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22 gennaio 2019 – nota economica giornaliera

ITALIA – Nell’aggiornamento delle proprie proiezioni contenute nel World Economic Outlook, il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso la stima di crescita dell’economia italiana nel 2019, a 0,6% (da 1% precedente).
L’istituto ha invece confermato rispetto allo scorso ottobre la previsione sul 2020, a 0,9%.
Le stime sono in linea con quelle contenute nel recente Bollettino Economico della Banca d’Italia e sensibilmente inferiori alle stime ufficiali del governo.

REGNO UNITO – Ieri si è scoperto che il promesso “piano B” non è altro che il “piano A”, dopo la bocciatura dell’accordo con l’UE.
La premier May ha respinto sia l’ipotesi di un secondo referendum, sia quella di una richiesta di estensione dell’art. 50.
Inoltre, ha anche giudicato contraria allo spirito del referendum la proposta di negoziare la permanenza del Regno Unito nell’unione doganale UE , chiudendo quindi a ogni dialogo con le opposizioni.
Quindi, secondo May, il Parlamento dovrebbe scegliere fra l’accordo già sottoscritto e un’uscita del Regno Unito dall’UE il 29 marzo.
Per riconquistare il sostegno degli Euroscettici, la premier ha chiesto di indicare quali modifiche per l’Irlanda sono necessarie, promettendo quindi di tornare a Bruxelles per rinegoziare tale aspetto.
Tuttavia, le dichiarazioni di Barnier, del ministro tedesco Maas e del vice-premier irlandese Coveney indicano che significative modifiche sono improbabili.
A questo punto, una svolta sarà possibile soltanto se nel Parlamento si formasse una maggioranza trasversale a favore di ipotesi alternative, scavalcando il Governo.
Alcune mozioni cruciali saranno presentate nei prossimi giorni per richiedere al Governo di estendere l’art. 50 e forse per consentire al Parlamento di tenere dei voti esplorativi su altre opzioni.

STATI UNITI – La revisione verso il basso della crescita prevista dal FMI per il 2019 non ha toccato gli USA. La crescita attesa per l’economia mondiale è rivista a 3,5% (da 3,7%) per via di uno scenario più pessimistico sull’Europa, mentre per gli USA la previsione è confermata a 2,5% per il 2019 e a 1,8% per il 2020, anche se in generale vengono sottolineati rischi verso il basso a livello globale.

 

Indice del dollaro in marginale rafforzamento per il secondo giorno anche a mercati americani chiusi per il Martin Luther King Day.

Il biglietto verde si è apprezzato sull’euro dello 0,2% e scambia ora a 1,1350.

La sterlina è tornata a flettere contro USD (-0,3%) a 1,2865 ma contro euro ha recuperato lo 0,4% a 0,8825.

Lo yen mette a segno un recupero dello 0,2% e scambia ora a 109,40 contro USD, in attesa della riunione di domani di BoJ che però potrebbe non riservare alcuna sorpresa.

 

MARKET MOVERs:

GERMANIA – L’indice di ZEW sulle attese per i prossimi mesi è atteso rimanere stabile a gennaio, mentre l’indice sulla situazione corrente è atteso peggiorare ancora.

STATI UNITI – Le vendite di case esistenti a dicembre dovrebbero essere in calo.