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19 Luglio 2019 – nota economica giornaliera

STATI UNITI – L’indice della Philadelphia Fed a luglio schizza a 21,8. Lo spaccato dell’indagine è diffusamente positivo, con tutte le principali componenti in rialzo: nuovi ordini a 18,9 (da 8,3), consegne a 24,9 (da 16,6), occupati a 30 (da 15,4), settimana lavorativa a 23 (da 7).
Anche gli indici di prezzo sono in ripresa: prezzi pagati a 16,1 (da 12,9) e prezzi ricevuti a 9,5 (da 0,6).
Gli indicatori a 6 mesi si rafforzano: attività da 21,4 a 38, sui massimi da più di 1 anno, nuovi ordini da 31,5 a 45,7, consegne stabili a 41,3, occupati da 27 a 24,9, investimenti da 28 a 36,9. In rialzo anche gli indici di prezzo.
Una maggioranza solida di imprese riporta domanda in aumento per i propri prodotti. Le indicazioni dell’indagine sono quindi positive sia per l’attività corrente sia per quella attesa, con indicazioni di accelerazione. Le informazioni puntano a un modesto incremento dell’ISM a luglio (da 51,7 di giugno).
– I nuovi sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 13 luglio salgono modestamente a 213 mila da 208 mila della settimana precedente. I dati sono relativi alla settimana di rilevazione dell’employment report e segnalano ancora un mercato del lavoro al pieno impiego, in linea con il proseguimento di una dinamica occupazionale solida.

GIAPPONE – Il CPI a giugno è in rialzo di 0,7% a/a, come a maggio.
L’indice al netto di alimentari freschi registra una variazione di 0,6% a/a (da 0,8% di maggio), sulla scia di riduzioni delle tariffe della telefonia mobile e dei prezzi di beni di consumo durevoli.
L’inflazione al netto di alimentari freschi ed energia è stabile a 0,5% a/a come a maggio: il trend resta verso il basso e dovrebbe avvicinarsi a zero nella parte finale dell’anno, aumentando la pressione per ulteriore stimolo da parte della BoJ nei prossimi mesi, anche in vista del rialzo dell’imposta sui consumi previsto per ottobre.

 

COMMENTI:

STATI UNITIWilliams (NY Fed) in un discorso di tipo “accademico” sulla politica monetaria ha detto che, in un contesto di tassi di interesse bassi, le banche centrali devono agire rapidamente a fronte di “condizioni economiche avverse” e mantenere tassipiù bassi più a lungo”. Solo quando i tassi sono su livelli distanti da zero le autorità possono assumere un atteggiamento di “wait and see”.
I mercati hanno reagito ampiamente alle parole di Williams, interpretate come un segnale di azione aggressiva a luglio, aumentando la probabilità di un taglio di 50 pb a luglio.
In seguito, un portavoce della NY Fed ha puntualizzato che il discorso di Williams non si riferiva in modo specifico alle decisioni del FOMC attese per i prossimi mesi e non voleva dare segnali per la situazione attuale, ma era un intervento di tipo accademico che ripercorreva le lezioni dell’ultimo decennio per la gestione della politica monetaria.
Clarida (Board Fed) ha detto che, anche se per ora il ciclo è positivo e non ci sono serie preoccupazione, la Fed è pronta ad agire in modo preventivo per evitare un significativo rallentamento.
Dopo il discorso di Williams, nonostante le precisazioni della NY Fed, la probabilità per un taglio di 50pb a fine luglio è ora a 41,5%, mentre quella di un taglio di 25pb è a 58,5% (fonte: Bloomberg).
La nostra previsione è che la riduzione del tasso dei fed funds alla prossima riunione sia di 25pb, lasciando flessibilità di azione al FOMC, anche alla luce della serie di dati moderatamente positivi usciti nell’ultimo mese.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI – La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a luglio (prel.) è prevista in modesto calo, dopo la correzione di giugno a 98,2. Le famiglie hanno cominciato a segnalare preoccupazione per gli effetti dei dazi sui prezzi dei beni di consumo, e gli indici di fiducia si stanno stabilizzando all’interno di un intervallo di fluttuazione su livelli elevati, ma probabilmente ormai vicino ai massimi di questo ciclo.