Seguci su twitter

Categorie

18 dicembre 2018 – nota economica giornaliera

ITALIA – A ottobre, entrambi i flussi commerciali hanno evidenziato una ripresa dopo il calo di settembre, più intensa per l’export (+2,5% m/m) che per l’import (+2,1% m/m).
Il recupero delle esportazioni è dovuto ai mercati extra Ue (+5,3% m/m), quello delle importazioni ai Paesi Ue (+3,8% m/m).
Trainanti per l’export i beni di consumo non durevoli (+6,5% m/m).
Su base annua, entrambi i flussi accelerano, l’export a +5,3% e l’import a +10,1%. A spiegare l’accelerazione tendenziale dell’export è soprattutto il volatile comparto farmaceutico (+45%), in particolare verso Stati Uniti e Germania, ma si nota anche un buon recupero per i macchinari (+10%, soprattutto verso Paesi OPEC e USA), dopo che entrambi i settori erano scesi in territorio negativo il mese scorso.
Il mercato che contribuisce maggiormente alle vendite all’estero sono gli Stati Uniti (+22,3% la variazione a/a); si notano incrementi a due cifre anche per diversi Paesi europei (Paesi Bassi, Svizzera, Polonia, Repubblica Ceca) e per il Giappone; significativa la svolta verso i Paesi OPEC (+10,8%).
Nei primi dieci mesi dell’anno, l’avanzo commerciale è pari a 32,3 miliardi, in lieve calo dai 37,9 mld dell’anno scorso.
In sintesi, il commercio estero sta dando segnali di ripartenza, dopo la debolezza che ha caratterizzato buona parte dell’anno.

AREA EURO – La seconda stima ha rivisto al ribasso l’inflazione di novembre a 1,9% da un precedente 2,0% per effetto di un contributo più debole da energia e alimentari. Altresì l’inflazione core è stata confermata in calo di un decimo.

STATI UNITI – L’indice Empire della NY Fed a dicembre cala a 10,9 e toccando il minimo da maggio 2017.
Dietro l’ampia correzione c’è un quadro sempre positivo, con le principali componenti su livelli elevati.
Gli ordini e le consegne flettono a 14,5 da 20, 4 e a 21 da 28, rispettivamente, mentre gli occupati aumentano a 26,1 da 14,1, toccando il massimo da quando esiste la serie e indicando ancora forte espansione del mercato del lavoro.
Gli indici dei prezzi pagati e ricevuti correggono, con segnali di scarse pressioni inflazionistiche.
Le aspettative per l’attività a sei mesi sono in linea con la media degli ultimi sei mesi (31,6) e danno un quadro positivo anche per gli investimenti.
Nel complesso quindi, nonostante la flessione dell’indice di attività, l’indagine conferma ulteriore espansione del manifatturiero.

STATI UNITI – L’indice di fiducia dei costruttori di case a dicembre segna un nuovo crollo, scendendo a 56 da 60 di novembre, e da 68 di ottobre, toccando il minimo da giugno 2015.
L’indagine registra correzioni ampie e diffuse a tutti i sotto-indici, sia correnti sia anticipatori delle vendite di case.
I rialzi dei tassi e la scarsità di offerta di case nella fascia bassa o intermedia di prezzo continua a ridurre l’accessibilità all’acquisto per i primi acquirenti e/o per gli individui con redditi medio-bassi, nonostante l’ottima salute del mercato del lavoro.
Gli investimenti residenziali sono in calo da inizio anno e nel 2019 dovrebbero dare un contributo negativo alla crescita complessiva.

 

COMMENTI:

ITALIA – Fonti governative hanno riferito alle agenzie di stampa che l’esecutivo avrebbe inviato alla Commissione europea uno “schema” con il nuovo quadro macroeconomico.
Secondo quanto dichiarato dal Ministro Di Maio, l’accordo trovato al vertice di domenica sera tra il Presidente del Consiglio Conte, i due vicepremier e i ministri Fraccaro, Castelli e Garavaglia riguarderebbe una rimodulazione dei tagli alle cosiddette pensioni d’oro, la restrizione dell’ecotassa alle sole auto di lusso, il pagamento accelerato dei crediti della PA e la conferma delle due misure-simbolo ovvero quota 100 e reddito di cittadinanza.
Le fonti di stampa non fanno accenno ad altre possibili coperture come tagli di spesa o ulteriori privatizzazioni, che sembrano necessarie per raggiungere i risparmi richiesti, ma riferiscono di persistenti dubbi della Commissione sulle coperture proposte dal governo italiano.
Intanto il governo ha chiesto lo slittamento dell’arrivo del testo in aula al Senato, previsto a questo punto per venerdì.
È possibile di conseguenza che il voto finale sulla manovra alla Camera possano avvenire tra Natale e Capodanno.

REGNO UNITO – Il voto del Parlamento sull’accordo con l’UE si svolgerà nella settimana fra il 14 e il 20 gennaio.
Intanto, la Commissione Europea ha chiuso la porta a qualsiasi rinegoziazione dell’accordo già siglato, mentre ha preannunciato per mercoledì la pubblicazione dei primi contingency plans per l’eventualità, ora piuttosto probabile, di no-deal Brexit.

STATI UNITI – Alla vigilia di una riunione del FOMC, che dovrebbe attuare il quarto rialzo dei tassi dell’anno, Trump è tornato ad attaccare la banca centrale, affermando che è “incredibile” che la Fed stia anche solo considerando di alzare i tassi in un contesto di “dollaro molto forte e virtualmente senza inflazione, con il mondo esterno che salta in aria intorno a noi, Parigi che brucia e la Cina che scende”.
I commenti del presidente certamente non influenzano le decisioni della Fed, ma altrettanto sicuramente la mettono in difficoltà in una fase di svolta della politica monetaria e della comunicazione, minando la sua reputazione con il pubblico, anche se non con i mercati.
È probabile che domani la banca centrale vada avanti con il rialzo programmato, giustificato dai dati di attività e mercato del lavoro in ampia espansione, nonostante l’inflazione stabile intorno al 2%.

 

Giornata di bassa volatilità ieri sui mercati valutari, con l’indice del dollaro in calo rispetto ai massimi toccati venerdì scorso, influenzato da una nuova giornata negativa dei listini azionari americani, dal calo dell’indice Empire ai minimi dal 2017 e dalle parole critiche di Trump al prossimo rialzo dei tassi da parte del FOMC.

L’euro è in recupero sul dollaro dello 0,3% nonostante la revisione al ribasso dell’inflazione eurozona di novembre a 1,9% da 2,0%.

Per la sterlina, ieri sono arrivate notizie cattive ma forse già del tutto scontate da Bruxelles, dove la Commissione Europea ha chiuso la porta a qualsiasi rinegoziazione dell’accordo già siglato

Lo yen si è apprezzato sul biglietto verde scambiando ora in area 112,60, con il decennale poco variato allo 0,027%.

Franco svizzero poco mosso contro USD scambia ora attorno a 0,9930. Contro euro circa stabile attorno a 1,1266, vicino ai minimi degli ultimi mesi.

 

MARKET MOVERs:

GERMANIA – L’indice IFO è atteso invariato per dicembre, ma le condizioni correnti sono previste ancora in calo. Tuttavia, l’andamento recente delle indagini indica che l’economia tedesca continua a perdere impulso.

STATI UNITI – I nuovi cantieri residenziali a novembre sono previsti in marginale aumento, con una ripresa nel comparto unifamiliare, a fronte di una correzione in quello multi-familiare. I cantieri sono su un trend in moderato ribasso dalla primavera.

In Cina è iniziata oggi la Central Economic Work Conference che durerà tre giorni e avrà l’obiettivo di fissare gli obiettivi di crescita e di politica monetaria per il 2019.