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13 Giugno 2019 – nota economica giornaliera

GERMANIA – La seconda stima conferma il raffreddamento dell’inflazione tedesca a maggio all’1,4% (dal 2,0%) e all’1,3% (dal 2,1%) sulla misura armonizzata. La forte volatilità dell’inflazione tedesca tra aprile e maggio è spiegata dal rialzo e poi dal calo anomalo dei prezzi dei servizi ricreativi legato alla Pasqua tardiva. Nei prossimi mesi, l’inflazione tedesca dovrebbe mantenersi sui livelli recenti fino a fine anno quando salirà nuovamente verso il 2,0% su di un effetto base favorevole dai prezzi core.

STATI UNITI – Il CPI a maggio aumenta di 0,1% m/m (1,8% a/a), con un contributo negativo dell’energia (-0,6% m/m) e un rialzo di 0,3% m/m degli alimentari. L’indice core registra la quarta variazione consecutiva di 0,1% m/m, contro attese per un aumento di 0,2% m/m.
I prezzi dei beni core sono in calo di -0,1% m/m, mentre per i servizi ex-energia la variazione è di 0,2% m/m (2,7% a/a).
La moderazione dell’indice core è dovuta ad alcune voci deboli nel segmento dei beni: abbigliamento invariato, auto usate (-1,4% m/m, quarto calo consecutivo), beni sanitari (-0,4% m/m).
Per i servizi core, l’abitazione è in rialzo di 0,2% m/m, con gli affitti in rialzo di 0,2% m/m (dopo due mesi di +0,4% m/m); i servizi sanitari accelerano il passo, con una variazione di 0,5% m/m che dovrebbe spingere il deflatore di maggio verso l’alto, visto il peso maggiore rispetto a quello del CPI.
La variazione del CPI, anche se più moderata delle attese, difficilmente sarà un fattore determinante per l’esito della riunione del FOMC di giugno, quando ci aspettiamo che venga adottato un bias espansivo, con segnali di apertura a un taglio dei tassi potenzialmente anche ravvicinato, ma non già a questa riunione.

 

COMMENTI:

AREA EUROCoeuré, membro del comitato esecutivo BCE, ieri ha chiuso la riunione del Bond Market Contact Group commentando gli effetti dei reinvestimenti del portafoglio APP sul mercato obbligazionario dell’Eurozona (qui il testo integrale in lingua inglese).
Coeuré ha mostrato che l’interruzione degli acquisti netti non ha avuto effetti negativi sui tassi a lungo termine, pur riconoscendo il ruolo che negli ultimi mesi hanno giocato il peggioramento dello scenario economico globale e il cambiamento delle aspettative globali sulle politiche monetarie nel comprimere il livello dei tassi.
Secondo Coeuré, ci sono sempre più prove che “le banche centrali, attraverso i loro stock di attività e reinvestendo le scadenze di capitale, possono abbassare in modo persistente il livello dei rendimenti intorno al quale gli investitori valutano le modifiche allo scenario economico”.
Gli acquisti, riducendo la disponibilità di titoli di stato, influiscono anche sullo spread Bund-OIS; i reinvestimenticontinueranno a rimuovere rischio di duration dal mercato”.
Infine, Coeuré ha argomentato che l’APP ha ridotto anche la sensibilità dei rendimenti agli shock macroeconomici. Anche la fine del CSPP ha avuto effetti largamente transitori sui premi all’emissione di corporate bonds, dice Coeuré, e “la grande maggioranza delle imprese nell’eurozona possono liberamente stabilire il mix ottimale delle loro passività senza particolari vincoli di offerta”.

 

L’indice del dollaro è risalito ieri in un contesto bassa volatilità.

L’euro è sceso, riportandosi a 1,1300 (-0,3%) dopo aver mancato più volte di superare i massimi recenti.

La sterlina ha perso lo 0,5% contro dollaro, portandosi a 1,2690. Un peso potrebbe averlo avuto anche la conferenza stampa di Boris Johnson che ha dato l’impressione di voler sfuggire alle domande dei giornalisti, assumendo posizioni molto simili a quelle che aveva Theresa May come Primo Ministro appena eletto. Contro euro, dopo un iniziale rafforzamento, ha chiuso la giornata in parità a 0,8900.

Lo yen ha tentato ieri di rompere il supporto di 108,00 ma senza riuscirsi, per poi rimbalzare fino a 108,34.
Come dicevamo nei giorni scorsi, è in corso un processo di riduzione del corto speculativo che sta spingendo il cross verso i massimi annui.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Ad aprile la produzione industriale è vista di nuovo in flessione: -0,5% m/m dopo il -0,3% m/m di marzo. I segnali dalle indagini di fiducia hanno mostrato un peggioramento del morale delle imprese, e i dati di aprile già pubblicati sono stati negativi in Germania, Italia e Olanda; positivi in Francia e Spagna. La variazione annua calcolata sulla serie destagionalizzata resterebbe a -0,5%, impostando la produzione per una variazione negativa nel secondo trimestre (forse -0,3%) da 0,8% del primo.

STATI UNITI – I prezzi all’import a maggio sono attesi in calo di -0,2% m/m, sulla scia della correzione del prezzo del petrolio e dell’apprezzamento del cambio, che più che compensano gli effetti dei dazi in aumento.