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06 Giugno 2019 – nota economica giornaliera

ITALIA – Il PMI dei servizi è calato da 50,4 a 50, frenato da una flessione dei nuovi ordini (49,2). Le aspettative restano orientate al miglioramento, ma le imprese nel campione non hanno dimostrato negli ultimi anni alcuna capacità di anticipare le fasi di rallentamento, dimostrandosi sistematicamente troppo positive.
Il PMI composito è risalito a 49,9 ma la media del secondo trimestre scende a 50,0 (da 51,2). L’indice suggerisce che la crescita del PIL italiano nel secondo trimestre potrebbe essere ancora marginalmente negativa.

GERMANIA – Gli ordini all’industria sono in aumento ad aprile di 0,3% m/m, dopo +0,8% m/m del mese precedente. Su base annua, la variazione resta ampiamente negativa (-5,3% a/a), anche se in miglioramento rispetto a marzo (-5,9% a/a). Gli ordini domestici sono in calo di -0,8% m/m, mentre quelli esteri sono in ripresa con una variazione di +1,1% m/m.
Per la domanda estera, si rileva una netta contrazione degli ordini dall’area euro, in calo di -5,8% m/m, a fronte di un incremento di 5,7% m/m dai paesi extra-euro. Le indicazioni dalle indagini di fiducia non sono state di recupero della domanda negli ultimi mesi.

AREA EURO – La seconda stima ha rivisto al rialzo il PMI composito a 51,8: l’indice è migliorato di tre decimi a maggio. La revisione è spiegata dal PMI servizi che risulta in aumento di un decimo rispetto al mese precedente e non più in calo.
La revisione del PMI composito riflette una revisione più positiva dell’indice tedesco in calo solo di tre decimi a 55,4. Anche in Spagna le condizioni sono peggiorate a 52,8 (da 53,1), mentre in Francia il PMI servizi è salito di un punto a 51,5 (da 50,5).
Nel complesso, l’indagine PMI di maggio sembra indicare che il rallentamento dell’economia euro zona si è fermato. Per ora il livello dell’indice sintetico è coerente con una crescita tra 0,2% t/t e 0,4% t/t del PIL nel 2019(T2).

STATI UNITI
– La stima ADP degli occupati non agricoli privati di maggio sorprende verso il basso con una variazione di solo 27 mila posti. La debolezza della dinamica occupazionale è dovuta principalmente alla contrazione nel comparto delle piccole imprese, che registrano un calo di 58 mila occupati. Disaggregando per settore, risulta debole l’industria, con una contrazione complessiva di -43 mila posti (-4 mila nell’estrattivo, -3 mila nel manifatturiero e -36 mila nelle costruzioni).
Nei servizi aumentano di 71 mila, con incrementi sempre solidi nei segmenti istruzione/sanità, ospitalità e servizi alle imprese.
I dati di maggio dell’ADP sono in contrasto con i segnali degli altri indicatori e potrebbero essere influenzati negativamente dal maltempo in alcune aree che potrebbe aver colpito il settore costruzioni. Le informazioni dell’ISM non manifatturiero e del Beige Book non collimano con il quadro negativo delle buste paga stimate per maggio.
– L’indice ISM non manifatturiero a maggio aumenta più delle attese, salendo da 55,5 a 56,9. Lo spaccato dell’indagine è omogeneamente positivo, con l’indice di attività a 61,2, i nuovi ordini a 58,6 e l’occupazione a 58,1 (+4,4 punti).
La componente prezzi pagati segna marginale moderazione, scendendo a 55,4 da 55,7.
I commenti e le valutazioni delle imprese sono generalmente positivi, con indicazioni positive per l’attività in tutti i settori e i problemi rilevati riguardano sempre la scarsità di manodopera e i timori collegati alle tensioni commerciali.
Tutti i settori sono in espansione (punto rilevante alla luce della debolezza della stima ADP degli occupati di maggio), con l’eccezione del comparto agricolo.
Secondo il direttore dell’indagine, il livello toccato a maggio sarebbe coerente con una crescita del PIL di 2,9% annualizzato.
I dati dell’ISM sono confortanti, anche perché includono un rimbalzo della componente occupazione, in contrasto con l’inatteso rallentamento dell’ADP. Inoltre, le informazioni dell’ISM sono in linea con una buona tenuta nel settore dei servizi, in una fase di ritracciamento del manifatturiero legata alle controversie e all’incertezza sul fronte della politica commerciale.
– Il Beige Book, pubblicato dalla Fed in preparazione per la riunione del FOMC del 19 giugno, riporta espansione a un “ritmo modesto” da aprile a metà maggio, in marginale miglioramento rispetto a quanto rilevato nel rapporto precedente. L’attività è in crescita in tutte le aree. Fra i settori, le indicazioni del manifatturiero sono generalmente positive, anche se si rileva un aumento dell’incertezza.
Nelle costruzioni l’attività cresce, anche se si riportano ampie variazioni nelle aspettative fra le diverse aree geografiche.
Per i consumi si rileva crescita moderata, mentre il settore agricolo resta debole. Il quadro generale è quindi di espansione, con uno scenario per i prossimi mesi “solidamente positivo, ma modesto”.
L’occupazione resta in crescita in tutte le regioni, a ritmi generalmente compresi fra modesti e moderati, in linea con i rapporti precedenti. Le imprese segnalano come sempre i vincoli dal lato dell’offerta, con la scarsità di manodopera che frena la dinamica occupazionale. Si riportano aumenti dei salari e delle componenti extra-salariali mirati ad attrarre lavoratori, tuttavia si nota che la dinamica dei salari resta modesta se riferita al basso livello del tasso di disoccupazione.
I prezzi restano in aumento “modesto” in tutte le aree e il commercio al dettaglio indica una dinamica dei prezzi di vendita contenuta.
Il rapporto nel complesso conferma il quadro di rallentamento della dinamica dell’attività, in linea con le indicazioni dei dati reali e atteso dopo la crescita solida del 1° trimestre, ma non dà segnali di svolta negativa che potrebbero essere letti nella stima ADP degli occupati di maggio. L’economia rallenta, ma anche il Beige Book, come l’ISM non manifatturiero, dà informazioni che rendono probabile il proseguimento della crescita dell’occupazione su ritmi almeno intorno a 100-150 mila posti.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il rapporto della Commissione rileva che il criterio del debito non è rispettato nel 2018, 2019 e 2020, né vi è alcuna evidenza che la deviazione dipenda dagli investimenti pubblici, che invece calano.
Il Programma Nazionale di Riformaaffronta soltanto in parte le questioni strutturali sollevate dalle raccomandazioni specifiche del 2018” ed è lacunoso riguardo agli impegni e ai tempi di attuazione. Si tratta del primo passo che potrebbe portare il 9 luglio al lancio di una procedura di infrazione per disavanzo eccessivo (EDP), con la formulazione di raccomandazioni (non pubbliche) per correggere l’eccesso.
In mezzo vi sarà l’approvazione del rapporto da parte del Consiglio (13-14 giugno) e un negoziato con il governo italiano per definire le misure necessarie (che, se molto positivo, potrebbe anche non condurre a una EDP).

La Commissione ha presentato anche le raccomandazioni legate all’esame di Programma di Stabilità e Programma Nazionale di Riforma.
Sul fronte fiscale, si richiede nel 2020 una correzione strutturale di 0,6%, a fronte del peggioramento di 1,2% del PIL che la Commissione stima si verificherebbe nel caso in cui le imposte indirette non fossero aumentate. Per il resto, si richiedono misure per combattere l’evasione fiscale (in particolare dell’Iva), migliorare la resa del sistema educativo, focalizzare gli investimenti su infrastrutture, ricerca e innovazione, accorciare i tempi della giustizia civile, migliorare le politiche attive del lavoro.

La risposta del governo italiano, per quanto non coordinata, è stata formalmente aperta a intavolare un negoziato. Però gli unici elementi concreti emersi riguardano l’andamento dei conti nel 2019.
Il vero nodo da sciogliere, invece, riguarda la volontà politica di abbassare il deficit 2020 a livelli che non implichino un peggioramento del saldo strutturale, e che nella migliore delle ipotesi implicherebbero di trovare coperture per almeno 1,2% del PIL.
A tale riguardo non si è registrata ancora alcuna apertura da parte dei partiti che sostengono il governo, avendo il ministro degli interni ribadito che intende includere la riforma delle imposte dirette nella manovra 2020.

 

AREA EURO
– La Commissione Europea ha predisposto rapporti in base all’art. 126(3), cioè quello che regola la procedura di infrazione per disavanzo eccessivo (EDP), per Belgio, Francia, Italia e Cipro. Tuttavia, ha proposto l’avvio di una EDP soltanto a carico dell’Italia (v. sotto). Inoltre, ha raccomandato la chiusura della procedura a carico della Spagna, che era aperta dal 2009.
– Alla riunione odierna, la BCE probabilmente limerà le stime di crescita 2019-2020 di un paio di decimi pur confermando lo scenario di lenta riaccelerazione del ciclo nella seconda metà dell’anno. I rischi per lo scenario saranno valutati ancora verso il basso ed è quasi certo che saranno indicati come più pronunciati rispetto a marzo scorso.
Il Consiglio potrebbe comunicare i dettagli operativi delle TLTRO III, anche se non escludiamo che indicazioni più puntuali possano arrivare a fine luglio quando si avranno maggiori informazioni sulla crescita nel 2° trimestre e sulle prospettive per i mesi estivi. Data l’incertezza delle prospettive, potrebbe aumentare la probabilità che sia adottato un sistema premiante più generoso. Siamo invece scettici riguardo alla possibilità di modifiche al trattamento delle riserve in eccesso.

STATI UNITIBrainard (Board Fed) ha aggiunto un’altra voce su una svolta dei tassi, rispetto a quelle registrate nei giorni scorsi.
Brainard ha mantenuto una valutazione generalmente positiva della ripresa, ma ha indicato che la politica commerciale è “chiaramente un rischio verso il basso” e sottolineato che il compito della Fed è dare supporto all’espansione.
Pertanto, secondo Brainard la banca centrale “sarà preparata ad aggiustare la politica monetaria” per soddisfare il proprio mandato, senza però dare indicazioni di azione imminente, ma segnalando quindi un bias espansivo per lo scenario dei tassi. La nostra aspettativa è che alla riunione del FOMC si indichi in modo esplicito che ci sono rischi verso il basso legati agli sviluppi della politica commerciale e all’evoluzione del quadro globale, eliminando la “simmetria” dei rischi inclusa nelle valutazioni dei mesi scorsi e segnalando che probabilmente la prossima mossa sarà verso il basso, con una tempistica eventualmente dipendente dagli sviluppi delle tensioni commerciali.
Clarida (vice-presidente Fed) ha detto che la Fed continua la discussione sul framework della politica monetaria e probabilmente renderà pubbliche le conclusioni dell’analisi nella prima metà del 2020, quando dovrebbero poi essere applicate le modifiche deliberate per la determinazione e la comunicazione delle decisioni di policy.

 

Ieri l’indice del dollaro ha registrato un nuovo temporaneo indebolimento sulla scia del dato deludente dell’indice ADP. Il tema potenzialmente esplosivo dei dazi al Messico per ora ha visto un parziale rientro sulla scia delle opposizioni interne al partito repubblicano, che potrebbero spingere Trump ad alleggerire la mano rispetto alle dichiarazioni iniziali; tuttavia, i negoziati per ora non hanno prodotto risultati.

Il biglietto verde ha recuperato lo 0,2% contro euro in attesa della riunione della BCE, segnando un massimo infragiornaliero a 1,1291 per poi arretrare a 1,1225 nelle ultime ore. Come segnalato sopra, Draghi dovrebbe suonare molto cauto riguardo alle prospettive economiche dell’area euro

L’altalena della sterlina continua: ieri il cross con USD ha nuovamente ceduto lo 0,5% fino a 1,2680 nonostante l’indebolimento del dollaro. Contro euro la sterlina è rimasta circa stabile sempre attorno a 0,8855.

Lo yen ha tratto vantaggio anche oggi dalla fiacchezza del dollaro, registrando un +0,4% a 108,90. Le guerre commerciali e la volatilità connessa, hanno portato lo yen lontano dalla media mobile di lungo termine (per la sua funzione di valuta rifugio). Lo stesso motore sta sostenendo CHF e oro in questa fase. L’assestamento della situazione fra US e Cina potrebbe innescare un rapido indebolimento dello yen verso il livello di lungo termine.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Le vendite al dettaglio sono viste in calo ad aprile dopo la stagnazione di marzo. Sull’anno la variazione potrebbe passare da 2,7% a 1,8% impostando i consumi per un calo nel secondo trimestre.

STATI UNITI
– La crescita della produttività nel 1° trimestre dovrebbe essere confermata come nella stima preliminare a 3,6% t/t ann., lasciando la dinamica annua a 2,4% a/a, sul trend in rialzo visto da inizio 2018.
– Il deficit della bilancia commerciale ad aprile dovrebbe ampliarsi a -51 mld di dollari, indicando un probabile contributo negativo del canale estero alla crescita del 2° trimestre.