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02 gennaio 2019 – nota economica giornaliera

CINA – L’indice PMI manifatturiero rilevato dal NBS è sceso in dicembre sotto 50, portandosi a 49,4 a causa del calo generalizzato di tutte le componenti, soprattutto le piccole e medie imprese.
Sono scese in particolare la componente della produzione, delle importazioni e dei prezzi alle importazioni.
La componente degli ordini totali, rimasta sopra 50 negli ultimi tre anni, è scesa per la prima volta sotto 50, portandosi a 49,7, mentre quella degli ordini esteri è calata ulteriormente a 46,6.
Il PMI non manifatturiero è salito lievemente a 53,8 in dicembre grazie al rimbalzo del settore costruzioni che ha compensato un leggero calo del PMI dei servizi, sceso di poco a 52,3 in dicembre.
Il PMI del settore costruzioni evidenzia tuttavia un netto calo dei prezzi di vendita e delle aspettative, prefigurando una ripresa solo temporanea del settore.
La componente occupazione è scesa nel settore manifatturiero sia nel settore dei servizi.
Anche l’indice PMI manifatturiero rilevato da Caixin-Markit è sceso al di sotto di 50 in dicembre, con la componente dei nuovi ordini, che si è portata a 49,8, mentre quella degli ordini dall’estero, pur rimanendo in territorio di contrazione, è lievemente migliorata portandosi a 48,3 in dicembre. Le componenti dei prezzi hanno registrato i cali più rilevanti mentre marginalmente salita quella dell’occupazione.
I dati confermano il rallentamento dell’attività economica nel 4° trimestre del 2018.

 

COMMENTI:

ITALIA – A poche ore dall’esercizio provvisorio, lo scorso 30 dicembre la Legge di Bilancio è stata approvata in via definitiva dalla Camera, con 313 voti favorevoli e 70 contrari (Pd e Leu non hanno partecipato al voto pur restando in aula).
Nella sua versione finale, la manovra è espansiva per 11,5 miliardi (lo 0,6% del PIL), di cui 3,9 da minori entrate e 7,7 da maggiori spese (ma le spese in conto capitale diminuiscono di 2 miliardi).
In pratica, sul 2019 la manovra è neutrale se valutata al netto della mancata attivazione delle clausole di salvaguardia (che valeva oltre 12 miliardi). Viceversa, l’impianto espansivo non è mutato per gli anni successivi, quando il mancato aumento delle imposte indirette configurerebbe un deficit pari al 3% (si tratta della maggiore criticità all’orizzonte).
Alcune delle misure inserite in manovra saranno soggette a modifiche nelle prossime settimane.
Sempre nelle prossime settimane è atteso il decreto attuativo dei due principali interventi ovvero reddito di cittadinanza e quota 100 sulle pensioni: i dettagli saranno di grande importanza per verificare la credibilità degli importi ridotti inseriti nell’ultima versione della manovra.
La Commissione Europea si è già detta pronta a valutare attentamente l’implementazione delle misure previste, al fine di verificarne la coerenza con gli obiettivi di bilancio.

BCESabine Lautenschlaeger ha dichiarato che il sentiero dei tassi è strettamente legato alla dinamica inflazionistica in particolare nella prima metà del 2019.
La Lautenschlaeger si è detta ancora fiduciosa che i tassi possano tornare verso lo zero per fine 2019; tuttavia l’inflazione dovrebbe calare a dicembre con rischi verso il basso, ma dalla primavera dovrebbe vedersi un rialzo più deciso

STATI UNITI – La chiusura parziale degli uffici federali iniziata il 21 dicembre con il mancato rinnovo di 7 leggi di spesa, prosegue. Per ora non ci sono indicazioni di un accordo fra democratici e presidente.
Il Presidente Trump ha invitato formalmente i leader democratici e repubblicani a una riunione alla Casa Bianca oggi per discutere le condizioni per una riapertura degli uffici federali. Non è detto che la riunione possa avere luogo, dato che i democratici potrebbero volere aspettare domani, quando si riunirà in nuovo Congresso, con la Camera ora a maggioranza democratica.
La leadership democratica ha in programma di approvare alla Camera il rinnovo di sei leggi di spesa fino a settembre e l’estensione della legge di spesa per il Department of Homeland Security (che include la controversa questione del muro con il Messico) fino all’8 febbraio. Ma non è chiaro se i disegni di legge verrebbero approvati dal Senato, a maggioranza repubblicana, dove la leadership non intende proseguire se non sarà sicura di avere la firma del Presidente.
I costi economici della chiusura sono limitati, ma crescono con il passare dei giorni: oltre ai circa 800 mila dipendenti federali senza stipendio (circa 380 mila in congedo e circa 420 mila al lavoro non pagati), gli individui colpiti includono quelli che lavorano per società con contratti di fornitura di beni e servizi per il governo federale e turismo, per via della chiusura di parchi e monumenti durante il periodo natalizio: i dipendenti federali dovrebbero ricevere gli stipendi arretrati, indipendentemente dall’attività svolta durante la chiusura, mentre i dipendenti di società con contratti esterni non avranno alcun indennizzo per il reddito perso.
Anche se nel breve termine potrebbero esserci effetti negativi sui consumi, in media sul trimestre le conseguenze dovrebbero essere limitate sulla spesa delle famiglie, come avvenuto negli episodi di shutdown del passato.
Tuttavia, in una fase di volatilità molto elevata e di incertezza sull’evoluzione del ciclo, lo scontro politico insieme al calo del prezzo del petrolio potrebbe indebolire le prospettive degli investimenti delle imprese a inizio 2019.

 

MARKET MOVERs:

Nell’ area euro, la seconda lettura degli indici PMI manifatturieri di dicembre dovrebbe confermare con un lieve calo per l’indice eurozona, come pure in Germania e in Francia; anche la prima lettura dell’indice italiano dovrebbe mostrare anch’essa una flessione.
Gli indici PMI suggeriscono che il rallentamento dell’attività economia sta proseguendo a un passo più rapido di quanto atteso.