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08 gennaio 2019 – nota economica giornaliera

ITALIA – La redditività delle imprese non finanziarie, misurata come rapporto fra profitti e valore aggiunto totale, nel terzo trimestre 2018 è in lieve calo al 46,3%, (dal 47,0% di un anno prima).
Il tasso di investimento è però in aumento dal 19,9% al 20,7% su base tendenziale.
La propensione al risparmio delle famiglie è stimata a 8,3%, in flessione rispetto al secondo trimestre, ma comunque sopra i livelli di un anno prima (7,9%).

GERMANIA – In novembre, la produzione industriale è calata di -1,9% m/m e -4,7% a/a. La flessione è generalizzata: -1,7% nelle costruzioni, -3,1% nel settore energetico, -1,8% nell’industria (in senso stretto).
Il dato prospetta una contrazione della produzione industriale anche nel quarto trimestre 2018, dopo quello già verificatosi nel periodo estivo.

STATI UNITI – L’ISM non manifatturiero a dicembre corregge a 57,6 (da 60,7).
Lo spaccato dell’indagine è comunque positivo, con le principali componenti su livelli elevati e coerenti con un’espansione solida: produzione a 59,9 (da 65,2), nuovi ordini a 62,7 (da 62,1), occupazione a 56,3 (da 58,4), ordini all’export a 59,5 (da 57,5), prezzi a 57,6 (da 64,3).
Le imprese riportano ottimismo per le prospettive di crescita, anche se restano preoccupate per l’evoluzione della guerra dei dazi con la Cina; rimane ancora difficile trovare manodopera. Tutti i settori sono comunque in espansione, a parte l’estrattivo dove si riporta riduzione di attività.
Secondo le stime dell’Institute for Supply Management che conduce l’indagine, un indice composito sui livelli di dicembre è in linea con una crescita del PIL di 3,2% t/t ann.: visto il ritmo di espansione della parte centrale dell’anno, un rallentamento era inevitabile.

 

COMMENTI:

REGNO UNITO – Il voto del Parlamento su Brexit dovrebbe svolgersi la prossima settimana, forse martedì 15, secondo quanto dichiarato al Parlamento dal Ministro Barclay, aggiungendo che il Governo ha ricevuto ‘rassicurazioni’ dall’UE riguardo alla transitorietà del meccanismo di salvaguardia per l’Irlanda, che saranno comunicate durante il dibattito di mercoledì 9.
Il ministro ha anche ribadito che il Governo non intende chiedere un’estensione dei negoziati.

Negli USA, Bostic (Atlanta Fed) ha detto di aver rivisto il sentiero dei tassi nel 2019: un anno fa ne prevedeva due, oggi solo uno.
Bostic ha sottolineato l’incertezza dello scenario di crescita indicando che in caso di ulteriore rallentamento, non ci sarebbe nessun rialzo, mentre in caso di riaccelerazione sarebbe appropriato prevederne due.
Il presidente dell’Atlanta Fed ha aggiunto che in ogni caso è opportuno proseguire con la riduzione del bilancio della Fed.

STATI UNITI – La chiusura parziale degli uffici federali è entrata nella terza settimana e resta per ora senza soluzione, ma con effetti crescenti sul mancato reddito di circa 800 mila dipendenti federali e su un numero anche più ampio di dipendenti di imprese che hanno contratti con il governo.
Trump ha annunciato che farà un appello televisivo questa sera, con l’obiettivo di giustificare la propria posizione intransigente di fronte a quella che definisce “un’emergenza di sicurezza e umanitaria”.
Per cercare di contenere le ricadute finanziarie sui cittadini, la Casa Bianca ha permesso all’Internal Revenue Service (l’agenzia delle entrate americana) di pagare i rimborsi fiscali ai contribuenti anche se l’agenzia è chiusa.
Intanto la Camera inizierà ad approvare da mercoledì leggi di spesa per le singole agenzie colpite dalla chiusura, inviandole al Senato per il voto con l’obiettivo di incrinare la posizione dei repubblicani, per ora solidali con il Presidente.
Inoltre, i democratici stanno considerando di bloccare tutte le attività legislative fino a quando gli uffici federali non riapriranno: questo protrarsi della chiusura degli uffici potrebbe indebolire la fiducia delle famiglie e i consumi a inizio 2019.

 

Una volatilità nella norma ha caratterizzato l’inizio della seconda settimana dell’anno: l’indice del dollaro recupera lo 0,3% in apertura sulle piazze asiatiche dopo una giornata moderatamente positiva per i listini azionari americani, dimezzando la flessione di lunedì. Nel frattempo proseguono i colloqui tra US e Cina, mentre oggi Trump dovrebbe tenere un discorso pubblico dal confine messicano.

Euro in risalita ieri a 1,1450 incoraggiato dal dato di vendite al dettaglio dell’eurozona di novembre, ma nella notte ha ceduto parte del guadagno. Il dato tedesco sulla produzione non è stato di aiuto stamane: L’EURUSD appare per ora stabilmente ancorato al canale 1,13-1,15.

La sterlina è rimasta circa stabile contro dollaro e scambia ora a 1,2780, ma si attende il voto sulla Brexit della settimana prossima

Lo yen continua a registrare un lento cedimento contro USD dopo il violento rafforzamento del 2 gennaio: ormai è tornato a sfiorare quota 109.

Prosegue il rafforzamento del dollaro canadese, che ha recuperato in una settimana il 2,6% contro dollaro, calando sotto quota 1,33. Anche AUD resta ben sostenuto contro dollaro americano.

 

MARKET MOVERs:

AREA EURO – L’indice di fiducia economica elaborato dalla Commissione UE è atteso ancora in calo a dicembre, sui minimi da metà 2017, ma ancora coerente con una crescita del PIL Eurozona appena al di sopra del potenziale.
In linea con le indicazioni dalle indagini di fiducia nazionali dovrebbe vedersi un peggioramento della fiducia nell’industria e nei servizi, ma si attende altresì un miglioramento nel commercio al dettaglio e morale stabile su livelli già elevati nelle costruzioni.
La fiducia delle famiglie dovrebbe essere confermata in miglioramento.