Seguci su twitter

Categorie

21 Maggio 2019 – nota economica giornaliera

COMMENTI:

ITALIA – Il ministro dell’economia, Tria, ha dichiarato che un finanziamento in deficit degli investimenti troverebbe in Italia un vincolo nella “disponibilità dei creditori a prestare ai debitori ad un tasso di interesse costante”, perché “si pone un problema di fiducia’ dei prestatori nel giudizio di sostenibilità del debito stesso”.
Quest’ultima non dipende soltanto dalla relazione attuale fra tasso di crescita e tasso di interesse, ma anche da quella attesa che “è endogena rispetto alla scelta sull’ indebitamento”.
Secondo il ministro, quindi, la questione della golden rule sulla spesa per investimenti non è applicabile a livello nazionale (italiano), ma andrebbe applicata a livello europeo (dove il vincolo di sostenibilità non è stringente), mediante qualche forma di indebitamento virtuoso. Tria ha anche accennato alla possibilità di ricorrere al finanziamento in base monetaria del deficit, modalità che “non è a disposizione di un singolo paese ma, almeno sul piano teorico, lo è per l’Europa anche se ciò richiederebbe una non prevedibile revisione dello statuto della BCE”.
Tria ha anche sostenuto che le condizioni macroeconomiche italiane giustificano una politica fiscale che devia dall’obiettivo di riduzione del debito. Il ripristino della fiducia può avvenire, secondo il ministro, anche senza riduzione del debito se “saremo in grado di mutarne la composizione [della spesa] in modo virtuoso a favore degli investimenti”, e rapidamente.

STATI UNITI
– Il presidente della Fed Powell ha concentrato il focus del suo discorso di ieri sui rischi per la stabilità finanziaria derivanti dalla continua crescita dell’indebitamento delle imprese.
Powell ha rilevato che la situazione attuale non è da vedere come un “ritorno alla crisi dei mutui subprime”, ma non va ignorata.
Secondo Powellil debito delle imprese ha chiaramente raggiunto un livello che dovrebbe dare a imprese e investitori motivo per una pausa e una riflessione”, anche perché la crescita dell’indebitamento si sta concentrando nelle forme più rischiose che potrebbero aumentare significativamente i rischi per la stabilità finanziaria in caso di deterioramento del ciclo.
Powell ha anche sottolineato che una parte dei rischi è collegato all’utilizzo di veicoli finanziari che trasferiscono parte del debito al di fuori del settore bancario, in aree meno monitorate dalle banche centrali.
Il monito di Powell segue quello di altri partecipanti al FOMC, a cui recentemente si è unita Brainard, e punta a un maggior coordinamento fra le autorità di supervisione internazionali.
Clarida (vicepresidente Fed) ha detto che il mercato del lavoro ha ormai superato la piena occupazione, mentre l’inflazione sembra non rispondere alla riduzione di risorse inutilizzate, segnalando un possibile cambiamento della relazione fra disoccupazione e prezzi.
Al momento Clarida non vede rischi verso l’alto per l’inflazione, e ritiene favorevole la situazione di eccesso di domanda di lavoro che permette di riportare in attività gruppi di individui rimasti in passato ai margini del mercato.
Williams (NY Fed) ha dato una visione analoga a quella di Clarida sulla relazione disoccupazione-inflazione. Williams ha affermato che le opinioni della banca centrale su questo tema si sono evolute, portando a una modifica di “quanto in basso il tasso di disoccupazione possa scendere” senza generare tensioni sui prezzi.
– Sul fronte delle schermaglie commerciali tra Cina e Stati Uniti, la situazione è solo apparentemente rientrata dopo che il Governo americano ha garantito esenzioni temporanee a Huawei, ma il tema rimane il principale focus dei mercati valutari in questo momento.
Huawei era ormai il secondo produttore mondiale di smartphones, e le limitazioni imposte dall’amministrazione americana all’uso di tecnologia (che hanno indotto Google a escludere il produttore cinese dall’uso del sistema operativo Android) rischiano di farne crollare le vendite, in un momento di debolezza per l’elettronica di consumo a livello globale dopo anni di boom.

 

La settimana si è aperta con l’indice del dollaro circa stabile dopo il rafforzamento del fine settimana.

L’euro ha ceduto marginalmente (-0,2%) e ora scambia a 1,1155 contro il biglietto verde.
Le elezioni europee e il destino di Brexit sono i principali fattori d’incertezza che stanno pesando sulla moneta unica e potrebbero innescare tentativi di approccio del supporto di 1,1100 nel caso di aumento della volatilità.

La sterlina ha aperto anch’essa la settimana con un marginale cedimento verso dollaro (-0,2%) e un andamento incerto verso euro, ora rispettivamente a 1,2717 e 0,8770. Ormai l’attesa è per l’ennesimo voto parlamentare della prima settimana di giugno. Oggi dovrebbe esserci l’inizio della procedura dei voti indicativi.

Lo yen ha ceduto contro USD (-0,3%) quello che aveva guadagnato in apertura ieri dopo i dati positivi sul PIL: scambia ora a 110,15 ma lo spazio per un ulteriore indebolimento sembra per ora limitato.

Da segnalare un cedimento stamane dell’AUD, a seguito di dichiarazioni della banca centrale che fanno prevedere un taglio dei tassi a giugno.

 

MARKET MOVERs:

AREA EURO – La fiducia delle famiglie dovrebbe essere poco variata a maggio dopo la flessione del mese scorso. La fiducia rimane al di sopra della media di lungo termine. Le tensioni sul fronte macro in alcuni paesi potrebbero deprimere il morale delle famiglie nei prossimi mesi.

STATI UNITI – Le vendite di case esistenti ad aprile sono previste in rialzo rispetto a 5,21 mln di marzo. I contratti di compravendita (pending home sales) danno indicazioni positive per il trend delle vendite, segnalando un moderato rialzo, grazie alla riduzione dei tassi e a un aumento delle scorte.