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05 Luglio 2019 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Gli ordinativi industriali di maggio sorprendono verso il basso, con una correzione di -2,2% m/m, dopo il +0,4% m/m di aprile (rivisto da +0,3% m/m).
Il crollo degli ordini è diffuso: beni capitali (-2,8% m/m), beni di consumo (-0,7% m/m) e beni intermedi (-1,5% m/m, settima flessione consecutiva) scendono tutti.
Gli ordini domestici sono in aumento di 0,7% m/m: la debolezza di maggio è concentrata sul fronte della domanda estera, con un calo di -4,3% m/m, ma negli ultimi mesi è stata la domanda interna a frenare maggiormente.
Gli ordini dall’area euro correggono di -1,7% m/m, e quelli dal resto del mondo segnano una flessione anche più ampia, -5,7% m/m.
Su base trimestrale, l’unica nota di ottimismo viene dagli ordinativi di beni di consumo, che vedono una domanda estera in netta ripresa.
Riguardo all’andamento di lungo periodo, balza all’occhio che gli ordinativi domestici sono sostanzialmente stagnanti dal 2011, e che tutta la crescita netta della domanda degli ultimi 8 anni è venuta dall’estero: ciò rende il ciclo economico molto (troppo) sensibile a sviluppi esterni.
I dati segnalano rischi verso il basso per la produzione industriale, che sarà pubblicata lunedì, e confermano che la riaccelerazione prevista nel terzo trimestre per ora resta soltanto una congettura non confermata da evidenze concrete.

AREA EURO – Le vendite al dettaglio deludono a maggio, calando di -0,3% m/m da -0,1% m/m
contro attese di consenso che prevedevano una crescita. Sull’anno, la variazione scende a 1,3% da 1,8%. Guardando al dettaglio, il calo è principalmente spiegato dalla contrazione delle vendite di auto e dell’abbigliamento. La variazione annua rallenta a 1,3% da 1,8%, lasciando i consumi in rotta per una stagnazione del secondo trimestre da 0,7% t/t del primo.

 

COMMENTI:

AREA EUROOlli Rehn (membro del comitato esecutivo BCE) ha dichiarato che sarà necessario adottare nuove misure di stimolo per rispettare il mandato, fino a quando non ci saranno miglioramenti delle prospettive di crescita e inflazione. Le dichiarazioni riecheggiano quelle del presidente Draghi a Sintra. In particolare, Rehn ha sottolineato che il rallentamento non si può più considerare transitorio, e che le aspettative di mercato sull’inflazione sono preoccupanti. Rehn ha anche ripetuto che gli interventi possono riguardare la forward guidance, i tassi ufficiali e/o l’APP. Riguardo ai tassi, eventuali interventi riguarderebbero il tasso sui depositi e non il refi.

 

Giornata con volatilità ulteriormente in calo, ieri, con i principali cross quasi fermi sui loro rispettivi livelli in assenza di spunti significativi a cui reagire e il treasury fermo attorno all’1,95%. L’indice del dollaro è risultato stabile per il terzo giorno consecutivo.

L’euro, fermo attorno a 1,1280. In mattinata, il dato negativo degli ordini tedeschi sta rafforzando il dollaro.

Sterlina sempre ferma attorno a 1,2585 contro dollaro mentre contro euro sta recuperando marginalmente (+0,1%) a 0,8960 dopo il dato negativo sugli ordini tedeschi.

Yen in marginale cedimento a 107,95. C’era stato un tentativo questa settimana dello yen di portarsi verso 107 che si è risolto però in un nulla di fatto. Nuove rotture verso il livello di 107 si dimostreranno difficili da mantenere fintanto che la Fed manterrà l’attuale visione espansiva.

Il dollaro canadese si è rafforzato lievemente negli ultimi giorni contro USD ma è rimasto circa stabile ieri in attesa dell’employment report canadese di giugno, che potrebbe dare informazioni miste, con un tasso di disoccupazione atteso in aumento di un decimo a 5,5% così come i salari orari. Il CAD rimane leggermente sopravvalutato rispetto alla media di lungo termine dopo il rimbalzo recente del prezzo del petrolio.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI – L’employment report di giugno assume una rilevanza anche superiore al normale, dopo il rallentamento dei nuovi occupati a maggio (+75 mila), ampiamente sotto la media degli ultimi trimestri, in una fase di easing bias del FOMC. Gli occupati non agricoli a giugno sono previsti in rialzo di 145 mila, dopo +75 mila di maggio, con indicazioni sempre positive sullo stato del mercato del lavoro, ma in rallentamento. La riaccelerazione dell’occupazione attesa per giugno sarà frenata dal clima avverso registrato in gran parte delle regioni nord-orientali.
La debolezza delle indagini regionali punta a una stagnazione dell’occupazione nel manifatturiero, sulla scia dei timori legati ai dazi, mentre nei servizi il trend dovrebbe restare positivo. Il tasso di disoccupazione dovrebbe essere invariato a 3,6% per il terzo mese consecutivo, e mantenersi 6 decimi al di sotto del livello stimato dal FOMC. I salari orari sono attesi in rialzo di 0,3% m/m (3,2% a/a). Nel complesso l’employment report, pur con un andamento moderato dei payroll, dovrebbe segnalare che il mercato del lavoro continua a essere di supporto alla dinamica dei consumi.