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24 Maggio 2019 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Il PMI composito è rimasto circa  stabile a maggio (da 51,5 a 51,6) su di un livello coerente con una crescita del PIL tra 0,2% t/t e 0,3% t/t nel 2° trimestre dopo il +0,4% t/t del 1°.
Il PMI manifatturiero è calato ancora a 47,7 (da 47,9) molto probabilmente su scia di un indebolimento ulteriore del quadro in Italia (che è incluso nel computo del PMI euro zona stima flash ma è pubblicato con la stima definitiva).
Il PMI manifatturiero francese è difatti tornato sopra 50 (50,6), mentre quello tedesco è rimasto stabile a 44,3.
Gli ordini all’export sono migliorati sia in Germania che Francia, anche se da livelli assai bassi.
Il dato è moderatamente positivo dal momento che segnala che forse il peggio per la domanda all’export è passato, almeno per ora.
Il PMI servizi è calato da 52,8 a 52,5 dal momento che il miglioramento dell’indice francese da 50,5 a 51,7 ha solo in parte compensato il calo dell’indice tedesco da 55,7 a 55.
Un elemento di preoccupazione è che l’indice occupazionale ha ceduto di quasi un punto a 52,4, il che indica che il rallentamento comincia da avere effetto anche sul mercato del lavoro.
Nel manifatturiero l’indice sulle intenzioni ad assumere è calato a 48,4 (da 50).
Nel 2019(T2), il valore medio del PMI composito è stato di 51,5, come nel 1° trimestre. Tuttavia, difficilmente si ripeterà una crescita di 0,4% t/t, dal momento che nel 1° trimestre si è vista una normalizzazione della crescita tedesca dopo la debolezza di fine 2018.

GERMANIA – Le indagini di fiducia segnalano una pausa nel manifatturiero ma un peggioramento dell’attività nei servizi. Il 2° trimestre vedrà una crescita più debole.
L’indice IFO ha ceduto ancora a maggio a 97,9 da 99,2. Il dato è ben più debole delle attese che erano per una stabilizzazione dopo otto mesi di cali interrotti.
L’indice rimane ancora leggermente al di sopra della media di lungo termine e segnala, quindi, una crescita moderata dell’economia nel trimestre primaverile. Del resto, il raffreddamento si è avuto da ritmi di crescita assai sostenuti nella prima parte dello scorso anno.
Nel dettaglio, l’indagine IFO segnala un giudizio peggiore sulla situazione corrente a 100,6 (da 103,4), livello ancora al di sopra della media di lungo termine ma più basso del valore di fine estate di una deviazione standard, che pertanto non può essere considerato erratico ma indicativo di un trend che si sta consolidando.
L’indagine, tuttavia, rimanda anche qualche segnale moderatamente positivo: le attese per l’economia allargata sono ancora circa stabili per il terzo mese consecutivo. Inoltre, dallo spaccato settoriale emerge che dopo mesi di continuo peggioramento le condizioni nel manifatturiero sono stabili e le attese per i prossimi mesi sono di lieve recupero. Però la fiducia è peggiorata nei servizi e nel commercio all’ingrosso, sebbene da livelli elevati.
Il quadro che emerge dall’indagine IFO è infatti confermato anche dall’andamento dei PMI: il PMI manifatturiero tedesco è rimasto circa invariato a maggio (a 44, 3) grazie al recupero degli ordini dall’estero e al forte decumulo di scorte. Il PMI dei servizi è calato a 55 (da 55,7). Il calo della fiducia nei servizi potrebbe essere solo una correzione dopo l’aumento in aprile, probabilmente gonfiato dalla collocazione tardiva della Pasqua e dall’accumulo di scorte nell’incertezza su Brexit. Tuttavia, le prospettive per i servizi non sono brillanti, dal momento che sia l’indagine IFO che il PMI segnalano un ulteriore indebolimento dell’attività nei prossimi mesi. Come quasi sempre succede nei cicli economici a rallentare inizialmente è il manifatturiero, poi seguono i servizi e questo vale ancor più in un grande economia aperta.
Le indagini di fiducia di aprile e maggio ci inducono a ritenere che il ritmo di crescita dei mesi invernali (+0,4% t/t) non si ripeterà in primavera, quando ci aspettiamo al meglio una crescita di 0,3% t/t. Il recupero del PIL nel 1° trimestre va letto come una normalizzazione dopo la stagnazione della seconda metà del 2018, in parte dovuta a fattori eccezionali: la difficoltà del comparto auto di adattarsi alla nuova normativa UE sui diesel e condizioni meteo inusuali.
Riteniamo che la Germania abbia lo spazio, tramite la politica fiscale, per contrastare il rallentamento ciclico. Rimaniamo quindi dell’idea che il PIL possa tornare a crescere circa al trend (0,35 % t/t su base congiunturale) 1,4% in media 2020 dopo l’1,0% atteso per quest’anno.

STATI UNITI – Il PMI manifatturiero Markit è calato da 52,6 a 50,6, in base alla stima flash pubblicata ieri. In netto calo a maggio anche il PMI dei servizi, da 53 a 50,9. Le nuove richieste di sussidio sono rimaste pressoché stabili a 211mila. Le vendite di case nuove sono calate in aprile di -6,9% m/m, dato decisamente peggiore delle attese.

 

COMMENTI:

AREA EURO – I verbali della riunione BCE di aprile indicano che le modalità operative delle nuove aste saranno fissate in base all’evoluzione dello scenario. I verbali della riunione di aprile indicano che i membri del Consiglio direttivo erano meno fiduciosi sulla realizzazione dello scenario di marzo, a causa dell’andamento deludente dei dati. I rischi per lo scenario venivano valutati verso il basso ed erano legati allo scenario globale e rischio di uscita senza accordo del Regno Unito. Riguardo la dinamica inflazionistica le preoccupazioni erano ancora contenute, nonostante la sorpresa verso il basso dai dati di marzo. I membri del Consiglio leggevano il calo delle attese di mercato come indicazione di crescita più debole piuttosto che come un segnale di disancoraggio delle attese di inflazione.
I membri del Consiglio erano concordi nel valutare che la stance di politica monetaria dovesse rimanere ancora ampiamente accomodante e che fosse opportuno comunicare la disponibilità a fare dipiù usando tutti gli strumenti disponibili in caso di necessità. La BCE può far leva sulla guidance sui tassi, sulle operazioni di credit easing e sulla gestione del bilancio tramite la politica di reinvestimento.
Riguardo la guidance sui tassi, i membri erano concordi sull’opportunità di confermarla, così come l’impegno a reinvestire a pieno il portafoglio titoli APP per un periodo esteso dopo il primo rialzo die tassi.
La BCE sta facendo leva sulle TLTRO III per “assicurarsi” condizioni finanziarie e al credito adeguate a contrastare un rallentamento più pronunciato del previsto del ciclo. I verbali confermano quanto indicato alla riunione di aprile ovvero che la BCE intende modulare le caratteristiche operative delle nuove aste in base all’evoluzione dello scenario.
Secondo quanto proposto da Praet, le condizioni di prezzo potrebbero essere utilizzate come backstop o come uno strumento per modulare la stance di politica monetaria. Nel primo caso, il prezzo potrebbe essere fissato al Refi più uno spread.
Al contrario, se la BCE vuole utilizzare il prezzo delle aste per allentare o stringere lo stimolo monetario dovrebbe fissare il tasso da pagare in caso di raggiungimento dell’obiettivo a livelli inferiori al Refi.
Alla luce dell’andamento dei dati, è più facile che la BCE propenda per condizioni ancora generose. Non è, però, scontato che i dettagli verranno annunciati a giugno.
La BCE potrebbe voler attendere la riunione di fine luglio, quando avrà a disposizione i dati di giugno e luglio sulla fiducia, il PIL del 2° trimestre e i dati su produzione industriale.
I verbali ribadiscono che il Consiglio sta valutando l’opportunità di introdurre misure per preservare l’effetto positivo dei tassi negativi riducendo il costo per le banche.
Come abbiamo già espresso (si veda Mastering TLTRO III details and negative rates for longer, 3 maggio 2019) un sistema a più soglie di remunerazione / penalizzazione delle riserve in eccesso potrebbe essere introdotto solo in caso di necessità di tagliare ancora i tassi di interesse. In ogni caso il dibattito non sembra essere iniziato.

 

L’ennesima giornata negativa sui mercati azionari ha portato a una brusca flessione dell’indice del dollaro da cui hanno tratto beneficio le principali valute. Anche contro CHF il biglietto verde ha ceduto lo 0,6%.

L’euro è ritornato velocemente verso il livello di 1,1200 (+0,6%) nonostante i dati dell’IFO tedeschi siano stati deludenti così come quelli dai PMI dell’Eurozona.

La sterlina ha recuperato lo 0,6% contro il biglietto verde ma rimane vicina a 1,2680, ben al di sotto della media di lungo termine di 1,30. Contro euro la sterlina è rimasta stabile a 0,8832, a conferma che il movimento è interamente spiegato dalla debolezza del dollaro. Cedimenti ulteriori della sterlina non sono da escludersi visti gli imminenti appuntamenti politici sul fronte Brexit (esito delle elezioni europee, dimissioni di Theresa May, forse annunciate già oggi).

Lo yen ha reagito come al solito di fronte a una fase di risk-off dei mercati, apprezzandosi dello 0,6% contro dollaro e riportandosi a 109,50.

 

MARKET MOVERs:

UNIONE EUROPEA – Oggi voteranno per eleggere i propri parlamentari europei gli elettori di Irlanda e Repubblica Ceca. In quest’ultimo paese, le operazioni di voto continueranno domani. Sabato si voterà anche in Slovacchia, Lettonia e Malta. Tutti gli altri paesi voteranno domenica.
Gli exit polls in Olanda attribuiscono la maggioranza relativa ai laburisti di Timmermans, davanti ai popolari di Rutte.

BELGIO – L’indice di fiducia economica elaborato dalla Banca del Belgio è visto in risalita a maggio da -3,2 a -1,8 grazie, a nostro avviso, a un miglioramento del morale nel comparto manifatturiero. Anche in Belgio, da inizio anno, il morale degli operatori è in via di normalizzazione ma il manifatturiero rimane il settore dove il calo registrato è stato più ampio.

STATI UNITI – Gli ordini di beni durevoli di aprile (prel.) sono previsti in calo, dopo +2,6% m/m di marzo. La contrazione dovrebbe essere collegata a una netta flessione degli ordini alla Boeing, ma anche alla debolezza nel settore auto. Al netto dei trasporti, gli ordini dovrebbero essere invariati su base mensile, alla luce delle informazioni dell’ISM manifatturiero, che ha visto un netto ritracciamento degli ordini ad aprile. Il trend degli ordini al netto dei trasporti sarebbe solo marginalmente positivo. Anche per gli ordini di beni capitali al netto di difesa e aerei la previsione è di correzione, dopo tre rialzi consecutivi.