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18 Giugno 2019 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Forse, dopo tutto, la bassa disoccupazione ha qualche effetto sulla dinamica salariale.
La variazione del costo orario del lavoro è risalita al 2,4% a/a nel 2019(T1), dopo il 2,5% e 2,3% registrati rispettivamente nel terzo e nel quarto trimestre dello scorso anno. Era dal 2011-12 che non si vedevano livelli così alti. Per la prima volta da un anno, la crescita è maggiore per la componente salariale (2,5%) e minore per quella non salariale (2,2%), cioè contributi e imposte.
Fra le maggiori economie, la dinamica del costo del lavoro è superiore alla media in Francia, Italia, Spagna e Germania; inferiore in Belgio e, soprattutto, Olanda.
Non si riscontra una significativa differenza settoriale. Tuttavia, l’indicatore ha meno rilevanza in una fase di rallentamento prolungato come quella in corso, e che inizia a incidere sulla crescita dell’occupazione.

STATI UNITI – L’indagine Empire della NY Fed a giugno sorprende verso il basso, con un calo in territorio negativo, a -8,6 (da +17,8 di maggio).
Tutta l’indagine mostra ampia debolezza: nuovi ordini a -12 (da 9,7), ordini inevasi a -15,8 (da 2,1), consegne a 9,7 (da 16,3), occupati a -3,5 (da +4,7).
Anche sull’orizzonte a 6 mesi, gli indici correggono rispetto a maggio, ma restano ampiamente positivi, con quello di attività a 25,7 (da 30,6), gli ordini a 27,8, le consegne a 29,2 e gli occupati a 15,6.
La discrepanza fra i dati negativi coincidenti e la relativa tenuta di quelli a 6 mesi può essere dovuta ai timori per l’escalation delle tensioni commerciali con la Cina e il Messico e segnala quanto le preoccupazioni per i dazi possano diventare self-fulfilling, anche prima dell’effettiva entrata in vigore di nuove misure restrittive.

 

COMMENTI:

AREA EURO – Oggi inizia anche l’ECB Forum sulle banche centrali. In giornata, vi saranno discorsi di Draghi, Praet, Carney oltre a una serie di accademici.

L’indice del dollaro ha reagito con un lieve indebolimento in un contesto di mercato con pochi spunti.

Euro: i dati del costo del lavoro del primo trimestre hanno mostrato un’accelerazione, mentre la discesa dei tassi OIS (Overnight Index Swap) a termine si è arrestata. Ormai il mercato stava scontando 12pb di taglio BCE al 100% entro metà 2020. EURUSD ha registrato solo in marginale aumento (0,1%) a 1,1235.

La sterlina continua a indebolirsi visibilmente contro dollaro: ieri ha ceduto lo 0,4% dopo il primo round di votazioni per eleggere il nuovo leader del partito conservatore. Anche contro euro la sterlina cede lo 0,5% portandosi a 0,8962 e si avvicina sempre di più ai minimi di gennaio

Lo yen tra ancora una volta vantaggio dalle tensioni geopolitiche (+0,3%) ma il supporto di 108,00 si dimostra solido.

 

PREVISIONI:

GERMANIA – L’indice ZEW sulle attese per i prossimi mesi è visto in recupero a 3 a giugno dopo il calo del mese precedente -2,1. L’indice sulla situazione corrente è atteso invariato a 8,2. Il messaggio dovrebbe essere di pausa dopo una fase di rallentamento prolungata del manifatturiero.

AREA EURO – La seconda stima dovrebbe confermare il calo dell’inflazione a 1,2% a maggio dopo la fiammata all’1,7% ad aprile causata dal rialzo dei prezzi dei servizi ricreativi.
L’inflazione core dovrebbe essere confermata in calo di tre decimi all’1,0%. Nei prossimi mesi, l’inflazione si muoverà lateralmente intorno a 1,2/1,3%. In autunno, è probabile che scenda sotto l’1,0% su di un effetto base sfavorevole. Altresì a fine anno dovrebbe vedersi un temporaneo aumento dell’inflazione core verso l’1,5%. La tendenza di fondo dei prezzi core rimane debole e non prevediamo aumenti significativi neppure nella prima parte del 2020.

STATI UNITI – I nuovi cantieri residenziali a maggio dovrebbero essere poco variati a 1,230 mln di unità ann., 1,235 mln di aprile. I dati di maggio dovrebbero essere influenzati negativamente dal clima avverso del mese scorso, ma mantenere i cantieri sui livelli medi degli ultimi due trimestri, che sono stati caratterizzati da ampia volatilità. Le licenze di maggio dovrebbero correggere a 1,280 mln da 1,290 mln di aprile, registrando però un recupero nel comparto delle unità monofamiliari.