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22 Marzo 2019 – nota economica giornaliera

GIAPPONE – L’inflazione nazionale a febbraio rallenta marginalmente. L’indice core, cioè al netto di alimentari freschi, è in aumento di 0,7% a/a, mentre l’indice “core-core(esclusi alimentari freschi ed energia) è in rialzo di 0,4% a/a.
Le previsioni sono di ulteriore rallentamento della dinamica dei prezzi core nel corso dell’anno, sulla scia delle attese riduzioni delle tariffe della telefonia mobile.
A ottobre, alla vigilia del rialzo dell’imposta sui consumi, l’inflazione core è prevista intorno a 0,4% a/a, confermando l’inefficacia delle politiche pro inflazione messe in atto dalla BoJ.

STATI UNITI
– L’indice della Philadelphia Fed a marzo sorprende verso l’alto con un rimbalzo da -4,1 di febbraio a 13,7. I principali indicatori (attività, nuovi ordini, consegne) tornano in territorio positivo e l’occupazione resta coerente con un’ulteriore espansione.
Sul fronte dei prezzi, si registra maggiore moderazione sia per i prezzi pagati sia per quelli ricevuti.
Gli indici a sei mesi segnano qualche ritracciamento, pur mantenendo segnali di crescita diffusa di attività e occupazione. Le domande speciali del mese riguardano il mercato del lavoro.
Il 74% delle imprese riporta difficoltà a reperire manodopera e il 66% segnala problemi legati al grado di specializzazione dei dipendenti, mentre il 51% indica che le posizioni restano aperte per più di 90 giorni. Una percentuale crescente di imprese riscontra un aumento della restrizione sul mercato del lavoro sotto pressione rispetto a un anno fa e sta adottando diverse strategie per fronteggiarlo (aumenti salariali e altri incentivi non monetari). Nel complesso, l’indagine conferma il proseguimento dell’espansione corrente e della scarsità di manodopera, ma punta anche a un indebolimento della domanda nella seconda metà dell’anno.
– I nuovi sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 16 marzo correggono a 221 mila, da 230 mila della settimana precedente. I dati sono relativi alla settimana di rilevazione dell’employment report di marzo e danno indicazioni sempre coerenti con una situazione di pieno impiego.

 

COMMENTI:

BREXIT – Il Consiglio Europeo ha offerto una proroga del periodo negoziale fino al 22 maggio in caso di approvazione dell’accordo, e fino al 12 aprile in caso di bocciatura.
Entro quella data, governo e parlamento del Regno Unito dovranno scegliere fra approvazione dell’accordo, uscita senza accordo, lunga estensione o revoca dell’art. 50.
Secondo i resoconti della riunione, la premier britannica non avrebbe indicato né di sottoporre a un nuovo voto parlamentare l’accordo, né che cosa fare in caso di nuova bocciatura. Il Consiglio Europeo si aspetta che il Parlamento ora prenda il controllo del processo, supplendo alla paralisi dell’esecutivo.
Il tracollo della credibilità della prima ministra May rende possibile ogni esito di questa crisi.

 

Dopo il FOMC di marzo i livelli di volatilità sono rimasti normali sui mercati valutari, con l’indice del dollaro che ha recuperato parzialmente dopo la brusca correzione registrata successivamente alla conferenza stampa di Powell.

L’euro ha ceduto lo 0,5% dopo aver guadagnato lo 0,7% sulla scia delle parole di Powell. Scambia ora a 1,1385.

La sterlina sta risentendo dell’incertezza legata alla Brexit, cedendo lo 0,6% contro dollaro a 1,3137 mentre contro euro il cedimento è stato solo dello 0,3% a 0,8667.

Il dato di inflazione giapponese ha leggermente indebolito lo yen (-0,2%) che contro dollaro scambia ora a 110,74 contro USD.

La NOK ha reagito con un apprezzamento contro euro di 0,9% all’annuncio di ieri della Norges Bank, arrivando a scambiare fino a 9,61. La banca centrale segnala norvegese che l’espansione è “solida” e “più forte delle attese”, con un tasso di utilizzo della capacità produttiva “leggermente superiore alla norma”. Perciò, oltre ad alzare il tasso ufficiale all’1%, la Norges Bank segnala che il percorso atteso sarà un po’ più rapido nel 2019, anche se il livello di lungo termine sarà più basso di quanto annunciato. In particolare, “è molto probabile che il tasso ufficiale sarà alzato ancora nei prossimi sei mesi”.

 

MARKET MOVERs:

AREA EURO – La stima flash potrebbe indicare una stabilizzazione del PMI composito eurozona a 52,0 dal precedente 51,9.
Il PMI manifatturiero è visto circa stabile (da 49,3 a 49,5), supportato da una modesta espansione in Francia (da 51,5 a 51,8), mentre l’indice tedesco è atteso rimanere debole sul livello di febbraio (47,6).
I servizi, invece, dovrebbero stabilizzarsi da 52,8 precedente a 52,5, con l’indice tedesco in calo e quello francese in risalita da 50,2. Gli indicatori PMI nei primi mesi dell’anno indicano che il comparto manifatturiero rimane in una fase di stagnazione mentre i servizi proseguono a espandersi, seppur a un ritmo più moderato dello scorso anno.

USA – Le vendite di case esistenti a febbraio sono attese in aumento a 5,1 mln (da 4,94 mln di gennaio). I contratti di compravendita hanno dato segnali di ripresa e il calo dei tassi sui mutui dovrebbe dare sostegno a un miglioramento del mercato immobiliare residenziale. Anche gli altri indicatori del settore sono stati positivi a inizio anno, con incrementi dei cantieri, delle vendite di case nuove e della fiducia dei costruttori.