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22 Maggio 2019 – nota economica giornaliera

ITALIA – La produzione nelle costruzioni è tornata a calare a marzo (-0,9% m/m), dopo essere aumentata nei quattro mesi precedenti (+3,8% m/m a febbraio).
La variazione annua è rimasta sostenuta e all’incirca invariata rispetto al mese precedente, se corretta per gli effetti di calendario (+8,1% a/a): bisogna tornare al 2007 per trovare due mesi consecutivi di espansione su questi ritmi.
Nel 1° trimestre l’output è cresciuto del 3,9% t/t, un massimo da 11 anni, il che conferma la nostra idea che il settore abbia dato un contributo significativamente positivo al PIL.
I dati dei primi mesi dell’anno sono stati favoriti dalle condizioni atmosferiche; è possibile che effetti di calendario e climatici causino una correzione su base congiunturale ad aprile e maggio e che pertanto il comparto non contribuisca al valore aggiunto nel trimestre in corso. In ogni caso, il livello della fiducia dei costruttori è coerente con il prosieguo della tendenza espansiva nel settore.

STATI UNITI – Le vendite di case esistenti ad aprile correggono a 5,19 mln di unità ann., da 5,21 mln di marzo, con un calo del comparto monofamiliare e un rialzo di quello multifamiliare.
Le scorte di case invendute salgono a 4,2 mesi (da 3,8 di marzo), ma i prezzi medio e mediano di vendita sono in aumento rispetto al mese precedente. Le vendite di case esistenti sono vincolate dalla scarsità di offerta e dai prezzi elevati che lasciano fuori dal mercato le famiglie con reddito medio-basso.

GIAPPONE – La bilancia commerciale ad aprile (non destagionalizzata) registra un saldo di 60,4 mld, con un calo dell’export di -2,4% a/a e un aumento delle importazioni di 6,4% a/a.
La correzione delle esportazioni è concentrata sui partner asiatici, in particolare la Cina verso cui l’export corregge di -9,4% a/a.
Gli ordini di macchinari a marzo aumentano di 3,8% m/m, dopo +1,2% m/m a febbraio, correggendo una parte della debolezza di inizio anno, con qualche segnale di stabilizzazione nel manifatturiero.
Nel 1° trimestre gli ordini sono scesi di -3,2% m/m, come nel 4° trimestre 2018. Il Cabinet Office prevede che nel 2° trimestre gli ordini siano in netto rialzo, con una variazione attesa di 15,7% t/t.

 

COMMENTI:

ITALIA – Nell’Interim Economic Outlook l’OCSE ha rivisto verso l’alto, rispetto allo scorso mese di marzo, le stime sulla crescita del PIL italiano, da -0,2% (che segnalavamo come eccessivamente pessimistico) a zero per l’anno in corso e da 0,5% a 0,6% per l’anno prossimo. La stima resta più bassa del consenso per il 2019 ma è lievemente più ottimistica per il 2020.
L’istituto si aspetta una salita accentuata del tasso di disoccupazione, all’11,7% quest’anno e al 12,3% l’anno prossimo.
Sul fronte della finanza pubblica, l’OCSE vede numeri meno preoccupanti rispetto alla Commissione UE, in quanto si attende che il governo implementi circa la metà dei previsti aumenti dell’IVA (o trovi misure alternative corrispondenti); ne consegue un deficit al 2,9% e un debito al 135% (da 2,4% e 134,1% di quest’anno, rispettivamente).

REGNO UNITO – La premier May ha annunciato 10 modifiche al Withdrawal Agreement Bill (WAB), nel tentativo di convincere il parlamento ad approvarlo. Una di queste obbligherà il governo a cercare alternative al backstop per l’Irlanda del Nord.
Inoltre, la nuova versione della proposta di legge obbligherà il governo a ridurre al minimo le barriere non tariffarie con l’UE, consentendo anche al parlamento di pronunciarsi sui termini del futuro accordo commerciale con l’UE.
Nel tentativo di ottenere sostegno fra i laburisti, May ha promesso anche una nuova proposta di legge sui diritti dei lavoratori e un nuovo ufficio che verifichi gli standard ambientali. La proposta di legge includerà anche la possibilità per il parlamento di decidere se organizzare o no un referendum confermativo. Secondo la premier, votare contro il WAB condurrà o a elezioni anticipate o a un secondo referendum, perché il parlamento farà di tutto per bloccare una no-deal exit. Al momento, nonostante le modifiche, dalle dichiarazioni delle ultime ore pare che le condizioni per l’approvazione del WAB non ci siano.

STATI UNITI
  – Il messaggio di tutti i discorsi all’interno del FOMC è stato di consenso per la fase attuale di pazienza, in attesa di nuove informazioni, con segnali di minori preoccupazioni sul fronte della crescita e di monitoraggio del trend di inflazione. I verbali dovrebbero confermare la valutazione secondo cui il recente rallentamento della dinamica dei prezzi è dovuto a fattori transitori, ma anche ribadire la necessità di seguire l’andamento delle aspettative, che potrebbero convalidare un’inflazione sempre al di sotto dell’obiettivo del 2%. La discussione sulla direzione dei tassi dovrebbe evidenziare una maggioranza di partecipanti che non vede ragioni per avere bias né verso l’alto né verso il basso, con alcuni esponenti sulle due posizioni di coda. Sugli altri temi aperti, il FOMC non dovrebbe essere ancora pronto a dare nuove informazioni, in particolare sul livello e sulla composizione ottimale del bilancio.

Bostic (Atlanta Fed) ha detto che il fatto di non avere raggiunto l’obiettivo di inflazionepone delle domande”, anche se per ora non sembra che le aspettative siano disancorate.
Bostic si è detto d’accordo con Powell riguardo ai possibili rischi per la stabilità finanziaria collegati all’aumento di debito delle imprese.
Bullard (St Louis Fed) ha detto che i tassi sono a suo avviso su livelli marginalmente restrittivi. Bullard ha affermato di avere argomentato contro il rialzo dei tassi di dicembre, che secondo lui era lievemente eccessivo, ma è soddisfatto della successiva svolta del FOMC.
Bullard ritiene che al momento un taglio dei tassi sarebbe “prematuro”, anche se potrebbe essere un segnale forte della determinazione della banca centrale a raggiungere l’obiettivo di inflazione. In conclusione, Bullard ritiene che un taglio possa essere eventualmente considerato, ma non è ancora il momento. Il presidente della St Louis Fed ha anche riportato le preoccupazioni dei produttori agricoli per la guerra dei dazi con la Cina e ha affermato che la Fed inizierà a considerare seriamente gli effetti dei dazi se questi verranno mantenuti per un periodo prolungato, almeno altri sei mesi.

– L’amministrazione Trump, in questa fase di stallo dei negoziati con la Cina e alla vigilia dell’apertura delle trattative bipartisan su un pacchetto di spesa per infrastrutture, ha richiesto ai democratici di privilegiare l’approvazione del nuovo NAFTA (USMCA) nell’agenda legislativa, prima di entrare nei dettagli del pacchetto infrastrutture.
I democratici hanno proposto al presidente di discutere un programma di spese per infrastrutture di 2mila miliardi di dollari, sul cui finanziamento per ora c’è totale incertezza.
Nel frattempo, i leader dei due partiti alla Camera e al Senato stanno discutendo i termini di un possibile rinnovo delle leggi di spesa in scadenza a fine settembre. A legislazione vigente, quando il pacchetto attuale scadrà, la spesa discrezionale sarebbe in ampio calo per rispettare i limiti imposti dal Budget Control Act, che prevede livelli inferiori di 71 mld per la difesa e di 55 mld per le voci ex-difesa. Democratici e repubblicani stanno negoziando per approvare nei prossimi mesi un nuovo pacchetto di due anni che incorpori livelli di spesa almeno in linea con quelli attuali e anche un aumento (o una sospensione) del limite del debito.
Per evitare il ripetersi delle tensioni di fine 2018, il Congresso cercherà di siglare un accordo in tempi relativamente rapidi, che permetta di predisporre i testi delle leggi attuative prima della scadenza, cercando di assicurarsi anche la cooperazione del presidente.

 

Sul mercato, l’indice del dollaro ha avuto una giornata positiva, con un rialzo al momento del picco infra-giornaliero di 0,16% e una successiva fase correttiva che ha eroso ma non azzerato i progressi.

Per l’euro nessuno spunto particolare è venuto dai dati: il cambio con il dollaro ha perso terreno nella mattinata fino a toccare il minimo infra-giornaliero di 1,1144, poi ha corretto al rialzo rientrando sui livelli medi di questo inizio di settimana, intorno a 1,1155. La volatilità è stata molto contenuta.

Le dichiarazioni delle ultime ore fanno pensare che la reazione positiva e un po’ precipitosa della sterlina (+0,7% fino a 1,2783 USD) sia del tutto effimera. Stamane, in realtà, sono stati marcati nuovi minimi a 1,2688. Anche contro euro la sterlina sta ora ritoccando al ribasso i minimi.

La timida ripresa dell’appetito per il rischio ha indebolito lo yen contro dollaro, che si è spinto fino a 110,64 (+0,55%) prima della correzione a 110,43-50. Questa notte, i dati sugli ordinativi di macchinari hanno sorpreso in positivo (3,8% m/m e con una variazione tendenziale a -0,7% a/a), mentre le statistiche di aprile sul commercio estero hanno evidenziato una flessione dell’export peggiore delle attese.

 

MARKET MOVERs:

STATI UNITI – La Fed pubblica i verbali della riunione del FOMC di inizio maggio. Per quanto riguarda le indicazioni sul sentiero dei tassi, i verbali non dovrebbero dare grandi novità, rispetto a quanto emerso finora dai discorsi dei partecipanti alla riunione.