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07 Marzo 2019 – nota economica giornaliera

STATI UNITI – La stima ADP degli occupati non agricoli privati a febbraio registra una variazione di 183 mila, dopo +300 mila di gennaio. L’aumento di occupati è diffuso a tutte le dimensioni di impresa. La crescita è solida in tutti i settori: +44 mila nell’industria (+17 mila nel manifatturiero, +25 mila nelle costruzioni e +3 mila nell’estrattivo), +139 mila nei servizi (+14 mila commercio e trasporti, +49 mila servizi alle imprese, +37 mila sanità e istruzione, +4 mila ricreazione, +21 mila finanza).

STATI UNITI – Il deficit commerciale a dicembre si allarga più di quanto atteso dal consenso, toccando -59,8 mld di dollari (da -50,3 mld di novembre), massimo da ottobre 2008.
Su base annua, il deficit raggiunge -621 mld di dollari, livello più ampio dal 2008.
I dati di dicembre mostrano un calo dell’export di -1,9% m/m, a fronte di un aumento delle importazioni di +2,1% m/m.
Il deficit dei beni nel 2018 raggiunge 891 mld di dollari, massimo storico per la serie, nonostante gli obiettivi di riduzione annunciati da Trump.
Il deficit dei beni con la Cina si è allargato a 419,2 mld di dollari (+43,6 mld rispetto al 2017).
Il trend del deficit è guidato dai differenziali di crescita che, con l’ampio stimolo fiscale impresso nel 2018 dalla riforma tributaria USA, si è allargato nei confronti di tutti i partner commerciali.

 

COMMENTI:

ITALIA – Nell’Interim economic outlook, l’OCSE ha rivisto drasticamente al ribasso le previsioni sul PIL italiano, a -0,2% per quest’anno e +0,5% per il prossimo (da 1,3% e 0,9% rispettivamente dello scorso novembre).
L’Italia è fra i G-20 uno dei Paesi per quali l’OCSE ha tagliato maggiormente la stima (secondo solo alla Turchia per quest’anno e a Arabia Saudita e Messico per l’anno prossimo).
La stima è la più pessimistica tra quelle dei principali previsori ufficiali e fra le più basse di consenso.

AREA EURO – La riunione BCE potrebbe aprire a nuove operazioni di rifinanziamento a più lungo termine. I dettagli operativi saranno formalizzati più avanti, ragionevolmente ad aprile. Lo staff rivedrà al ribasso le stime di crescita ma per il momento manterrà uno scenario di riaccelerazione al potenziale nel 2020, lasciando così aperta la porta ad un’ulteriore lenta normalizzazione della politica monetaria. Lo scenario centrale è altamente incerto.

STATI UNITI – Il Beige Book, preparato per la riunione del FOMC di marzo, riporta ancora una volta espansione dell’attività a ritmi fra “lievi e moderati” in dieci distretti, mentre in due distretti l’attività è circa invariata. Circa la metà dei distretti segnala che lo shutdown ha generato un rallentamento dell’attività in molti settori, fra cui commercio al dettaglio, vendite di auto, ricreazione, manifatturiero e altri servizi.
Anche il clima avverso ha avuto un effetto di freno sulla crescita dei consumi.
Nel manifatturiero si registra costante crescita, ma anche aumento dei costi dei dazi e preoccupazioni per l’indebolimento della domanda estera e per l’incertezza sulla politica commerciale.
Sul mercato del lavoro, le imprese riportano occupazione in crescita, frenata in alcune aree da significativa scarsità di manodopera disponibile, salari in rialzo diffuso, sia per le posizioni qualificate, sia per quelle non qualificate, e utilizzo di forme di remunerazione extra-salariale per trattenere e attrarre occupati.
I prezzi sono in aumento fra modesto e moderato, con alcuni segnali di trasferimento dei rialzi dei costi (in particolare, dazi), sui prezzi finali.
Il quadro che emerge dal Beige Book è quindi ancora positivo e indica che una parte del rallentamento di inizio anno è attribuibile allo shutdown, mentre una possibile conclusione dello scontro sui dazi con la Cina sarebbe positiva per la riduzione dell’incertezza e il contenimento dei costi.

 

MARKET MOVERs:

AREA EURO – La stima finale del PIL per il 4° trimestre dovrebbe confermare la crescita di 0,2% t/t (+0,1% a/a). A pesare sulla dinamica congiunturale dovrebbero essere stato lo stallo dei consumi, penalizzati dai cali delle immatricolazioni auto.
Gli investimenti aziendali dovrebbero essere cresciuti circa allo stesso ritmo dei mesi estivi 0.4% t/t.
La domanda estera potrebbe aver pesato sulla crescita per 0,3% t/t nel trimestre, dal momento che le esportazioni dovrebbero aver stagnato a fronte di un aumento dell’import di 0,6% t/t.
Le indagini di fiducia suggeriscono che la crescita del PIL euro zona resterà debole anche nei primi mesi del 2019.

USA – La crescita della produttività nel 4° trimestre (revisione) è prevista a 1,5% t/t ann.