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23 Maggio 2019 – nota economica giornaliera

GERMANIA – La seconda stima ha confermato che nel 2019(T1) il PIL è cresciuto di 0,4% t/t (0,7% a/a).
In robusta crescita consumi delle famiglie, investimenti in macchinari e impianti e costruzioni, mentre i consumi pubblici si sono contratti.
Nel complesso, la domanda finale interna ha contribuito per 0,8 punti percentuali.
Le esportazioni nette hanno contribuito positivamente (0,2 punti percentuali), grazie un incremento di export e import rispettivamente di 1,0% e 0,7% t/t, mentre il decumulo delle scorte ha sottratto ben lo 0,6% alla crescita trimestrale.
L’andamento dell’IFO e del PMI composito è coerente con un tasso di crescita intorno a 0,3% t/t nel 2° trimestre, leggermente più debole rispetto al 1° trimestre. Fattori di calendario e meteorologici potrebbero contribuire a frenare l’attività produttiva. Confermiamo, per ora, la stima media annua di crescita a 0,9%.

 

COMMENTI:

UNIONE EUROPEA – Inizia il voto per il Parlamento Europeo: giovedì 23 sarà il turno di Regno Unito e Paesi Bassi, seguiti il 24 dall’Irlanda, il 25 da Repubblica Ceca, Slovacchia, Lettonia e Malta e domenica 26 da tutti gli altri Stati membri.

ITALIA – Nella pubblicazione semestrale “Le prospettive per l’economia italiana nel 2019”, l’ISTAT ha rivisto al ribasso le stime sul PIL 2019, a 0,3% da un precedente 1,3% (che risale al 21 novembre scorso).
La stima è più ottimistica rispetto al consenso, al target governativo e alle nostre previsioni.
Secondo ISTAT la crescita 2019 verrà interamente dalla domanda domestica finale, mentre gli scambi con l’estero e le scorte daranno un contributo nullo.
Il principale contributo verrà dai consumi delle famiglie, sostenuto dall’aumento del monte salari e, sia pure solo “in misura limitata”, dalle misure sul reddito di cittadinanza.
L’istituto vede una sostanziale stagnazione dell’occupazione e una salita modesta del tasso di disoccupazione (a 10,8% da 10,6% del 2018).
Riteniamo che lo scenario ISTAT sia lievemente ottimista; peraltro lo stesso istituto riconosce che i rischi sullo scenario sono verso il basso, derivanti da una eventuale ulteriore moderazione del commercio internazionale e da un possibile peggioramento delle condizioni creditizie legato all’aumento dell’incertezza e all’evoluzione negativa degli scenari politici ed economici.

REGNO UNITO – La stampa locale prevede che la premier Theresa May si dimetterà dall’incarico venerdì (dopo il voto europeo, che nel Regno Unito si tiene oggi) o al più tardi lunedì (cioè dopo la proclamazione ufficiale dei risultati delle elezioni per il Parlamento Europeo). In seguito, resterà in carica fino alla nomina di un nuovo primo ministro.
La pessima accoglienza riservata dalle forze politiche alle proposte di modifica del WAB (Withdrawal Agreement Bill) fanno prospettare una bocciatura ancora più severa della precedente e, quindi, renderebbero inutile rinviare ancora il cambio di leadership. Tuttavia, per il momento il governo non ha ancora rinunciato ufficialmente a pubblicare venerdì la versione modificata della proposta di legge.

STATI UNITI
– I verbali della riunione del FOMC di maggio sono stati in linea con le attese.
Il messaggio principale rimane quello di un atteggiamento pazienteper un certo tempo” (“for some time”).
I verbali rilevano un ridimensionamento dei rischi per la crescita, anche se la data della riunione è precedente alla nuova escalation della guerra dei dazi con la Cina.
Per quanto riguarda l’inflazione, la visione di consenso è in linea con quella espressa da Powell e da diversi partecipanti al FOMC nelle ultime settimane, che attribuisce la responsabilità per la debolezza dell’inflazione a fattori “idiosincratici” che dovrebbero essere transitori.
Diversi partecipanti però segnalano con preoccupazione che, se l’inflazione non darà segnali di rialzo, le aspettative potrebbero ancorarsi a livelli al di sotto di quelli coerenti con il raggiungimento dell’obiettivo del 2%. In sostanza, il consenso rimane favorevole a interpretare il calo dell’inflazione come un fenomeno transitorio, tuttavia si rileva che per alcuni i rischi verso il basso sull’inflazione sono aumentati.
Come atteso, la distribuzione delle opinioni vede un consenso diffuso su una posizione senza bias per i tassi, con due code di opinioni.
Da un lato, “alcuni” riportano preoccupazione per la debolezza dell’inflazione e per un possibile circolo vizioso di inflazione bassa e aspettative in calo; dall’altro “qualchepartecipante sottolinea che, in caso di conferma dello scenario centrale, potrebbe essere necessario intervenire in direzione restrittiva, nella convinzione che la riduzione di risorse inutilizzate porti prima o poi a pressioni verso l’alto su prezzi e salari.
Sul fronte del bilancio, come previsto, i verbali riportano ulteriore discussione sul tema della composizione, con indicazioni favorevoli a uno spostamento verso scadenze più brevi, ma senza indicazioni precise riguardo alle scelte operative. Lo staff ha presentato due alternative possibili per la composizione del portafoglio: una sarebbe in linea con il mix di scadenze prevalente prima della crisi, con una prevalenza di titoli a breve; l’altra invece vedrebbe un mix simile alla distribuzione delle scadenze dei titoli esistenti. Entrambe le alternative implicherebbero una vita media del portafoglio (circa 6 anni della vita media del debito in circolazione). Fra i partecipanti sembra emergere un consenso sull’opzione in linea con la composizione dei titoli in circolazione. Con questa distribuzione di scadenze la Fed avrebbe due vantaggi: accorciando la durata del portafoglio in fase espansiva, ci sarebbe minore ingerenza nell’andamento ciclico durante la ripresa; in secondo luogo, un portafoglio con durata più breve lascerebbe maggior spazio per attuare politiche espansive attraverso acquisti di titoli, che potrebbero giocare anche sull’allungamento delle scadenze. Infine, non richiederebbe aggiustamenti compensativi del fed funds rate.
Nella presentazione dello staff sui diversi scenari per il bilancio si prevedono anche due sentieri di accorciamento delle scadenze, uno graduale e l’altro “accelerato”. Il primo sarebbe più sicuro perché ridurrebbe al minimo le ripercussioni sui mercati finanziari, al prezzo però di richiedere molti anni per concludersi.
In conclusione, quindi, i verbali danno supporto alla previsione di tassi fermi per tutto l’anno, alla luce del consenso ampio a favore di una fase di pazienza e dell’incertezza sulla relazione fra disoccupazione e prezzi.
Trump ha interrotto i negoziati con i democratici su un possibile pacchetto di spesa per infrastrutture di 2 tln di dollari, affermando che tornerà a lavorare con il Congresso solo quando i democratici fermeranno le indagini sul suo conto.
Al momento i temi rilevanti che richiedono collaborazione bipartisan e approvazione del presidente sono diversi e cruciali per lo scenario dall’autunno in poi. Oltre al pacchetto infrastrutture (che comunque ha scarsa probabilità di essere attuato per la difficoltà a concordare sulle forme di finanziamento), sono sul tavolo l’approvazione del nuovo NAFTA (USMCA), e soprattutto il rinnovo delle leggi di spesa (in scadenza il 30 settembre) e la sospensione o l’aumento del limite del debito (che diventerà vincolante nell’autunno). I leader del Congresso hanno segnalato che proseguiranno le trattative bipartisan su leggi di spesa e limite del debito.

 

L’indice del dollaro in lieve rialzo (+0,2%) nonostante la tensione di sottofondo sempre sul tema del braccio di ferro tra Cina e US per il commercio. Tuttavia i livelli di volatilità sono rimasti nella norma questa settimana con l’unica eccezione di USDJPY, dove il livello è di poco superiore alla media storica.

Poco mosso anche l’euro in calo solo dello 0,1% contro dollaro. Gli occhi rimarranno puntati sulle elezioni europee che iniziano oggi nel Regno Unito. Le elezioni europee potrebbero però ovviamente anche avere un forte impatto sugli assetti politici dell’Italia.

Sterlina in calo ieri sia contro dollaro (-0,6%) che contro euro (-0,5%), dopo le indiscrezioni di stampa che lasciano ormai intravedere chiaramente la fine del Governo di Theresa May, le cui dimissioni sono attese per lunedì al più tardi. I sondaggi indicano un tracollo per il partito conservatore alle europee.

Yen in rafforzamento ieri (+0,2%) sempre per effetto dei continui annunci di Trump e del flusso di notizie sul fronte delle guerre commerciali.

 

MARKET MOVERs:

AREA EURO
– La BCE pubblica i verbali della riunione di aprile che potrebbero fornire qualche indizio se il Consiglio abbia discusso, sia pure in via preliminare, di tiering delle riserve in eccesso. Sarà da verificare, inoltre, se il Consiglio ha valutato già ad aprile quanto generose potrebbero essere le condizioni delle aste TLTRO III, che verranno annunciate a giugno o al più tardi a luglio.
– La stima flash dovrebbe mostrare il PMI composito in lieve aumento a maggio. Il PMI manifatturiero è visto in lieve recupero, come pure il PMI servizi. Il PMI manifatturiero dovrebbe migliorare in Germania anche questo mese, mentre in Francia l’indice è visto stabile. Nei servizi, invece, il clima è atteso in lieve recupero in Francia ma stabile in Germania.
In assenza di un recupero degli indici di fiducia tra maggio e giugno la nostra stima di crescita del PIL Eurozona di 0,35% t/t in media nei mesi centrali dell’anno risulterebbe troppo ottimistica.

FRANCIA – L’indice di fiducia presso le imprese manifatturiere elaborato dall’INSEE è visto stabile a maggio. Il morale nel comparto si sta normalizzando dall’inizio dell’anno rispetto ai livelli del 2018. L’attività manifatturiera in Francia sembra mostrare più resilienza rispetto alle altre principali economie dell’Eurozona.

GERMANIA – L’indice IFO dovrebbe migliorare a maggio (da 99,2) dopo mesi in calo. Ci aspettiamo una stabilizzazione delle attese per i prossimi mesi e un lieve recupero della valutazione corrente. L’andamento degli ordini nel manifatturiero è chiave per il recupero dell’attività. Sarà importante verificare la tenuta dei servizi e del commercio al dettaglio.

STATI UNITI – Le vendite di case nuove ad aprile sono previste in moderato calo da 692 mila di marzo, dopo tre rialzi consecutivi. Le indicazioni dell’indagine di fiducia dei costruttori restano positive e in linea con la prosecuzione della fase positiva vista da inizio anno sul mercato immobiliare residenziale e sostenuta dalla riduzione dei tassi sui mutui.