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07 febbraio 2019 – nota economica giornaliera

STATI UNITI – La bilancia commerciale a novembre registra una sorprendente chiusura del deficit, che si restringe a -49,3 mld di dollari da -55,5 mld.
I dati mostrano una netta contrazione delle importazioni, -2,9% m/m, in controtendenza rispetto al recente trend.
Anche l’export è in calo, ma a un ritmo più contenuto (-0,6% m/m). In termini reali, i dati mostrano una variazione negativa sul trimestre precedente, che potrebbe determinare un marginale contributo positivo alla crescita complessiva del PIL.
Una parte significativa della chiusura del deficit a novembre deriva comunque dall’effetto prezzo del petrolio. Il deficit dei beni per paese mostra un ulteriore allargamento del deficit con la Cina rispetto all’anno precedente.

Una stima parziale della crescita della produttività nel 4° trimestre mostra un miglioramento.
I dati pubblicati sono costruiti sulla base di informazioni dal lato dell’offerta (ore lavorate, output, salari orari) e mostrano per il manifatturiero un’accelerazione a 1,3% t/t da 1,1% t/t dell’estate. I dati basati sulle informazioni dei conti nazionali per il 3° trimestre danno una variazione della produttività di 2,3% t/t; per il 4° trimestre la stima del PIL non è ancora disponibile per via dello shutdown.

GERMANIA – La produzione industriale a dicembre registra un calo di -0,4% m/m, contro attese per un rialzo. Si registra una forte contrazione nelle costruzioni, -4,1% m/m, mentre il manifatturiero è in rialzo di +0,2% m/m, dopo due mesi di contrazioni. Il calo di dicembre riflette una contrazione della produzione nei beni intermedi (-0,4% m/m) e beni di consumo (-0,5% m/m) solo in parte compensata da un aumento della produzione di beni capitali di 0,9% m/m.
Il dato di dicembre lascia la produzione in calo di 1,6% t/t e indica rischi verso il basso alla nostra stima di stagnazione del PIL tedesco a fine 2018.

 

COMMENTI:

AREA EURO – La Commissione Europea pubblica le Previsioni Economiche d’Inverno 2019. Ci aspettiamo revisioni al ribasso delle stime di crescita Eurozona. Per l’Italia, secondo indiscrezioni di stampa, la stima sul PIL dovrebbe essere tagliata drasticamente allo 0,2%, un valore nettamente inferiore non solo alle precedenti stime di novembre (1,2%) o alle previsioni ufficiali del governo di dicembre (1%), ma anche rispetto alle recenti proiezioni di Banca d’Italia e FMI (0,6%).
Il dato includerebbe gli effetti della manovra di bilancio. Nel frattempo anche l’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha tagliato le stime di crescita, a 0,4% nel 2019 e 0,8% nel 2020.

STATI UNITI – I negoziati per trovare un accordo sulle leggi di spesa che hanno causato lo shutdown proseguono a porte chiuse fra i 17 membri della commissione bipartisan formata due settimane fa.
I democratici sembrano disposti ad accettare qualche forma di finanziamento per nuove barriere su una parte del confine con il Messico.
La leadership di entrambi i partiti si dice fiduciosa di poter raggiungere un accordo in modo da avere la legge approvata entro la scadenza del 15 febbraio. Una soluzione al problema delle leggi di spesa potrebbe quindi essere annunciata nei prossimi giorni.

Il 1° marzo scade la tregua sui dazi con la Cina e ritorna in vigore il limite del debito. Inoltre entro metà febbraio il segretario del commercio Ross dovrebbe pubblicare il rapporto preparato dall’US Trade Representative per valutare le minacce alla sicurezza nazionale delle importazioni di auto.

Powell nel discorso di ieri ha sottolineato l’importanza dell’indipendenza della Fed dalla politica.

 

Altra giornata di scarsa volatilità che non ha impedito però all’indice del dollaro di proseguire nel suo movimento di rialzo e a farne le spese è EURUSD.

L’euro, che ieri ha ceduto lo 0,5% e scambia ora a 1,1360, sta patendo i continui segnali di un rallentamento diffuso del ciclo nell’eurozona e i dati di oggi di produzione industriale tedesca e a seguire la diffusione delle stime d’inverso della Commissione Europea pensiamo che indeboliranno ulteriormente la moneta unica.

La sterlina è rimasta poco variata contro dollaro, scambiando a 1,2940, mentre contro euro ha ceduto lo 0,3% (a 0,8780), in attesa del viaggio di oggi di Teresa May a Bruxelles.
Ieri le dichiarazioni di Tusk hanno confermato che il clima a Bruxelles sarà poco incline a concessioni. Anche da ambienti londinesi, pare già acquisito che il Governo non si aspetta di arrivare di fronte al Parlamento la settimana prossima con novità da poter offrire.
Oggi ci sarà anche la riunione di Bank of England, che ci aspettiamo che confermi il cash rate a 0,75%. Sarà importante però valutare il contenuto dell’inflation report per capire come la BoE sta valutando lo stallo sul fronte Brexit in rapporto allo stato dell’economia inglese.

 

MARKET MOVERs:

SPAGNA – La produzione industriale è attesa in aumento dell’1,0% m/m a dicembre dopo il calo di 1,5% m/m del mese precedente. Se confermato, il dato lascerebbe la produzione circa invariata a fine 2018 come nei mesi estivi.