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17 Giugno 2019 – nota economica giornaliera

ITALIA
– I dati degli ordinativi in aprile hanno registrato un netto calo (-2,4% m/m e -1,4% 3m/3m), con una flessione più pesante per la domanda estera (-4,1% m/m) che per quella interna (-1,0%). Il fatturato presenta variazioni meno negative (-1,0% m/m e +0,8% 3m/3m), ma in peggioramento.
– I prezzi al consumo sono invariati su base mensile in maggio, e registrano una variazione tendenziale di 0,8% a/a. L’incremento di energia ed alimentari è stato compensato dal calo dei prezzi core, servizi in particolare. L’inflazione dovrebbe continuare a calare fino ad agosto per poi risalire nei mesi finali dell’anno, in larga misura per effetto di confronto statistico.

STATI UNITI
– Le vendite al dettaglio a maggio aumentano di 0,5% m/m e il dato di aprile è rivisto verso l’alto a +0,3% m/m da -0,2% m/m. Al netto delle auto, le vendite sono in rialzo di 0,5% m/m, dopo una variazione di +0,5% m/m (rivisto da +0,1% m/m).
L’aggregato al netto di auto, benzina, materiali da costruzione e alimentari, che contribuisce direttamente alla definizione dei consumi è in rialzo di 0,5% m/m dopo +0,4% m/m e +1,4% m/m dei due mesi precedenti; la variazione a 3 mesi ann. delle vendite è di 9,2% e quella dell’aggregato control è di 8,5%. I dati sono indubbiamente forti, non solo in termini nominali ma anche in termini reali, considerando la variazione del CPI di maggio di 0,1% m/m.
Il rapporto è omogeneamente solido: auto +0,7% m/m, elettronica +1,1% m/m, articoli sportivi +1,1% m/m, salute e cura della persona +0,6% m/m, ristoranti e bar +0,7% m/m, e-commerce +1,4% m/m. I dati implicano un’ulteriore revisione verso l’alto delle previsioni di crescita dei consumi nel 2° trimestre a un ritmo vicino a 4%t/t ann.
– La produzione industriale a maggio sorprende verso l’alto con una variazione di 0,4% m/m (consenso: 0,1% m/m), in gran parte sulla scia di una netta ripresa delle utility (+2,1% m/m) legata al clima avverso.
Il manifatturiero registra un aumento di 0,2% m/m, dopo -0,5% m/m ad aprile, con rialzi diffusi a tutte le componenti: auto +2,4% m/m, macchinari +1,1% m/m, elettronica +0,5% m/m.
L’estrattivo è in crescita di 0,1% m/m, dopo +2,2% m/m ad aprile. I dati di maggio non modificano per ora il quadro negativo dell’attività nell’industria (var. 3m ann. a maggio -3,3%) e l’aspettativa di rallentamento della dinamica del PIL in primavera dopo +3,1% t/t ann del 1° trimestre.
– La fiducia dei consumatori a giugno (prelim.) cala a 97,9 da 100 di maggio.
L’indice coincidente aumenta a 112,5 (da 110), ma le aspettative calano a 88,6 da 93,5.
Le famiglie riportano preoccupazione per le tensioni commerciali e i dazi: il 40% degli intervistati menziona autonomamente i dazi come fattore di preoccupazione (da 21% a maggio).
Le aspettative di inflazione a 1 anno sono stabili a 2,6%, ma quelle a 5-10 anni tornano a correggere, scendendo a 2,2% da 2,6% di maggio, toccando il minimo da quando esiste la serie.

CINA – I dati di maggio nel complesso hanno evidenziato un rallentamento dell’attività economica e un marginale miglioramento sul fronte dei consumi.
Le vendite al dettaglio sono infatti salite da 5,1%a/a in aprile a 6,4% a/a in maggio in termini reali, nonostante il persistente calo delle vendite di auto, aiutate dagli aumenti in altri comparti e dalla fiducia dei consumatori che resta sui massimi della serie. La produzione industriale è rallentata a 5% a/a in maggio, da 5,4% a/a in aprile, toccando il minimo della serie anche in termini di variazioni mensili, spinta principalmente al ribasso dalla frenata della produzione delle imprese statali e di quelle a capitale straniero.
Gli investimenti fissi nominali sono decelerati ulteriormente da 6,1% cum a/a in aprile a 5,6% a/a in maggio, con una moderazione che ha riguardato sia gli investimenti statali sia quelli privati.
A livello settoriale la dinamica tendenziale degli investimenti nel settore manifatturiero rimane fiacca sui minimi della serie nonostante un marginale aumento a 2,7% cum a/a in maggio da 2,5% in aprile. Quella del settore dei servizi è rallentata, trainata al ribasso dal rallentamento degli investimenti nel settore dei trasporti e delle infrastrutture, mentre quella del settore agricolo è scesa in territorio negativo. L’andamento degli investimenti nel settore immobiliare ed in edilizia residenziale, seppur in marginale rallentamento, rimane ancora sostenuto e a due cifre.

 

COMMENTI:

AREA EURO
– La pur modesta proposta di budget comune uscita dall’Eurogruppo della scorsa settimana è già stata criticata dal solito gruppo di piccoli paesi dell’Europa settentrionale (Paesi Bassi, Lettonia, Lituania, Finlandia e Irlanda), che da tempo resistono ferocemente a qualsiasi tentativo di introdurre elementi solidaristici nella governance dell’Eurozona e che richiedono a gran voce l’applicazione rigorosa delle regole esistenti, ma che allo stesso tempo sono sempre ben pronti a sottrarre base imponibile agli altri Stati offrendo generosi accordi fiscali a imprese multinazionali.
Coeuré (membro del comitato esecutivo BCE fino al 31 dicembre di quest’anno), ha dichiarato in un’intervista che bisogna approfondire la divergenza fra la valutazione espressa dai mercati obbligazionari, che dipingono un quadro straordinariamente negativo delle prospettive economiche, e i dati, che mostrano un quadro decisamente migliore.
Le banche centrali non devono ignorare i segnali dei mercati, ma non devono neppure seguirli ciecamente”. A motivo di questa incertezza, però, la BCE deve prepararsi a ogni possibilità, inclusa quella che i rischi si materializzino nei prossimi mesi. A maggior ragione perché l’attuale assetto politico internazionale renderà molto più difficile raggiungere il livello di cooperazione che si conseguì nel 2008, e “la capacità dei politici di gestire gli shock all’economia globale oggi è inferiore a quella di una volta”.
Se si concludesse che tagliare i tassi è la nostra migliore opzione, in tal caso dovremmo considerare l’impatto dei tassi negativi sull’intermediazione finanziarie e le banche in particolare”.
De Guindos (altro membro del comitato esecutivo BCE) ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera che “la politica monetaria è totalmente coerente con attività reale e inflazione”, anche se i rischi sono al ribasso; “qualora ci fosse un ulteriore deterioramento, allora reagiremmo”.
De Guindos è stato anche sollecitato a commentare sulla situazione relativa di Spagna e Italia. Al riguardo, ha dichiarato che in Spagna ha pagato concentrare all’inizio le riforme strutturali e la pulizia del sistema bancario, e che “l’approccio pro-europeo” delle forze politiche ha aiutato a mantenere un clima di fiducia. Nel caso italiano, De Guindos vede dei vantaggi (in particolare, la posizione sull’estero e l’avanzo primario, che la rendono meno vulnerabile rispetto alla Spagna del 2010), ma sovrastati al momento da due problemi: la bassa produttività, che riflette anche una scarsa capacità di attuare riforme strutturali, e il livello del debito.
De Guindos ritiene che debba essere fatto uno sforzo per ricostruire la fiducia, e che in quest’ottica il tentativo di introdurre i mini-BOT sia stato un errore.

STATI UNITI – Il segretario del commercio Ross ha indicato che alla riunione dei G-20 (28-29 giugno), i presidenti Trump e Xi potrebbero incontrarsi e aprire la strada a una ripresa dei negoziati commerciali fine del mese.
Secondo Ross, un incontro a livello presidenziale non darà luogo a un accordo imminente ma, con la ripresa dei negoziati, sarà possibile in seguito arrivare a un compromesso. Questa settimana iniziano le audizioni pubbliche sulla proposta di nuovi dazi USA da imporre su circa 300 mld di dollari di importazioni dalla Cina.
Dopo i sette giorni di audizioni, le imprese e le altre parti interessate avranno sette giorni per trasmettere i loro commenti sulle problematiche collegate alla propria attività. Con il 2 luglio si chiuderà la procedura preliminare e il dipartimento del commercio potrà determinare eventuali esenzioni e limiti prima dell’entrata in vigore dei nuovi dazi. I termini del periodo di discussione scadono dopo il G20, che assume quindi ulteriore rilevanza per l’evoluzione della guerra commerciale con la Cina.

Dollaro: c’è aspettativa per possibili contatti fra Stati Uniti e Cina in occasione del G20 del 28-29 giugno e venerdì il biglietto verde si è significativamente rafforzato come cambio effettivo la scorsa settimana (+0,98%), mettendo a segno il progresso maggiore.

Il movimento dell’euro riflette specularmente l’apprezzamento del dollaro. Il cambio ha ceduto lo 0,9% nella settimana, con un forte arretramento in particolare fra il 12 e il 14 giugno: i minimi infragiornalieri sono stati toccati a 1,1205, livello la cui solidità potrebbe essere testata ancora nelle prossime ore. Nel weekend, le fonti BCE hanno fatto del loro meglio per mantenere vive le aspettative di possibili tagli dei tassi.

Anche la sterlina ha ceduto terreno contro dollaro, marcando un minimo di 1,2580. Il calo riflette più la forza del dollaro che la debolezza della sterlina: contro euro restiamo sotto i picchi del 10-11 giugno. La situazione resta però molto fragile, a motivo delle primarie per la leadership del partito conservatore e della concreta possibilità di no-deal Brexit che potrebbe seguirne.

Lo JPY continua a mostrare cicli orari con minimi al primo mattino europeo e massimi in serata. La media è stata calante fino a 108,3 a metà di venerdì, quando poi è partito un rialzo (sempre ispirato dai dati americani) che ha raggiunto 108,63, prima di un modesto movimento correttivo.

La forza del dollaro si è vista anche contro CAD e AUD, malgrado le notizie di attacchi alle petroliere nel Golfo Persico che avrebbero potuto recare qualche beneficio.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
– La dinamica del costo del lavoro è attesa poco variata nei mesi invernali: 2,2% a/a da 2,3% a/a del trimestre precedente. La tenuta dei salari è cruciale per la dinamica dei consumi nei prossimi trimestri.
– Il focus della settimana sarà sulla stima flash dei PMI di giugno che vediamo in lieve avanzamento a 52,2 da 51,8. L’indice tedesco ZEW è atteso in recupero a 3 da un precedente -2,1.
Il messaggio dovrebbe essere di pausa dopo una fase di rallentamento prolungata del manifatturiero. Il quadro rimane incerto, sarà importante verificare l’andamento dei nuovi ordini all’export per valutare le ripercussioni delle tensioni internazionali su dazi e tariffe.
– L’Euro Summit di venerdì si occuperà delle proposte di riforma dell’Eurozona (trattato ESM, budget comune, unione bancaria), ma gli Stati membri si presentano divisi all’appuntamento.

STATI UNITI
– L’indice Empire della NY Fed a giugno dovrebbe correggere a 11, da 17,8 di maggio. L’indagine a maggio aveva visto un miglioramento diffuso sia degli indici coincidenti, sia delle aspettative a sei mesi, ma le indicazioni più recenti delle indagini e dei dati del settore manifatturiero segnalano un indebolimento, amplificato dall’aumento delle tensioni commerciali.
– Il focus della settimana sarà sulla riunione del FOMC. Il Comitato dovrebbe segnalare un esplicito bias espansivo, giustificato dai nuovi rischi collegati alla politica commerciale e alle aspettative di inflazione sempre basse. Il messaggio della riunione dovrebbe essere di disponibilità ad attuare un “taglio di assicurazione” nel corso dell’estate e a reagire in modo appropriato in caso di materializzazione dello scenario più avverso di ulteriore escalation della guerra dei dazi.
In termini di dati, le prime indagini regionali del settore manifatturiero dovrebbero correggere dopo i rimbalzi di maggio, pur restando in territorio espansivo. Fra i dati di maggio, le vendite di case esistenti sono attese in moderato rialzo e i nuovi cantieri residenziali dovrebbero essere circa stabili.