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31 Maggio 2019 – nota economica giornaliera

ITALIA – Il fatturato nei servizi è diminuito di 0,2% t/t nel 1° trimestre, per un calo tendenziale di -0,5% a/a (prima variazione negativa dal 2014). Nel trimestre, hanno pesato soprattutto le attività professionali, scientifiche e tecniche (-1,2%) e le agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (-0,8%), a fronte di un incremento per i servizi di informazione e comunicazione (+0,9%). Sull’anno, l’unico comparto in significativo progresso è quello delle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+1,8%), mentre si nota un brusco calo delle attività professionali, scientifiche e tecniche (-5,6%); da notare la diminuzione tendenziale del commercio all’ingrosso, commercio e riparazione di autoveicoli, la prima dal 1° trimestre 2014. In sintesi, i servizi non dovrebbero aver dato un contributo significativamente positivo al PIL a inizio anno, ma la ripresa degli indici di fiducia registrata tra aprile e maggio segnala la possibilità di un apporto positivo nel trimestre corrente. In ogni caso, le indicazioni sul settore dei servizi sono al momento contrastanti e non univoche.

GERMANIA – Le vendite al dettaglio sono calate a sorpresa ad aprile di ben -2% m/m, dopo lo stallo di marzo. Su base annua però, vista la collocazione ritardata della Pasqua, le vendite sono salite del 4% (da -2% precedente).

STATI UNITI – La seconda stima dei conti nazionali del 2019(T1) ha rivisto la crescita del PIL marginalmente da 3,2% t/t (annualizzato) a 3,1%. Revisione al ribasso anche per il deflatore dei consumi, da 1,3 a 1,0%.
Le nuove richieste di sussidio sono salite marginalmente da 212mila a 215mila.

 

COMMENTI:

STATI UNITI – Il presidente Trump ha dichiarato che dal 10 giugno saranno imposti dazi del 5% su tutte le importazioni dal Messico, destinati poi a salire al 10% a luglio, al 15% in agosto, al 20% in settembre e al 25% in ottobre. L’azione sarà cancellata se la presunta crisi migratoriasarà alleviata attraverso efficaci azioni intraprese dal Messico”.
Circa il 15% delle importazioni americane provengono dal Messico, che in marzo ha marginalmente sopravanzato la Cina, penalizzata da dazi punitivi che ormai interessano quasi metà dell’import complessivo.
L’annuncio del presidente è destinato a incontrare opposizione interna, anche all’interno del partito repubblicano, in quanto appare eccedere l’autonomia dell’amministrazione nel decidere le politiche commerciali. Gli Stati Uniti avevano da poco firmato un nuovo trattato commerciale con Canada e Messico (USMCA, ancora in corso di ratifica) e il sorprendente annuncio di ieri infligge un nuovo colpo alla credibilità dell’amministrazione Trump come negoziatore.

 

L’indice del dollaro è rimasto circa stabile ieri nonostante l’annuncio a sorpresa da parte di Trump sui nuovi dazi progressivi contro il Messico come arma per ridurre l’afflusso di migranti dall’America centrale, che alimenta un clima di risk-off. Anche i PMI cinesi di maggio, deboli a causa degli ordini esteri, alimentano le preoccupazioni e favoriscono il flight to quality.

L’euro non ha registrato variazioni di rilievo ieri e scambia in apertura stamattina a 1,1130. I dati sull’inflazione tedesca di oggi potrebbero aumentare la debolezza della moneta unica.

La sterlina ieri ha registrato un brusco calo contro dollaro (poi recuperato) sulla scia di timori di una frenata del PIL inglese nel secondo trimestre. Scambia stamattina sulla soglia di 1,2600. Contro euro il movimento è stato solo marginale (-0,1%) e scambia ora a 0,8831. L’evoluzione della saga su Brexit manterrà la sterlina debole e soggetta a pressioni ribassiste nei prossimi mesi.

Ampio movimento dello yen, questa notte, che si è apprezzato contro dollaro dello 0,9%: il JPY che ora scambia a 108,90 è sempre più lontano dalla media di lungo periodo. La diffusione della batteria di dati riguardanti inflazione, disoccupazione e consumi delle famiglie probabilmente non ne è responsabile. Piuttosto, contano l’annuncio di Trump sui nuovi dazi contro il Messico e i dati deboli dei PMI cinesi di maggio, che alimentano il livello di allarme per le prospettive della domanda e favoriscono il flight to quality.

 

PREVISIONI:

ITALIA
– L’inflazione potrebbe calare lievemente a maggio, all’1% dall’1,1% precedente, ma con un aumento congiunturale dei prezzi di due decimi su entrambi gli indici. Nel mese, sono proseguiti i rincari dei carburanti e dei servizi ricettivi e di ristorazione, a fronte di una possibile ulteriore flessione dei listini nelle spese per il tempo libero e nelle comunicazioni. Pensiamo che l’inflazione possa continuare a calare moderatamente nei prossimi mesi, toccando un minimo a 0,7% nei mesi estivi, per poi risalire verso 1,2% a fine anno.
– Il PIL dovrebbe confermare la prima stima di una ripresa di +0,2% t/t nel 1° trimestre 2019, per una tendenza annua in risalita di un decimo a +0,1%. Sarà confermato il contributo positivo dell’export netto, come già accaduto nella seconda metà dell’anno scorso. Viceversa, l’apporto negativo della domanda domestica dovrebbe essere dovuto alle scorte, in presenza di una dinamica stabile o in lieve aumento di consumi e investimenti (in particolare si dovrebbe vedere una crescita di quelli in costruzioni). La buona notizia sarebbe la conferma della ripresa del PIL a inizio anno, con un dettaglio per componenti che non dovrebbe risultare deludente; tuttavia, pensiamo che il trimestre in corso possa essere più fiacco ovvero stagnante o di nuovo negativo: è possibile, infatti, che fattori di calendario e climatici abbiano “spostato la crescita” dal 2° al 1° trimestre. Al netto della volatilità su base trimestrale, l’attività economica resta in una fase di stagnazione, coerente con i segnali dalle indagini.

GERMANIA – La stima preliminare dovrebbe mostrare un aumento dei prezzi al consumo di 0,5% m/m a maggio. L’inflazione è attesa tornare indietro a 1,7% dal 2,0% sulla misura nazionale e all’1,5% dal 2,1% sull’indice armonizzato.
Nel mese i prezzi al consumo saranno spinti dal capitolo energia ma frenati dalla normalizzazione dei prezzi dei servizi ricreativi e pacchetti vacanze dopo il forte rialzo del mese scorso in corrispondenza della Pasqua. L’inflazione tedesca dovrebbe gradualmente muovere verso il 2% a fine anno.

STATI UNITI – La spesa personale ad aprile è prevista in aumento di 0,3% m/m, dopo 0,9% m/m di marzo. I servizi dovrebbero registrare una variazione modesta per via del clima mite, mentre per i beni le vendite al dettaglio hanno già segnalato un ritracciamento, dopo il forte aumento di marzo.
Il reddito personale ad aprile dovrebbe aumentare di 0,3% m/m, dopo 0,1% m/m, con una ripresa delle componenti dei redditi extra-lavorativi, mentre per la componente salari e stipendi si dovrebbe vedere una variazione di 0,3% m/m, poco al di sotto del trend recente.
Il deflatore dei consumi è previsto in rialzo di 0,3% m/m, mentre per il core la variazione attesa è di 0,2% m/m (1,5% a/a) dopo diversi mesi deboli.
Il focus sarà sui dati di inflazione visto il rallentamento della dinamica dei prezzi core dei primi mesi del 2019: una variazione del deflatore core ancora compresa fra 0 e 0,1% m/m verrebbe interpretata dal mercato come un segnale molto dovish per i tassi.