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Uomini d’altri tempi: Giovanni Nigra, il Ministro delle finanze del Regno Sardo che paga i creditori del debito pubblico con propri mezzi

1. – La vita e l’esordio politico. Alla fine del giugno del 1849, nell’imminente scadenza del pagamento della rendita del debito pubblico, poiché i fondi dell’erario erano del tutto esauriti e non era possibile far ricorso ad altri mezzi di approvvigionamento, anche per le difficoltà frapposte dalle banche a fornire prestiti che in quel momento apparivano alquanto rischiosi, il Ministro delle finanze «andò a casa sua (antica e primaria casa di banca) vi prese quattrocentomila lire, se le mise in carrozza e le versò al Tesoro. I creditori informati che sarebbero pagati a scadenza, si rassicurarono, non vi furono affollamento e la crisi fu superata». Lo ricorda Massimo d’Azeglio, all’epoca presidente del Consiglio dei ministri, riferendosi a Giovanni Nigra1 . Nato a Torino il 16 maggio 1798, figlio primogenito di Giovanni Ignazio Felice e di Teresa Rignon e sposo di Enrichetta Toesca dei conti di Castellazzo, il Nigra era titolare dell’omonima banca, sorta nel settecento per il commercio della seta, che aveva inizialmente diretto unitamente ai fratelli. Nell’ambiente finanziario, godeva di notevole prestigio, perché la banca aveva solide fondamenta e le sue operazione avevano sempre conseguito risultati positivi; tra l’altro, fu presidente della Compagnia di assicurazioni contro gli incendi di Torino (ancora oggi in attività con la denominazione di Toro Assicurazioni) cui diede un impulso rigeneratore mediante la modifica dell’ordinamento interno, la semplificazione delle pratiche di risarcimento e l’ampliamento del campo di azione intrattenendo relazioni anche con Stati stranieri 2 .

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Domenico La Medica