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11 Giugno 2019 – nota economica giornaliera

ITALIA – In aprile la produzione industriale è diminuita del -0,7% m/m e di -1,5% a/a. Il dato di marzo è stato rivisto al ribasso da -0,9% a -1,0% m / m. La previsione di consenso era + 0,1% m/m. La produzione è diminuita per 4 mesi consecutivi tra settembre e dicembre 2018, poi è rimbalzata bruscamente a gennaio e febbraio prima di ridiscendere a marzo e aprile: quindi, fino ad oggi, ci sono poche prove che sia stata avviata una ripresa.
Lo spaccato dei dati non è incoraggiante. A livello di utilizzo finale, solo l’energia è cresciuta (+ 3,6% m/m), mentre forti flessioni hanno riguardato sia i beni intermedi (-2,6%), sia i beni di investimento (-3,8%). Anche la produzione di beni di consumo è diminuita (-0,6%), più o meno in linea con la media per l’industria. Per settore, l’Istat osserva che le flessioni tendenziali sono molto diffuse, con solo l’industria alimentare e l’energia che mostrano una crescita positiva su base annua. La variazione su tre mesi è stata dello 0,7% ad aprile, in calo rispetto allo 0,9% di marzo. Supponendo che l’indice rimanga invariato sia a maggio che a giugno, il 2019(T2) potrebbe mostrare un calo di -1,1% t/t. Si rafforza, quindi, l’aspettativa che la crescita del PIL nel secondo trimestre possa essere nulla o negativa.

STATI UNITI – L’indagine delle aspettative dei consumatori condotta dalla NY Fed a giugno mostra crescente ottimismo sul mercato del lavoro, ma anche un persistente trend verso il basso per le aspettative di inflazione. La dinamica dei prezzi attesa dalle famiglie sugli orizzonti a 1 e a 3 anni scende ancora, con una correzione di 0,1 pp su entrambi i periodi, toccando i minimi da fine 2017, mentre aumenta l’incertezza sull’inflazione. Le indicazioni dell’indagine della NY Fed sono in linea con quelle di altre misure di aspettative, sia di mercato sia delle indagini, e aumentano la probabilità di segnali espansivi da parte del FOMC alla riunione del 19 giugno.

 

COMMENTI:

USA – L’accordo dell’ultimo minuto con il Messico ha tranquillizzato i mercati, che hanno aperto la settimana positivamente sebbene il contesto rimanga fragile e esposto a continui scossoni sul fronte delle guerre commerciali iniziate da Trump su più fronti.

 

Euro in marginale apprezzamento (+0,2%) a 1,1320. I dati italiani di produzione industriale sono stati molto negativi, ma non hanno avuto ripercussioni apprezzabili. Nelle ultime settimane il cambio ha reagito al calo dei differenziali di tasso fra dollaro ed euro, con il mercato che sconta almeno tre tagli Fed ma ha problemi a scontare tagli BCE a causa della forward guidance (tassi stabili fino al giugno 2020) e del livello di partenza (già negativo).

Sterlina sempre debole contro dollaro a 1,2680, mentre contro euro ha ceduto lo 0,3% superando la soglia di 0,8900 dopo i dati economici inglesi di produzione industriale e PIL di aprile, usciti peggiori delle attese.

JPY rimane nervoso anche se con volatilità contenuta: nella giornata di ieri ha evidenziato una mancanza di direzionalità con continui cambi di rotta che sottolinea il nervosismo degli operatori in un contesto di incertezza elevato.

Franco svizzero poco mosso attorno a 1,11280 contro euro in attesa della riunione della SNB di giovedì che dovrebbe confermare il tasso sui depositi a -0,75%.
Recentemente la SNB ha lasciato capire che l’attuale livello del franco ritenuto troppo forte sta cominciando ad attirare l’attenzione della Banca Centrale. Anche contro dollaro CHF risulta più forte rispetto alla media di lungo periodo, anche se il disallineamento è più visibile contro euro.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI – Il PPI a maggio è previsto in aumento di 0,3% m/m, dopo +0,2% m/m di aprile. Il PPI core dovrebbe essere in rialzo di 0,2% m/m. Il trend dei prezzi alla produzione ha registrato un moderato indebolimento da fine 2018.