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27 Maggio 2019 – nota economica giornaliera

UNIONE EUROPEA – Le elezioni del Parlamento Europeo hanno confermato che i due maggiori raggruppamenti (PPE e S&D, rispettivamente con 179 e 150 seggi) subiscono un’erosione di consenso tale da rendere necessario un allargamento della maggioranza ai liberali di ALDE (con loro, la coalizione potrebbe contare 436 seggi su 751); possibile (ma non necessaria) anche la collaborazione dei Verdi, che hanno avuto un ottimo risultato conquistando 70 seggi.
Sia ALDE, sia i Verdi risultano in netta ascesa rispetto al 2014. L’avanzata dei partiti sovranisti è a macchia di leopardo e non ne aumenta significativamente l’influenza nel nuovo Parlamento.

STATI UNITI – Gli ordini di beni durevoli calano di -2,1% m/m ad aprile, con una netta spinta verso il basso dell’aeronautica civile, come atteso. Al netto dei trasporti gli ordini sono invariati.
Gli ordini di beni capitali segnano un’ampia flessione (-3,5% m/m); al netto di difesa e aerei, il calo è di -0,9% m/m.
Per questo aggregato, che dà indicazioni per il trend degli investimenti, la variazione a 3 mesi annualizzata è del 2,7% (da 1,1% di marzo) e dopo una serie di variazioni negative da novembre in poi, con un segnale di tenuta della spesa in conto capitale delle imprese fra il 2° e il 3° trimestre.
Le consegne di beni capitali al netto di difesa e aerei sono invariate su base mensile e la variazione a 3 mesi annualizzata rallenta a 2,5% da 4% di marzo.
Gli ordini e le consegne puntano a espansione moderata degli investimenti, probabilmente frenati anche dalla rinnovata incertezza sulle prospettive della politica commerciale.

 

COMMENTI:

UNIONE EUROPEA – I risultati delle elezioni del Parlamento UE sono destinati ad aggravare la crisi di leadership che caratterizza l’UE. L’asse franco-tedesco ne esce ulteriormente indebolito, soprattutto nella componente francese, senza che emergano alternative plausibili. Diversi governi godono di supporto parlamentare fragile, che li obbligherà a concentrarsi su questioni nazionali e che renderà ancora più difficile spendere capitale politico nella ricerca di compromessi su riforme che porterebbero a una maggiore integrazione dell’Unione.
Inoltre, i risultati rischiano di rendere ancora più complesso il rapporto con l’Italia, dove è stata premiata un’offerta politica che presenta l’Unione come un ostacolo e una fonte di problemi per il Paese e che non condivide l’interesse per le tematiche ambientali a cominciare dal cambiamento climatico.
Ma il voto ha implicazioni molto più rilevanti a livello nazionale che continentale:

  • In ITALIA, i risultati parziali confermano che il sostegno per la Lega (34%) è pressoché raddoppiato rispetto al marzo 2018, mentre quello per il Movimento Cinquestelle è crollato al 17% (superato dal PD, al 23%). Gli altri partiti di destra hanno ottenuto un ulteriore 15% circa, il che rende una maggioranza assoluta di seggi alle prossime elezioni politiche alla portata di un’ipotetica coalizione di destra.
    Si sono quindi materializzate le condizioni che potrebbero portare a una crisi di governo e a uno scioglimento anticipato delle camere, anche se tale scenario è stato prontamente negato dal leader della Lega. L’Italia risulta sempre più anomala nel contesto dell’Europa Occidentale: è il paese dove i partiti euroscettici sono più forti, ma anche uno dei pochi che non ha visto crescere il consenso per i liberali e che ha ignorato la crescita dei temi ambientali.
  • In GERMANIA, il consenso per i socialdemocratici è crollato a minimi storici, mentre i cristianodemocratici, pur in calo di 7 punti percentuali, mantengono la maggioranza relativa.
    L’aumento della frammentazione ha premiato soprattutto i Verdi.
    Sotto le attese il risultato di AfD (sotto l’11%). La crisi della SPD potrebbe mettere in dubbio la partecipazione del partito al governo, anche se la leadership e la maggioranza dei parlamentari sono favorevoli a continuare.
  • In FRANCIA, il RN conferma i buoni risultati del 2014, superando soltanto di un punto il partito del presidente Macron, che non sfonda. Anche in Francia, ottengono ottimi risultati i Verdi.
  • In SPAGNA, la vittoria dei socialisti (33%) sostanzialmente conferma i risultati delle recenti consultazioni nazionali; entrano nel Parlamento Europeo gli indipendentisti catalani, mentre il risultato dell’estrema destra è stato al di sotto delle attese.
  • In OLANDA, ALDE ed S&D ottengono entrambi 6 seggi, più dei Popolari (4) e della destra affiliata a ECR (5). I verdi ottengono 3 seggi.
  • In BELGIO, i risultati mostrano una forte frammentazione, con ben 6 liste che ottengono fra 3 e 4 seggi. Popolari e ALDE ottengono 4 seggi ciascuno, Verdi e S&D 3 ciascuno.
  • In GRECIA, dopo i primi risultati (Syriza al 24% contro il 33% della destra di Nuova Democrazia), Tsipras ha annunciato le elezioni anticipate.
  • In AUSTRIA, gli scandali hanno portato a una flessione della destra di FPÖ a vantaggio dei popolari di ÖVP, che guadagnano il 7%.
  • In GRAN BRETAGNA, trionfa come atteso il partito della Brexit di Nigel Farage con il 32% delle preferenze; crollano i conservatori (sotto il 9%) ma anche il Labour Party, che paga le sue ambiguità sulla Brexit e subisce un netto travaso di voti a favore dei Liberal-democratici.
  • Tra i paesi del gruppo di Visegrad, in Ungheria trionfa il partito di Orban con il 52%; in Repubblica Ceca vince il partito liberale del premier Andrej Babis; in Slovacchia il primo partito sono i liberali filoeuropei di centrosinistra con oltre il 20%; in Polonia vince con il 43% dei voti il partito ultraconservatore Diritto e Giustizia di Jaroslaw Kaczynski.

 

I mercati valutari hanno aperto prudentemente in Asia, con l’indice del dollaro stabile stamattina dopo il calo di -0,3% di venerdì.

L’euro ha aperto in Asia in leggero recupero dopo il fine settimana elettorale: l’esito del voto a livello europeo non ha significativamente cambiato il quadro politico, mentre avrà implicazioni più profonde a livello nazionale, specialmente in UK e Italia.

La sterlina apre in marginale rafforzamento contro USD e EUR dopo l’annuncio delle dimissioni di Theresa May.

Lo yen apre in indebolimento di 0,2% contro dollaro in un contesto di bassa volatilità.

 

MARKET MOVERs:

AREA EURO – Il focus della settimana sarà sulle indagini di fiducia di maggio che completeranno il quadro sul ciclo economico a poco meno di dieci giorni della prossima riunione BCE.
Ci aspettiamo un lieve miglioramento dell’indice ESI della Commissione UE, ma un calo di morale in Italia. Le stime preliminari potrebbero mostrare l’inflazione in diminuzione a maggio, mentre le vendite al dettaglio sono attese in aumento in Germania ma stagnare in Francia.

STATI UNITI – Oggi mercati chiusi per festività (Memorial Day), ma i dati in uscita questa settimana non dovrebbero modificare il quadro macroeconomico: la seconda stima del PIL del 1° trimestre dovrebbe essere confermata poco sopra il 3% t/t ann. grazie al contributo di scorte e canale estero, ma con una crescita contenuta della domanda finale domestica.
La fiducia dei consumatori a maggio dovrebbe essere in rialzo sulla scia di mercato del lavoro forte e condizioni finanziarie espansive, ma la spesa e il reddito personale di aprile potrebbero essere in crescita contenuta, confermando però un’accelerazione dei consumi nel 2° trimestre.
Infine, la stima preliminare della bilancia commerciale di aprile dovrebbe registrare un deficit in allargamento e puntare a un contributo negativo del canale estero alla crescita del 2° trimestre.