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22 novembre 2018 – nota economica giornaliera

EUROZONA – La Commissione Europea (v. “Valutazione complessiva sui DBP 2019”) rileva che diversi Stati membri con elevato debito hanno programmato una correzione fiscale insufficiente (Spagna, Portogallo, Francia e Belgio) o addirittura un’espansione fiscale (Italia).
L’espansione fiscale è invece coerente sia con il patto di stabilità e crescita, sia con la natura degli squilibri macroeconomici in Germania e Olanda. Nel complesso, la politica fiscale nell’Eurozona è valutata come leggermente prociclica ed espansiva, mentre avrebbe dovuto essere mediamente neutra.
Nel complesso, l’analisi della Commissione Europea sull’Italia giustifica una procedura per i disavanzi eccessivi basata sul debito che sarebbe il primo caso nella storia del Patto di Stabilità e Crescita.
Il rapporto della Commissione non implica però l’apertura automatica di una procedura di infrazione: dopo essere un passaggio al Comitato per gli Affari Economici e Finanziari per un proprio parere, la Commissione può indirizzare un ulteriore parere all’Italia e una raccomandazione più ampia al Consiglio Europeo; verosimilmente, l’apertura formale della procedura potrebbe avvenire nei primi mesi del 2019, forse già a gennaio.

STATI UNITI – Gli ordini di beni durevoli a ottobre correggono di -4,4% m/m. Al netto dei trasporti, gli ordini aumentano però di 0,1% m/m. Gli ordini sono frenati dal comparto dell’aeronautica civile e dalla difesa che segna una contrazione del 16,6% m/m in meno, come correzione fisiologica dopo +48,8% m/m di agosto. Il comparto dei beni capitali registra un calo di -6% m/m.
Questa sequenza debole segnala un probabile rallentamento della dinamica degli investimenti fissi delle imprese, dopo un 3° trimestre già debole. Anche le consegne di beni capitali al netto di difesa e aerei danno indicazioni poco brillanti, con una variazione di 0,3% m/m, dopo due contrazioni consecutive.
I dati indicano la probabilità di un rallentamento degli investimenti futuri fra fine 2018 e inizio 2019, nonostante la riduzione del carico tributario sulle imprese.

STATI UNITI – I nuovi sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 17 novembre aumentano a 224 mila, da 221 mila della settimana precedente. I sussidi restano sui minimi dall’inizio del 1973, tuttavia si registra un nuovo trend di modestissimo rialzo, dal minimo recente di 202 mila di metà settembre.
I dati sono raccolti nella settimana di rilevazione dell’employment report di novembre e segnalerebbero una dinamica occupazionale marginalmente meno forte che in precedenza.
Due gli effetti transitori che potrebbero aver influenzato la rilevazione: la festività di Veteran’s Day e l’estendersi degli incendi in California. Inoltre si apre ora il periodo pre-natalizio che spesso crea problemi di destagionalizzazione.
Tuttavia, i dati dei sussidi dovranno essere monitorati per valutare la rilevanza dei timori di un rallentamento dell’economia, dato che sono una variabile anticipatrice molto affidabile delle svolte cicliche.

STATI UNITI – Le vendite di case esistenti a ottobre sono in modesto rialzo a 5,22 mln di unità ann. (da 5,15 mln di settembre) e recuperano una parte della correzione dovuta all’uragano Florence. Il trend delle vendite resta in calo (-5,1% a/a), sulla scia dell’aumento dei tassi sui mutui e dei prezzi molto elevati che limitano l’accesso al mercato immobiliare per le fasce di reddito più basse.

STATI UNITI – La fiducia dei consumatori rilevata dall’University of Michigan a novembre (finale) corregge a 97,5 rispetto al 98,3 della lettura preliminare, reagendo alla volatilità del mercato azionario e al rialzo dei tassi sui mutui. La fiducia resta comunque su livelli storicamente molto elevati e in linea con continua espansione dei consumi. Le aspettative di inflazione a 5-10 anni sono invariate a 2,6%.

GIAPPONE – Il CPI nazionale a ottobre aumenta di 1,4% a/a; l’indice al netto degli alimentari freschi segna una variazione di 1% a/a, ma sempre lontana dall’obiettivo del 2% della BoJ; l’inflazione al netto di alimentari freschi ed energia si ferma invece a 0,4% a/a per il terzo mese consecutivo.
L’inflazione, sostenuta dalla componente energetica, nei prossimi mei dovrebbe tornare a flettere sulla scia della correzione del prezzo del petrolio.
Le previsioni per il 2019 vedono quindi ulteriore debolezza, con un sentiero di inflazione incluso nelle proiezioni della Bank of Japan sarà probabilmente rivisto ancora una volta verso il basso e la politica monetaria difficilmente potrà essere modificata almeno fino a metà 2020.

 

COMMENTI:

EUROZONA – Nel caso italiano, la Commissione Europea rileva un’inadempienza particolarmente grave dovuta sia al mancato rispetto del criterio di riduzione del debito, sia al rischio di rilevante deviazione dagli obiettivi fiscali nel 2019: nel rapporto ex art. 126.3 del TFUE, la Commissione raccomanda l’avvio di una EDP (excessive deficit procedure) legata al mancato rispetto del criterio di riduzione del debito nel 2017, nonché nel biennio 2018-19 sulla base delle previsioni. La Commissione ritiene infatti che:
1. La previsione di una crescita nominale superiore al 2% non consente di utilizzare la giustificazione delle condizioni macroeconomiche avverse;
2. Ci sono passi indietro sul fronte delle riforme, in particolare sulle pensioni;
3. Sia i target del governo che le previsioni della Commissione configurano un “rischio di deviazione significativa” nel 2018 e un’“inosservanza particolarmente grave” per il 2019 della regola sull’aggiustamento strutturale.

Esiste però un rischio di non rispetto del patto di stabilità e crescita anche per Belgio, Francia e Portogallo, mentre nel caso della Slovenia soltanto in riferimento al conseguimento del pareggio strutturale di bilancio e non per la dinamica del debito.
La Spagna era invece già soggetta a una procedura contro i disavanzi eccessivi (EDP), da cui potrebbe uscire il prossimo anno se fosse corretto il deficit.
Tuttavia, viene rilevato un rischio di significativa deviazione dall’obiettivo di medio termine e un mancato rispetto dell’obiettivo di riduzione del deficit sotto il 3% nel 2018: i progressi fatti finora rispetto alla raccomandazione formulata per il 2018 è giudicato ancora “limitato”.

BREXIT – Gli unionisti irlandesi di DUP, che hanno finora fornito il loro appoggio esterno ai conservatori, hanno annunciato che voteranno contro l’accordo raggiunto con l’UE. Peraltro, il 25 novembre anche la riunione del Consiglio Europeo si preannuncia più delicata del previsto a causa della minaccia della Spagna di non dare il via libera per divergenze sul trattamento di Gibilterra dopo la fine del periodo transitorio. Intanto, i parlamentari britannici contrari a Brexit stanno discutendo su quando presentare la richiesta di indire un nuovo referendum.

 

La volatilità dei mercati valutari ieri è calata rispetto a martedì ed è rimasta nella norma: l’indice del dollaro è rimasto stabile e di fatto chiude la settimana con l’euro in recupero sul biglietto verde.

Nonostante Brexit, la sterlina è rimasta stabile sul dollaro in area 1,2791 mentre contro euro ha ceduto lo 0,2% e scambia ora a 0,8916.

Cede leggermente lo yen che scambia contro USD ora poco sopra 113,00.

Infine, franco svizzero stabile contro dollaro, mentre contro euro cede qualcosa e scambia a 1,1335.

 

MARKET MOVERs:

In Italia si apre oggi il collocamento del nuovo BTP Italia presso gli investitori istituzionali, dopo che fra i privati ha raccolto domanda per appena 863,34 milioni di euro.

La pubblicazione dei verbali della riunione del Consiglio BCE dello scorso 25 ottobre dovrebbe fornire qualche dettaglio sulle posizioni interne al Consiglio in merito alla valutazione dei rischi e su quando avviare un dibattito sul ciclo di rialzi.
Nel complesso i verbali potrebbero confermare una maggiore fiducia verso un ritorno dell’inflazione al target. Tuttavia, a fronte di dati più deboli delle attese, nelle ultime settimane i membri del Consiglio hanno dichiarato che il rallentamento non è ancora tale da modificare la valutazione dello scenario nonché il processo di normalizzazione della politica monetaria.
Alla riunione di dicembre, la BCE potrebbe fornire qualche dettaglio tecnico propedeutico al processo di normalizzazione dei tassi.

Nell’Area euro si attende la stima flash dell’indice di fiducia delle famiglie a novembre dopo il netto calo da settembre. Il livello dell’indice rimane comunque ampiamente al di sopra della media storica.

In Francia, l’indice di fiducia presso le imprese manifatturiere elaborato dall’INSEE potrebbe confermare la tendenza positiva nel comparto, anche se tra settembre e ottobre si è assistito a un rallentamento specialmente a causa della frenata del settore automobilistico. Il morale comunque sarà probabilmente meno tonico in chiusura d’anno rispetto alla prima metà del 2018.

Mercati chiusi per festività (Thanksgiving) negli Stati Uniti.