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29 gennaio 2019 – nota economica giornaliera

FRANCIA – L’indice di fiducia dei consumatori a gennaio, atteso in recupero dopo le proteste e le iniziative prese da Macron per tranquillizzare le fasce più deboli della popolazione, è balzato da 86 a 91, al di sopra delle attese di consenso.

 

COMMENTI:

REGNO UNITO – La Camera dei Comuni voterà oggi sulla mozione del Governo sulla Brexit, imperniata sulla riproposizione dell’accordo già respinto, e su alcuni degli emendamenti. Uno, presentato da G. Brady e sostenuto dalla May, chiede di sostituire il backstop per l’Irlanda con “accorgimenti alternativi”.
Altri, come quello proposto dalla laburista Y. Cooper, imporrebbero al governo di chiedere un’estensione fino al 31/12/2019 se l’accordo fosse nuovamente bocciato dal parlamento, in modo da concordare un’altra proposta.
Riguardo all’estensione, però, l’approvazione da parte dell’UE di una proroga oltre la data delle elezioni europee (o della convocazione del Parlamento Europeo) è plausibile soltanto se motivata da un radicale cambiamento politico nel Regno Unito: Sabine Weyand, vice di Barnier nei negoziati, ha avvisato che l’accordo è chiuso e non più negoziabile

STATI UNITI – Il Congressional Budget Office (CBO) ha pubblicato lo scenario economico e di budget per il 2019-2029. Come atteso, il quadro fiscale americano dovrebbe continuare a deteriorarsi, con deficit e debito su livelli elevati e crescenti.
Il deficit/PIL è previsto fra 4,1% e 4,7% nel decennio, mentre il rapporto uscite/PIL dovrebbe passare dall’attuale 20,8% al 23% nel 2029, in parte sulla scia dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento delle componenti previdenza e sanità. Dal lato delle entrate, il CBO prevede un incremento dal 16,5% del 2019 al 18,3% nel 2029. Questo trend verso l’alto è il risultato della fine di molte misure espansive introdotte con la riforma tributaria.
Il debito/PIL è previsto in costante aumento, fino a toccare il 93% nel 2029, e il 150% nel 2049. Per quanto riguarda l’economia, il CBO prevede una crescita del 2,3% nel 2019, in ulteriore rallentamento all’1,7% negli anni successivi. Il CBO sottolinea gli effetti del rallentamento della crescita della forza lavoro sul tasso di crescita potenziale.
Inoltre, il CBO ha anche pubblicato una stima degli effetti dello shutdown appena concluso: la chiusura degli uffici federali e il rinvio di circa 18 mld di dollari di spese (inclusi gli stipendi dei dipendenti) dovrebbe determinare una perdita di PIL reale di circa 3 mld nel 4° trimestre 2018, mentre sul 1° trimestre l’effetto negativo è stimato in 8 mld. L’effetto sulle variazioni trimestrali annualizzate sarebbe di -0,2 pp nel 4° trimestre 2018, -0,4 pp nel 1° trimestre 2019.

 

La settimana si è aperta con bassa volatilità sui cambi: l’indice del dollaro è rimasto stabile ieri.

Contro euro, il biglietto verde ha ceduto -0,3% portandosi a 1,1440.

La sterlina ha ceduto lo 0,4% contro USD scendendo a 1,3160, mentre nei confronti della moneta unica ha ceduto anche di più tornando prossima a 0,8700.

Lo yen rimane pressoché sul livello di ieri contro USD a 109,25.

Anche il franco svizzero, nonostante un andamento moderatamente volatile nelle ultime due settimane, non mostra tendenze degne di nota contro USD e scambia ora attorno a 0,9910. Dopo la brusca correzione, l’euro ha ripreso forza contro CHF ed è tornato ora a scambiare attorno a 1,1350.

 

MARKET MOVERs:

L’attenzione sarà nel Regno Unito, dove la Camera dei Comuni voterà oggi sulla mozione del governo e su alcuni degli emendamenti sulla Brexit.

Negli USA, la fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board a gennaio è prevista in calo, con una correzione analoga a quella vista per l’indice dell’Univ. of Michigan. Riteniamo che, con la conclusione dello shutdown, il ritorno alla normalità dovrebbe riportare la fiducia verso l’alto.