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10 Luglio 2019 – nota economica giornaliera

ITALIA – Le vendite al dettaglio sono calate a maggio, di -0,7% m/m in valore e di -0,8% m/m in volume (dopo la stabilità di aprile). È da gennaio che non si registra un incremento. La flessione riguarda sia gli alimentari che i non alimentari.
La variazione tendenziale è tornata in territorio negativo, a -1,8%: l’Istat rileva un ampliamento del differenziale di crescita tra imprese operanti su piccole superfici e grande distribuzione; le uniche forme distributive a registrare un progresso significativo su base annua sono i discount di alimentari (+2,2% a/a) e il commercio elettronico (anch’esso però in frenata, a +10,6%).
L’unico gruppo di prodotti che mostra un aumento delle vendite su base tendenziale è quello delle dotazioni per l’informatica, telecomunicazioni e telefonia (+2,3%); viceversa, la performance peggiore è quella di abbigliamento e pellicceria (-4,9%) e calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-4,8%).
In sintesi, il dato conferma che l’incremento di aprile (trainato dagli alimentari) era viziato dalla Pasqua avanzata. I consumi mantengono ritmi di crescita moderati (pensiamo di 0,1/0,2% t/t nel 2° trimestre, simile o marginalmente superiore a quella dei tre mesi precedenti).

FRANCIA – La produzione industriale balza in avanti di +2,1% a maggio, ben al di sopra delle attese. Nel mese le indagini di fiducia avevano indicato un’accelerazione della produzione, specialmente nella chimica e nell’elettronica. La variazione annua passa a 2,6% da 1,1%, portando la produzione in rotta per un avanzamento di 0,6% t/t nel 2° trimestre.

CINA – L’inflazione dei prezzi al consumo è rimasta a 2,7% a/a in giugno, invariata rispetto a maggio: gli aumenti nel comparto degli alimentari (+8,3% a/a), in particolare della carne di maiale (+14,4% a/a) – sulla cui offerta continuano a pesare gli effetti dell’influenza suina – e della frutta (42,7% a/a), sono stati bilanciati dal calo nel comparto dei carburanti (-6,5% a/a) e dei trasporti in generale.
L’inflazione al netto di alimentari ed energia è rimasta invariata a 1,6% a/a, sui minimi da metà 2016. L’inflazione dei prezzi alla produzione è invece scesa ulteriormente a 0% a/a da 0,6% in maggio trainata al ribasso dal calo del prezzo petrolio che ha spinto al ribasso il comparto delle materie prime (-2,1% a/a). L’aumento dei prezzi degli alimentari continuerà a influire sulla dinamica del CPI totale nei prossimi mesi ma la debolezza dell’inflazione core e di quella alla produzione continuano ad indicare assenza di pressioni al rialzo da domanda, lasciando spazio di manovra alla politica monetaria.

 

COMMENTI:

REGNO UNITO – Il leader del Labour Party, Corbyn, ha scritto in una lettera ai membri del partito che ora sosterrebbe la permanenza nell’UE, se l’alternativa fosse un’uscita senza accordo o un “accordo che non protegge economia e occupazione”; inoltre, ora è convinto che il prossimo primo ministro dovrebbe sottoporre la propria decisione sull’uscita a un referendum.

STATI UNITI
– Powell
(presidente Fed) tiene la prima di due audizioni in Congresso sulla politica monetaria. Nell’audizione di oggi, Powell dovrà dare una valutazione dei rischi per lo scenario (politica commerciale, crescita globale) che alla riunione di giugno avevano portato il FOMC a includere un esplicito easing bias, con indicazioni di un possibile taglio dei tassi in tempi brevi.
Nelle ultime tre settimane, le informazioni su questi due punti sono state complessivamente in miglioramento (ripresa delle trattative USA-Cina, mercato del lavoro forte a giugno, qualche segnale di riaccelerazione dell’inflazione).
In particolare, il presidente dovrà prendere una posizione che convalidi o metta in dubbio le aspettative di mercato per un taglio dei tassi già a luglio.
Powell dovrà cercare di trasmettere quali sono le condizioni richieste dalla maggioranza dei partecipanti al FOMC per attuare o meno un “taglio di assicurazione”.
Si richiede un miglioramento su tutti i fronti per restare fermi, o basta un “non peggioramento” o un “miglioramento medio”? Oppure i rischi sono tali da indurre a un intervento anche a fronte di notizie complessivamente buone? Dopo l’employment report di giugno, il mercato ha eliminato ogni probabilità di taglio di 50pb a luglio, ma vede un taglio di 25pb con probabilità di 98,5% e ha fatto emergere una marginale probabilità di tassi fermi (1,5%). Alla luce delle nuove informazioni, soprattutto dal mercato del lavoro, sarebbe ragionevole per la Fed prendere tempo fino a settembre prima di muovere i tassi, ma bisognerà vedere se il FOMC sarà disposto a deludere aspettative ormai radicate per un taglio questo mese.
Harker (Philadelphia Fed), in un’intervista al WSJ, ha detto che le sue previsioni sono di crescita al potenziale e di tassi fermi quest’anno, pur in presenza di rischi (soprattutto incertezza). Per Harker sarà importante vedere un ritorno dell’inflazione verso il 2% dopo la debolezza dei primi mesi dell’anno. Harker ritiene che sia opportuno vedere l’evoluzione dei dati a fronte dell’incertezza sulla politica commerciale. A suo avviso la Fed avrebbe potuto evitare il rialzo dei tassi attuato a dicembre 2018.

 

L’indice del dollaro è rimasto stabile attorno al livello di apertura di lunedì, in attesa delle importanti audizioni di oggi e domani di Powell che sono il vero market mover del giorno.

L’euro si è ulteriormente indebolito è viaggia ora appena sopra 1,12 $.

Cede anche la sterlina, contro USD scambia ora a 1,12447 mentre contro euro è tornata a scambiare a 0,9000 dopo il messaggio del leader del Labour Party, Corbyn, che ieri ha scritto in una lettera ai membri del partito che ora sosterrebbe la permanenza nell’UE

Anche lo yen sta progressivamente cedendo contro dollaro, puntando ora al di sopra della soglia di 109,00.

 

PREVISIONI:

ITALIA – La produzione industriale è attesa ancora fiacca a maggio: vediamo una stabilità dopo il calo dei due mesi precedenti. Il contributo dell’energia dovrebbe essere negativo dopo l’incremento del mese precedente. Su base annua, l’output è visto rimanere in rosso a -1,9%. Ci aspettiamo un recupero a giugno, ma la produzione è in rotta comunque per un calo vicino all’1% nel trimestre primaverile, il che conferma i rischi verso il basso sul dato sul PIL che sarà comunicato dall’Istat il prossimo 31 luglio.

STATI UNITI – La Fed pubblica i verbali della riunione del FOMC di metà giugno. La discussione sul sentiero dei tassi e sui rischi per lo scenario dovrebbe evidenziare i timori per le ricadute delle tensioni commerciali sulla crescita domestica e internazionale e sottolineare l’importanza dell’incertezza come potenziale catalizzatore di un rallentamento degli investimenti. I verbali potrebbero dare indicazioni più precise sulla distribuzione delle opinioni favorevoli a un taglio in tempi brevi e soprattutto sulle condizioni richieste per attuare una svolta di policy a scopo di assicurazione. I partecipanti dovrebbero segnalare la loro disponibilità a intervenire in modo preventivo sulla base esclusiva di un aumento dei rischi, piuttosto che in risposta a dati effettivamente deboli.
Le informazioni emerse dai discorsi finora non hanno chiarito quale sia davvero il consenso a favore di un intervento già a luglio. L’audizione di Powell sarà più rilevante dei verbali dato che dovrà tenere conto della possibile ripresa dei negoziati USA-Cina, della sospensione (almeno per ora) dei nuovi dazi USA su più di 300 mld di importazioni dalla Cina e dei dati forti del mercato del lavoro di giugno.