Seguci su twitter

Categorie

25 Luglio 2019 – nota economica giornaliera

AREA EURO – I PMI flash di luglio sono stati ancora peggio delle nostre attese, che erano più caute del consenso. Ancora una volta, è il settore manifatturiero che sorprende negativamente: il PMI manifatturiero è sceso da 47,6 a 46,4. La flessione è diffusa a tutte le componenti, e lascia ben poco spazio alla speranza che la produzione possa risalire ad agosto: l’indice sul libro ordini (43,3) è al livello più basso dal 2009. Più diffusa anche la flessione dei nuovi ordini, mentre le imprese rincorrono la debolezza della domanda tagliando le scorte di input produttivi e prodotti finiti, ma la situazione delle scorte non pare ancora normalizzata.
Sulla base dei dati pubblicati, bisogna attendersi che anche la lettura di agosto del PMI manifatturiero sia molto debole, e forse di nuovo in calo.
Decisamente meglio i servizi a 53,3, in lieve ribasso rispetto a giugno, ma che consentono all’indice composito di limitare la flessione a 51,5.
I PMI di luglio sono coerenti con una variazione del PIL dell’eurozona di 0,9% a/a e 0,24% t/t nel terzo trimestre, con una probabilità di variazione congiunturale negativa inferiore al 20%.
Al momento, infatti, costruzioni e terziario compensano la contrazione dell’industria manifatturiera.

GERMANIA – L’indice PMI composito è sceso da 52,6 a giugno a 51,4 in luglio. Si tratta del minimo degli ultimi sei anni. La maggior parte di questa riduzione è dovuta al settore manifatturiero, che segnala la fase peggiore degli ultimi sette anni (43,1 punti in luglio).
Anche i servizi sono diminuiti, passando da 55,8 a giugno a 55,4 a luglio. Tuttavia, i servizi rimangono resilienti e dovrebbero solo rallentare la propria crescita.
Allarmante, in particolare, è il brusco calo della produzione manifatturiera associata a ordini in calo. La valutazione degli ordini dall’estero ha registrato il calo più marcato negli ultimi dieci anni. È probabile che la crescita tedesca si collochi nei mesi estivi tra 0,0-0,2%.

FRANCIA – L’indice di fiducia presso le imprese manifatturiere elaborato dall’INSEE cala a sorpresa a luglio di un punto a 101 (da 102 di giugno). Il calo è spiegato da una correzione della produzione attuale e attesa, a fronte di un calo della domanda interna (mentre gli ordini esteri aumentano).
Le pressioni sui prezzi rimangono orientate verso il basso. In media trimestrale, il morale nel manifatturiero era leggermente peggiorato nel secondo trimestre rispetto al primo. L’ulteriore calo all’esordio del terzo pospone le nostre attese di una accelerazione dell’output all’autunno.

BELGIO – L’indice di fiducia economica elaborato dalla Banca del Belgio è marginalmente peggiorato a luglio, da -4,9 a -5,0. Il consenso era per un marginale miglioramento.
Il dettaglio mostra un nuovo e inatteso calo del morale nel manifatturiero a -9,1 (da -8,5).
Il calo è stato compensato dal miglioramento di morale del settore edilizio.
In media trimestrale l’indice era già calato a giungo e l’indagine di luglio conferma che il trend nel manifatturiero dei Paesi core rimane orientato verso il basso anche nel terzo trimestre.

STATI UNITI – Il PMI manifatturiero Markit (stima flash) è sceso a 50 in luglio, ma con una ripresa dei nuovi ordini. L’indice dei servizi è rimbalzato da 50,7 a 52,2. Perciò, l’indice composito è salito da 51,5 a 51,6.

 

COMMENTI:

BCE – Si riunisce oggi il Consiglio Direttivo BCE. Il presidente Draghi ha preannunciato nuove misure nel caso in cui i dati non avessero indicato un significativo miglioramento. Poiché questo sembra essere il caso, ci aspettiamo che il Consiglio annunci come minimo una modifica alla forward guidance, introducendo un orientamento espansivo esplicito e un allentamento dei vincoli ai reinvestimenti delle scadenze APP che consenta di spostare gli acquisti su titoli a più lungo termine.
Il mercato sembra posizionato per misure immediate più aggressive, che includano anche un taglio immediato del tasso sui depositi, ma ci sembrerebbe ragionevole effettuare un eventuale taglio soltanto dopo aver modificato formalmente l’orientamento.
Le ultime dichiarazioni (Coeuré, Villeroy de Galhau) prima del periodo di silenzio sembravano aver cercato di raffreddate un po’ le attese, pur confermando la propensione ad annunciare nuove misure.

REGNO UNITO – Il nuovo premier Boris Johnson ha ribadito che intende completare l’uscita dall’Unione Europea il 31 ottobresenza se e senza ma”, e ha prospettato un governo pieno di sostenitori di una hard Brexit.
Johnson ha ribadito la convinzione che un nuovo negoziato può portare alla cancellazione del meccanismo di salvaguardia per il confine irlandese.
Il maggior rischio che Johnson fronteggia a questo punto è costituito da un voto di sfiducia in Parlamento, seguito da elezioni anticipate.
Malgrado l’appoggio esterno di DUP, infatti, la maggioranza è attualmente di 2 soli seggi e potrebbe presto scendere a 1 seggio. In caso di elezioni anticipate, la campagna elettorale potrebbe essere imperniata sul tentativo di riportare nel partito conservatore gli elettori favorevoli a una hard Brexit.

 

PREVISIONI:

GERMANIA – A seguito della sorpresa negativa del sondaggio ZEW, l’indice di fiducia IFO dovrebbe registrare un ulteriore calo.

STATI UNITI
– Gli ordini di beni durevoli a giugno (prel.) sono attesi in aumento (dopo -1,3% m/m di maggio), sulla scia di una ripresa dell’aeronautica civile. Gli ordini di beni capitali al netto di trasporti e difesa dovrebbero essere in modesto rialzo, dando supporto a una valutazione di quasi-stabilità del settore manifatturiero.
– La bilancia commerciale dei beni a giugno (prel.) dovrebbe registrare un deficit di -72 mld con un calo atteso dell’export di circa -1% m/m (in gran parte dovuto a prezzi più bassi), a fronte di una correzione più ampia delle importazioni (determinata sia dai prezzi sia dai volumi). A giugno si dovrebbe vedere un ulteriore ampliamento del disavanzo con la Cina, ma una chiusura di quello con il Canada. Il canale estero dovrebbe dare un ampio contributo negativo (-0,5pp) alla crescita del 2° trimestre.