati comparabili, a 5,8% a/a, in linea con le nostre previsioni ma ben al di sopra della stima di consenso (5,3%).
Sulla variazione tendenziale, l’energia (31,7% a/a) spiega direttamente più della metà dell’inflazione osservata.
L’inflazione core è salita al 2,9% dal 2,4% precedente, spinta sia dai beni che dai servizi.
Il protrarsi del conflitto in Ucraina aumenta i rischi al rialzo sul profilo di inflazione nei prossimi mesi.
GERMANIA – Il tasso di disoccupazione è calato di un decimo a febbraio, al 5%.
STATI UNITI – Ieri, la stima ADP degli occupati non agricoli privati di febbraio ha registrato un aumento di 475 mila posti, dopo 509 mila di gennaio, concentrato nei servizi (417 mila), ma diffuso anche all’industria (57 mila di cui 30 mila nel manifatturiero, 26 mila nelle costruzioni e 2 mila nell’estrattivo).
Le imprese riportano difficoltà a reperire manodopera, fronteggiati con rialzi salariali che però frenano l’occupazione nelle imprese piccole (-96 mila posti) non in grado di competere con le imprese di maggiori dimensioni.
GIAPPONE – La fiducia dei consumatori a febbraio è calata a 35,3, minimo da maggio 2021, sulla scia della persistenza di contagi elevati e di restrizioni alle attività, con correzioni diffuse a tutte le componenti.
Le aspettative di inflazione toccano un massimo storico, con il 91,7% degli intervistati che prevede prezzi in aumento.
CINA – L’indice PMI dei servizi rilevato da Caixin Markit è sceso (da 51,4 in gennaio a 50,2 in febbraio), spinto al ribasso dal calo della componente ordini, scesa in territorio di contrazione per la prima volta dopo cinque mesi (a 48,8 in febbraio a 51,1 in gennaio) a causa delle misure di contenimento dei contagi, mentre le componenti dei prezzi degli input segnalano una decelerazione dell’inflazione.
Nonostante il rallentamento dell’attività, le aspettative del settore sono salite da 59,6 in gennaio a 61,1 in febbraio, al di sopra del livello di dicembre.
Il peggioramento dell’attività dei servizi ha compensato un miglioramento di quella del settore manifatturiero lasciando invariato il PMI composito a 50,1, il livello più basso da settembre 2021.
COMMENTI:
CRISI UCRAINA – Ieri l’ONU ha approvato a larga maggioranza (141 sui 193 membri dell’assemblea) una risoluzione che condanna l’attacco russo all’Ucraina, confermando l’isolamento internazionale di Mosca.
Fitch e Moody’s hanno tagliato il rating del debito sovrano russo a “Junk“.
Oggi è atteso un nuovo round di negoziati.
AREA EURO – Ieri il Commissario UE agli affari economici Gentiloni ha dichiarato che alla luce dell’elevata incertezza a causa del conflitto in Ucraina la Commissione valuterà se effettivamente riattivare le regole del Patto di Stabilità e Crescita nel 2023.
La decisione verrà presa in occasione della pubblicazione delle Spring Forecasts di maggio.
BCE – Un altro avviso che la crisi ucraina dovrebbe modificare i piani della BCE è arrivato ieri da Philip Lane.
Lane ha segnalato che la scadenza per la chiusura delle analisi dello staff è stata prorogata per consentire di includere i dati di inflazione di ieri e gli effetti della guerra.
Inoltre, ha ricordato che “nel caso di uno shock avverso dell’offerta, l’orizzonte in cui l’inflazione ritorna al livello obiettivo potrebbe essere allungato per evitare cadute pronunciate dell’attività economica e dell’occupazione”.
Allo stesso tempo, però, la BCE vigilerà per evitare che si creino aspettative di inflazione eccessive, e che aggiustamenti una tantum nei livelli dei prezzi e dei costi si trasformino in inflazione permanente.
Oggi la BCE pubblica il resoconto della riunione di politica monetaria del Consiglio direttivo dello scorso 2-3 febbraio.
STATI UNITI
– Powell terrà l’audizione sulla politica monetaria di fronte alla commissione bancaria del Senato.
Il testo sarà uguale a quello presentato ieri alla Camera, e probabilmente Powell darà lo stesso messaggio di ieri.
Il presidente ha rilevato il forte aumento dell’incertezza causato dalla guerra Russia-Ucraina ma ha indicato che la Fed procederà con l’attuazione dei programmi formulati in precedenza, con un rialzo a marzo e mosse possibili a tutte le riunioni successive.
La politica monetaria dovrà essere “agile nel rispondere ai dati in arrivo e allo scenario in evoluzione” e agire “con attenzione”.
L’inflazione secondo Powell è “troppo elevata” e il mercato del lavoro è “estremamente sotto pressione”, ma la Fed si aspetta che il picco per i prezzi venga raggiunto nel 2022.
Powell ha detto che proporrà un rialzo di 25 pb alla prossima riunione, e il sentiero dei tassi verrà rivalutato alla luce dell’andamento dell’inflazione rispetto alle previsioni.
Dopo la dichiarazione di Powell a favore di un rialzo di 25 pb a marzo, modifichiamo le nostre previsioni, che ora vedono una mossa di 25 pb a marzo, con interventi consecutivi nelle riunioni successive, mantenendo invariato il rialzo atteso nel 2022, pari a 150 pb.
Consideriamo possibili o rialzi di 25 pb fino a luglio o un aumento di 50 pb in primavera, alla luce dell’ulteriore probabile accelerazione dell’inflazione.
– Evans (Chicago Fed) e Bullard (St Louis Fed), poco prima dell’audizione di Powell, hanno dato il loro supporto a una svolta alla prossima riunione, senza indicazioni sull’entità del rialzo.
Evans ha detto che sarà opportuno “muoversi presto, alla prossima riunione e sicuramente a diverse riunioni successive”, con un sentiero dettato dai dati di inflazione.
Bullard ha ribadito di essere a favore di una “rimozione rapida dello stimolo”, visto che la politica monetaria sta “esacerbando il problema dell’inflazione”, ma non ha ripetuto il suo sostegno per rialzi di 100 pb entro giugno, probabilmente per non aprire una divisione esplicita con Powell.
CANADA – La Bank of Canada, come atteso, ha alzato il tasso overnight di 25 pb, a 0,5%, e ha detto che saranno necessari altri rialzi per riportare l’inflazione sotto controllo e contenere le pressioni sui prezzi esacerbate dal conflitto in Ucraina.
MERCATI VALUTARI:
USD – Dopo essere salito fino a inaugurare nuovi massimi ieri, oggi il dollaro apre su livelli solo marginalmente più bassi ma ancora al rialzo sostenuto sia dal permanere di tensioni e incertezza a causa del conflitto russo-ucraino sia da un quadro economico domestico favorevole.
Gli occupati ADP sono aumentati più delle attese ieri e Powell ha confermato l’avvio imminente di un sentiero di restrizione sostenuto, pur dicendo che per la riunione del 16 marzo proporrà un rialzo di 25 pb e non di 50 pb.
Indicazioni positive si attendono oggi anche dall’ISM non manifatturiero e domani dall’employment report.
La combinazione di maggior avversione al rischio e contesto economico USA positivo rimangono premesse favorevoli per il biglietto verde, soprattutto nel breve.
EUR – L’euro invece dopo essere sceso fino a nuovi minimi ieri (1,1056 EUR/USD) apre ancora al ribasso oggi in area 1,10 EUR/USD, penalizzato dal rischio di ricadute negative del conflitto su crescita e inflazione dell’area.
I rischi verso il basso per la moneta unica aumentano (con nuovi target ribassisti collocabili nella fascia 1,10-1,08 EUR/USD) e se dal nuovo round di negoziati tra Russa e Ucraina in programma per oggi non dovessero emergere sviluppi positivi, probabilmente procederemo rapidamente con una revisione al ribasso del profilo atteso del cambio.
GBP – Dopo essere scesa nuovamente contro dollaro ieri per via dei rischi derivanti dal conflitto, la sterlina è poi riuscita a recuperare in corso di sessione da 1,32 a 1,34 GBP/USD, aiutata dalla prospettiva che nel breve i rialzi dei tassi BoE proseguiranno.
Cunliffe ha sottolineato l’ulteriore peggioramento del quadro di inflazione, e Tenreyro ha aggiunto anche che non è chiaro come si evolverà il trade-off tra crescita e inflazione, esacerbato dal conflitto russo-ucraino.
Contro euro, grazie al divergente profilo di politica monetaria, la sterlina si è apprezzata ieri da 0,83 a 0,82 EUR/GBP, aggiornando qui i massimi oggi.
Nel breve potrebbe ritrovarsi ancora sulla difensiva contro dollaro (già oggi sta arretrando leggermente) in caso di nuovo ampio aumento della risk aversion in funzione degli sviluppi sul fronte russo-ucraino, ma meno dell’euro, rispetto al quale potrebbe quindi rafforzarsi ulteriormente.
JPY – Lo yen è in indebolimento contro dollaro da ieri da 114 a 115 USD/JPY e apre in calo anche oggi, penalizzato non solo dalla dominanza del dollaro come safe haven nel contesto attuale del conflitto ma anche dalla parziale risalita ieri dei rendimenti USA e dai rischi che i rincari dei prezzi energetici e delle materie prime riducano il potere d’acquisto delle famiglie giapponesi ed erodano i profitti delle imprese in una fase dove la ripresa economica dalla crisi pandemica è ancora in fieri.
Secondo Nakagawa (BoJ) questo aumenta la necessità che la politica monetaria rimanga accomodante.
Al di là del breve l’ipotesi di indebolimento dello yen riceve pertanto ulteriore supporto.
Ieri lo yen è sceso anche contro euro da 127 a 128 EUR/JPY, ma oggi sta invertendo rotta e seguirà probabilmente la dinamica dell’EUR/USD se l’euro si muoverà significativamente.
CAD – Il dollaro canadese si è apprezzato rispetto al dollaro USA tra ieri e oggi da 1,27 a 1,25 grazie sia al primo rialzo dei tassi attuato ieri dalla Bank of Canada da 0,25% a 0,50%, sia all’ulteriore ampia salita delle quotazioni petrolifere.
La BoC ha indicato che i tassi saliranno ancora alla luce del deterioramento del quadro inflazionistico e grazie alla ripresa in atto della crescita, che si sta rivelando più robusta delle attese, questo potrebbe implicare almeno altri tre-quattro rialzi di 25 pb quest’anno, con il secondo rialzo in arrivo già alla prossima riunione del 13 aprile, che fornirà indicazioni più precise in merito al sentiero successivo grazie alla pubblicazione delle nuove previsioni di crescita e inflazione nel MPR aggiornato.
L’avvio del ciclo di rialzi e la recente ulteriore ascesa delle quotazioni petrolifere avvalorano le nostre previsioni di apprezzamento del dollaro canadese rispetto al dollaro USA in direzione di 1,23-1,21 USD/CAD sull’orizzonte a 6m-12m.
PREVISIONI:
AREA EURO
– Oggi il tasso di disoccupazione è visto in calo di un decimo al 6,9% a gennaio: nonostante il rallentamento ciclico a cavallo d’anno, la domanda di lavoro da parte delle imprese dovrebbe essere rimasta solida.
– In calendario anche il dato sulla disoccupazione italiana di gennaio (attesa stabile al 9%) e i prezzi alla produzione di gennaio nell’area euro (visti in ulteriore accelerazione).
– Le stime finali degli indici PMI dei servizi di febbraio dovrebbero confermare le letture flash (55,8 in area euro); in Italia l’indicatore dovrebbe tornare in territorio espansivo (a 53 da 48,5 di gennaio) sulla scia del calo dei contagi.
STATI UNITI – Oggi è in agenda l’ISM dei servizi di febbraio che dovrebbe mostrare un aumento a 61,5 e confermare la ripresa dell’attività in seguito alla diminuzione dei contagi.