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17 ottobre 2018 – nota economica giornaliera

REGNO UNITO – I dati sul mercato del lavoro di ieri hanno stupito, registrando un aumento dei salari contrattuali del 3,1% t/t nel trimestre chiuso ad agosto, ai massimi dal 2008, mentre il livello della disoccupazione è stato confermato al 4,0%, minimo storico dal 1970.

GERMANIA – L’indice ZEW è sceso a -12,7 da un precedente -10,6, mentre l’indice sulla situazione corrente è calato a 70 da un precedente 76,0. Il calo dell’indagine di ottobre e in particolare dell’indicatore sulla situazione corrente indica che l’economia tedesca potrebbe perdere slancio, con un possibile e conseguente calo anche dell’indice IFO tedesco. Secondo l’Istituto ZEW, la discesa delle attese è dovuta alle crescenti preoccupazioni sulle controversie commerciali tra Stati Uniti e Cina, nonostante gli indici di fiducia rimangano in ogni caso su livelli elevati.

STATI UNITI – L’indice di fiducia dei costruttori di case sorprende con un rialzo a 68 a ottobre, da 67 di settembre, con aumenti dell’indice di vendite correnti a 74 da 73 e di quello delle vendite attese a 75 da 74. Il settore dell’edilizia residenziale è però in declino da inizio anno, sulla scia di prezzi molto elevati, offerta scarsa e tassi in rialzo

ITALIA – Sia il fatturato che gli ordini all’industria sono rimbalzati su base congiunturale ad agosto, dopo il calo dei due mesi precedenti. In sintesi, nel mese di agosto si è assistito a un deciso rimbalzo per export, produzione, fatturato e ordini industriali: il recupero però è dovuto soprattutto al mercato estero. È aumentato il fatturato nei gruppi dei beni strumentali, dei beni di consumo durevoli e dell’energia. Su base tendenziale, il fatturato ha mantenuto il ritmo di crescita del mese precedente (+3,2%), mentre gli ordini sono rallentati a 0,9% da 2,8% (ai minimi da aprile 2017). Il calo è distorto dal crollo di elettronica ed ottica (-62,5%), mentre si registra un’impennata dagli ordinativi di mezzi di trasporto (+24,9%). Rallentano, ma mantengono un buon ritmo di incremento relativamente sia al fatturato che agli ordinativi (+7,4% e +7,7%), i farmaceutici.

STATI UNITI – Le posizioni aperte sul mercato del lavoro americano continuano ad aumentare. Ad agosto i posti disponibili sono saliti a 7,136 mln, toccando un nuovo massimo per la serie: nel mese i posti disponibili sono superiori di 902 mila rispetto al numero di disoccupati. Prima di marzo 2018, non era mai successo che i posti superassero il numero di persone in cerca di lavoro. Anche le dimissioni volontarie continuano a crescere. I dati del rapporto “Job openings and labor turnover” confermano il crescente eccesso di domanda sul mercato del lavoro americano.

ITALIA – L’inflazione di settembre è stata rivista verso il basso di un decimo relativamente sia al NIC che all’indice armonizzato Ue. Sull’indice domestico, i prezzi sono calati di mezzo punto nel mese e attestandosi a 1,4% sull’anno (in rallentamento dal 1,7% precedente). Le pressioni al ribasso di settembre sono dovute principalmente a fattori stagionali. In tal senso, il CPI potrebbe tornare ad aumentare già da ottobre, anche sul rialzo significativo delle tariffe energetiche (+7,6% l’elettricità, +6,1% il gas). Il trend per l’inflazione resta in rialzo, anche se dovuto quasi interamente all’energia che dovrebbe favorire un rientro della tendenza dei prezzi nel corso del 2019. Tuttavia non sono segnali di accelerazione dell’inflazione core.

ITALIA – La Commissione Europea ha pubblicato sul proprio sito il Documento Programmatico di Bilancio inviato dal Governo Italiano. Il documento comprende la stima dell’impatto netto sull’indebitamento delle principali misure che saranno contenute nella legge di bilancio. Confermate le stime di costo della vigilia, l’unica precisazione riguarda il reddito di cittadinanza il cui costo stimato è di 7 miliardi al netto dei fondi già stanziati per il reddito di inclusione dai precedenti governi; anche gli interventi sulle pensioni valgono 7 miliardi l’anno; l’unica “sorpresa” è che la dotazione finanziaria per assicurare il ristoro ai risparmiatori che hanno subito un danno dalle banche ha un impatto pari a zero sul bilancio dello Stato 2019, poco meno di 400 milioni nel 2020 e meno di un miliardo nel 2021. Le coperture, vengono dalla razionalizzazione della spesa dei ministeri e dalla riprogrammazione dei trasferimenti a vari enti nell’ambito della revisione della spesa pubblica: da queste due misure sono attesi ben 3,6 miliardi nel 2019. Un’altra copertura importante (2 miliardi per il 2019) viene dall’abrogazione dell’imposta sul reddito imprenditoriale (IRI), che armonizzava il trattamento fiscale delle imprese al 24% e che avrebbe dovuto trovare applicazione dal 1° gennaio 2019, ma che verrà sostituita invece dalla flat tax favorevole a piccole imprese e lavoratori autonomi. Vi sono inoltre incrementi di gettito derivanti dal trattamento fiscale della svalutazione crediti, dal differimento della deduzione delle svalutazioni e perdite degli enti creditizi e finanziari, dalla rideterminazione dell’acconto dell’imposta sui premi assicurativi e da non meglio precisati “interventi fiscali sulle banche” (nel loro insieme ben 4,2 miliardi sul 2019). Dalla rottamazione delle cartelle esattoriali e le altre misure di pace fiscale, il Governo stima un gettito inferiore al previsto, meno di 200 milioni l’anno prossimo, che salgono a 1,3 miliardi nel 2020 e 1,6 mld nel 2021. Da notare inoltre che la tassazione agevolata degli utili reinvestiti per le imprese produce nelle stime del governo un incremento di gettito nel 2019-20.

 

COMMENTI:

Il Consiglio Europeo prenderà probabilmente atto dell’assenza di significativi progressi per concludere un accordo di recesso con il Regno Unito, in vista di una formalizzazione da effettuare eventualmente a novembre. Nonostante all’incontro sarà presente la prima ministra britannica, le trattative erano comunque arrivate a produrre solo una bozza di accordo, ma nel frattempo sono emersi gravi problemi politici nel Regno Unito, con un ravvivarsi dell’opposizione politica interna che ha obbligato Theresa May a bloccare tutto. L’opposizione pare si stia concentrando sull’ipotesi che il Regno Unito resti nell’unione doganale UE senza limiti prefissati e su che cosa accadrebbe se non fosse possibile raggiungere un accordo sul confine irlandese; in cambio, l’UE potrebbe essere disposta a concedere un’estensione di 12 mesi del periodo transitorio. Il Consiglio Europeo potrebbe ora decidere di lanciare i preparativi per un No-deal Brexit, pur senza chiudere la possibilità di un accordo dell’ultimo minuto.

Negli USA, con la pubblicazione dei verbali della riunione del FOMC di settembre, dovrebbe essere confermato il diffuso consenso per il proseguimento dei graduali rialzi dei tassi: ieri, Mary C. Daly, nuova presidente della San Francisco Fed, ha detto che il mercato del lavoro è oltre il pieno impiego, mentre l’inflazione è stabile intorno all’obiettivo del 2%. Secondo Daly, con l’economia in crescita più rapida del previsto e il mercato del lavoro in forte espansione, graduali rialzi dei tassi sono la politica appropriata per mantenere la ripresa. Daly ha anche sottolineato che le correzioni del mercato azionario in genere avvengono per un insieme di cause e un aggiustamento dei prezzi non è necessariamente un evento negativo. Daly ha aggiunto che l’indipendenza della banca centrale è importante per un buon funzionamento dell’economia: questa affermazione segue un nuovo attacco da parte di Trump, che ieri ha definito la Fed la sua “più grande minaccia”.

In relazione al Documento Programmatico di Bilancio inviato a Bruxelles dal Governo Italiano, permangono delle criticità su una possibile sottostima del costo di alcuni interventi, mentre i rischi di implementazione della manovra dal lato delle coperture sono mitigati: la manovra si potrebbe tradurre in un maggior aggravio fiscale per le imprese e non sono quelle finanziarie. Occorrerà in ogni caso attendere la legge di bilancio nella sua forma completa per formulare un giudizio compiuto sulla manovra.

 

Giornata poco volatile ieri sui mercati valutari, l’indice del dollaro è rimasto stabile (+0,1%).

L’euro ha mantenuto il livello di ieri e scambia ora a 1,1560.

La sterlina sale marginalmente contro dollaro (+0,2%) e in maniera più accentuata contro euro (+0,4%) dopo i dati sul mercato del lavoro di ieri.

Lo yen sta perdendo lo 0,4% contro USD.

 

MARKET MOVERs:

Ma l’evento della settimana sarà il Consiglio Europeo dedicato a Brexit, nonostante nel Regno Unito è in uscita oggi la lettura dell’inflazione di settembre.

Nell’area euro, l’unico dato di rilievo è la seconda stima dell’inflazione.

Negli Stati Uniti, in uscita i dati sui nuovi cantieri residenziali, che a settembre potrebbero correggere verso il basso dopo il rialzo di 9,2% m/m ad agosto per via del freno esercitato dall’uragano Florence sull’attività negli Stati sud-orientali. Diversamente, le licenze edilizie dovrebbero invece aumentare. L’attività di ricostruzione post-uragano nel Sud sosterrà il settore dell’edilizia residenziale in autunno.