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Olio Made in Italy

Tra i prodotti cardine della dieta mediterranea, l’olio di oliva merita una menzione speciale per la sua duplice funzione: da un lato, è il perfetto condimento per i piatti tipici e gli alimenti più disparati; dall’altro lato, non vanno dimenticati gli effetti benefici sulla salute, come la capacità di ridurre i rischi cardiovascolari (abbattendo i livelli di colesterolo LDL nel sangue) o l’azione preventiva su alcune tipologie di tumori.

Non bisogna quindi stupirsi se l’Italia ha fondato parte della sua fama internazionale proprio sulla produzione olearia. D’altra parte, la filiera produttiva nel 2011 contava su di una struttura di 775.783 aziende agricole che si estendevano per una superficie complessiva di 1,16 milioni di ettari, affiancate da 4.830 frantoi attivi e 220 imprese industriali, generando una produzione pari a 483mila tonnellate con un fatturato di 3,3 miliardi di euro (che rappresentava il 2,6% del fatturato industriale agroalimentare totale).

Al di là della quantificazione attraverso semplici cifre, numerosi sono i punti di forza riconosciuti alla filiera olearia italiana. Supponendo di poter dividere quest’ultima in tre principali fasi (agricola, di prima trasformazione e di seconda trasformazione), è possibile riscontrare le seguenti caratteristiche positive: innanzitutto grazie alla favorevole conformazione sia climatica che pedologica comune a tutta l’area mediterranea, l’Italia può aggiungere una elevata differenziazione delle varietà di olive che, attraverso processi di olivicoltura altamente professionalizzati e un notevole livello di know how, rendono la fase agricola olearia italiana la migliore per qualità del prodotto; per quanto riguarda l’industria della prima trasformazione, il punto di forza è generalmente rappresentato dalla vicinanza dei frantoi per la molitura alle aree di raccolta, condizione che concorre a creare un forte tessuto locale non solo produttivo ma anche ambientale e culturale; infine, il passaggio legato alla trasformazione secondaria, cioè quello del confezionamento finale, trova forza nell’ampiezza dell’offerta e, fattore da sempre trainante, nella elevata propensione all’esportazione, con una piena identificazione con il Made in Italy.

 

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Andrea Di Biasi