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15 Aprile 2019 – nota economica giornaliera

AREA EURO – La produzione industriale di febbraio è risultata in calo di -0,2% m/m, dopo che a gennaio era salita di +1,9% m/m (rivisto al rialzo). Il calo di febbraio è stato inferiore alle attese. La crescita della produzione nel primo trimestre 2019 rispetto al 2018 sarebbe pari a 0,8%, qualora marzo uscisse invariato su base mensile.

STATI UNITI
– I prezzi all’import a marzo sorprendono verso l’alto, con un aumento di 0,6% m/m per l’indice totale e di 0,2% m/m per quello al netto del petrolio, con i dati di febbraio che sono stati rivisti verso l’alto (a 1% m/m e a 0,2% m/m rispettivamente). Nonostante il rialzo, su base annua i prezzi all’import sono invariati e quelli al netto del petrolio sono in calo di -0,7% a/a, sulla scia dell’apprezzamento del dollaro visto nel 2018.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan ad aprile (prel.) corregge a 96,9 (da 98,4 di marzo), ma si mantiene al di sopra del livello di inizio anno, confermando che la correzione di gennaio era un fenomeno transitorio collegato allo shutdown.
Se le aspettative correggono da 88,8 a 85,8, più rilevante è la correzione delle aspettative di inflazione sia a 1 anno (da 2,5% a 2,4%), sia a 5-10 anni (da 2,5% a 2,3%) in linea con il dato di febbraio, minimo da dicembre 2016. Inoltre, i verbali della riunione del FOMC di marzo avevano segnalato una moderata preoccupazione per aspettative di inflazione forse poco coerenti con l’obiettivo del 2%.

CINA
– I dati di commercio estero relativi al mese di marzo hanno registrato un rimbalzo delle esportazioni ma ancora un calo delle importazioni.
Le esportazioni sono salite del 14,2% a/a in marzo (dopo un calo del 20,7% a/a in febbraio), grazie a un sensibile effetto base favorevole e allo scemare degli effetti di calendario legati alla cadenza variabile del capodanno cinese.
Le importazioni hanno invece registrato un calo 7,6% a/a in marzo, il quarto calo tendenziale consecutivo. Si è registrato un miglioramento delle esportazioni in particolare verso la UE e l’area ASEAN rispetto ai minimi di fine 2018; restano invece in calo le importazioni dai principali paesi fornitori (in particolare dagli USA) ad eccezione dell’area ASEAN.
I dati destagionalizzati registrano un moderato miglioramento dell’export e confermano il rallentamento della domanda interna, visibile anche dalla dinamica piatta delle importazioni in volume di materie prime.
– Il flusso dell’aggregato della finanza sociale (Aggregate Financing to the Real Economy, AFRE) è stato superiore alle attese di consenso a marzo (2860 miliardi di CNY vs 1850 attesi da Bloomberg) e in netto aumento rispetto a febbraio (703 miliardi di CNY).
Il flusso è quindi salito del 39,7% nel 1° trimestre del 2019, dopo 4 trimestri di cali tendenziali nel 2018, grazie all’aumento del credito bancario e soprattutto delle emissioni di titoli corporate e dei titoli speciali dei governi locali.
La crescita dello stock di AFRE è quindi risalita a 10,6% a/a in marzo (da 10,1% in febbraio).
La dinamica del credito totale sembra aver superato il minimo toccato a dicembre (9,8% a/a) grazie alle misure di allentamento delle condizioni monetarie della PBOC e l’impulso del credito è tornato marginalmente positivo (stima a 0,6% nel 1° trimestre) dopo due trimestri in territorio negativo.
Dato il ritardo di circa 3-6 mesi con cui l’impulso si trasferisce all’attività economica un miglioramento dei dati macro dovrebbe concretizzarsi solo a cavallo tra il 2° e il 3° trimestre dell’anno.

 

COMMENTI:

USA – Il segretario del Tesoro Mnuchin ha detto che i negoziati con la Cina stanno facendo progressi e potrebbero essere ormai nella fase conclusiva, con l’inclusione di un meccanismo di controllo del rispetto degli accordi attraverso possibili penalizzazioni. La prossima settimana le trattative proseguiranno su un insieme relativamente ristretto di temi, con comunicazioni telefoniche, durante le quali si deciderà anche l’eventuale opportunità di nuovi incontri.

Euro sostenuto dai dati economici e dalle “fonti” BCE che hanno gettato acqua sul fuoco delle aspettative di introduzione di un sistema di penalizzazione graduata per le riserve, interpretato come l’anticamera di nuovi tagli dei tassi. L’euro ha continuato a recuperare terreno anche contro CHF, ormai rientrato in area 1,13 (max. 1,1338).

La sterlina ha incassato l’attesa proroga dell’art. 50 senza particolari contraccolpi. Lieve arretramento contro euro e lieve rafforzamento contro dollaro. Per circa sei mesi, il rischio di no deal exit scompare dal radar.

Discorso simile per lo yen: il dollaro si è spinto a 112,07, salvo poi arretrare marginalmente a 111,90.

 

MARKET MOVERs:

EUROZONA – In settimana, il PMI composito e l’indice ZEW di aprile offriranno indicazioni aggiornate sul ciclo, con una probabile stabilizzazione nel manifatturiero; è inoltre probabile che la seconde stime confermeranno l’inflazione in calo nella media area euro, ma stabile in Italia.

STATI UNITI
– L’indice Empire della NY Fed ad aprile è previsto in modesto aumento da 3,7 di marzo.
Da fine 2018, l’indice di attività si è portato su livelli solo marginalmente positivi, mentre gli indicatori a 6 mesi hanno mantenuto il trend stabile del 2018, su livelli ampiamente espansivi.
Ad aprile si dovrebbe registrare un miglioramento diffuso ad attività e ordini, in linea con le indicazioni viste nell’ISM di marzo.
– La settimana ha molti altri dati in uscita: le indagini regionali del manifatturiero potrebbero confermarsi in territorio espansivo ad aprile, come pure una ripresa della produzione industriale e un significativo rialzo delle vendite al dettaglio di marzo; ulteriori indicazioni di tenuta della ripresa potrebbero emergere anche dal Beige Book, mentre la bilancia commerciale di febbraio dovrebbe registrare un deficit in allargamento.